Veduta prospettica del Palazzo Ducale di Venezia - Canaletto
Veduta prospettica del Palazzo Ducale di Venezia - Canaletto
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L'opera
Il dipinto, originariamente parte della collezione torinese dell'avvocato Martelli e acquistato dal Museo nel 1871, è attribuito principalmente a Canaletto, con l'eccezione di una breve menzione di Giulio Ferrari (1914) che lo collegava a Bernardo Bellotto, ipotesi considerata un errore. L’opera fu lodata da Jacobsen e esposta nel 1922 a Firenze. Constable (1962) la considerava giovanile per l’uso drammatico di luce e ombre e la collegava a vedute della collezione Pillow di Montreal (1725-26). Sono note altre versioni del soggetto presso varie collezioni, incluse la Fondazione Kress, Chatsworth e Windsor.
Critici come Puppi (1968) e Gabrielli (1971) confermarono l'attribuzione a Canaletto, nonostante alcune ridipinture. Magugliani (1976) inserì l’opera nel gruppo delle vedute per Stefano Conti e la collezione Thurkow. Nel 1987, fu esposta a Torino per illustrare il metodo di lavoro di Canaletto, che usava specchi e camere ottiche per comporre vedute varie ma fedeli alla realtà. Vallès-Bled (2000) e Kowalczyk (2005) sottolinearono l’uso del chiaroscuro e la ricorrenza del tema del Molo, con variazioni compositive in altre versioni, come quella in rame di Sir William Morris e una tela all'Ermitage.
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CARATTERISTICHE
Stampa su carta a mano di Amalfi con cornice
Misura foglio: 30 x 42 cm
Con cornice: 32 x 44 cm;
Materiale: opera stampata su carta pregiatissima con bordi sfrangiati Amalfi fatta a mano, cornice in legno di faggio fatta a mano