
Ritratto del Duca di Choiseul di Giovanni Paolo Pannini, immagine di nobiltà settecentesca
Jayde BrowneCondividi
Il Ritratto del duca di Choiseul di Giovanni Paolo Pannini è una tela che celebra la figura di Étienne François de Choiseul, diplomatico francese e ambasciatore presso il Vaticano nella metà del XVIII secolo.
La figura centrale del duca, nei suoi abiti settecenteschi, emerge isolata su uno sfondo monocromatico, privo di dettagli scenografici. L’uomo è ritratto in piedi, leggermente inclinato, vestito con giustacuore marrone, calzoni chiari, stivaletti neri, e una fascia blu che attraversa la spalla, simbolo della sua prestigiosa appartenenza agli ambienti nobiliari europei dell’epoca. Nella mano sinistra tiene probabilmente un oggetto legato al cerimoniale, mentre la destra sembra poggiata su un accessorio scenico, forse guanti o un cappello. Probabilmente il dipinto rappresenta un bozzetto preparatorio del ritratto finale: l’atmosfera, in questa fase della creazione, è sobria e silenziosa, suggellata dall’assenza di ornamenti e dal fondo che lascia trasparire la materia della tela.
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Stile
Il linguaggio artistico di Pannini appartiene al Barocco romano tardo, influenzato dal classicismo e dai giochi prospettici di matrice teatrale, che qui emergono nella posa controllata e nel senso di preparazione scenica.
La pennellata ampia e fluida sottolinea la ricerca di equilibrio e dinamismo, ma lascia volutamente indefiniti i dettagli, come avviene tipicamente nelle fasi preliminari di un ritratto. La volontà dell'artista è di fissare l’essenza del personaggio senza soffermarsi sulle caratteristiche accessorie. Pannini sceglie di isolare il duca come figura compiuta, sospesa in uno spazio ancora indefinito. Ne risulta un ritratto essenziale, privo di scenografie, in cui la centralità del duca e il gesto elegante bastano a evocare la dimensione celebrativa e mondana che, nel dipinto definitivo, sarebbe stata arricchita da dettagli architettonici e simbolici.
Colore e illuminazione
La palette di colori è limitata e la materia pittorica risulta viva, lasciando trasparire le sovrapposizioni e le trasparenze degli strati sottostanti. Predominano i toni caldi del fondo bruno-rosato e la superficie opaca della veste marrone, che contrastano con il blu acceso della fascia e con il bianco delle calze e dei decori.
La luce, diffusa e neutra, non crea veri e propri punti focali ma accompagna la modellazione volumetrica della figura, evidenziando le parti più prominenti e lasciando in ombra le zone secondarie. Il risultato è un atto di sintesi visiva che suggerisce la tridimensionalità attraverso passaggi delicati fra chiaroscuro e colore, più che tramite netti contrasti. L’uso limitato della tavolozza e della luce trasforma quest'opera in un atto di sintesi visiva, in cui il colore non decora, ma struttura, e la luce non teatralizza, ma accompagna i volumi.
Gestione degli spazi
L’ambientazione della scena è volutamente ridotta all’essenziale: non appaiono elementi architettonici, arredi né sfondi descrittivi, e lo spazio si identifica semplicemente come il campo visivo entro cui si staglia la figura del duca.
Non c’è una reale profondità prospettica, ma la modulazione delle ombre sotto i piedi e attorno al corpo infonde un senso di presenza fisica all’interno dello spazio pittorico. La distribuzione degli elementi, tutta incentrata sulla figura principale, favorisce la concentrazione su atteggiamento, postura e abbigliamento, accantonando ogni riferimento ambientale per limitarsi all’essenzialità.
Composizione e inquadratura
La composizione si sviluppa verticale, con la figura del duca leggermente decentrata per creare movimento e suggerire una camminata o un gesto cerimoniale. L’armonia nasce dall’equilibrio volumetrico tra corpo e vesti, dagli spazi vuoti che circondano il personaggio e permettono alla forma di respirare e di emergere nitida.
La scelta dell’inquadratura ravvicinata, a figura intera e priva di contesto, esalta la dimensione celebrativa e individuale del personaggio, enfatizzandone il ruolo sociale e il carattere. I punti di interesse sono la fascia blu, la bocca delle maniche e il movimento delle gambe che conferiscono ritmo e naturalezza alla scena.
Tecnica e materiali
Il dipinto è realizzato su tela con colori ad olio, tipici della tradizione pittorica settecentesca italiana. Pannini usa pennelli di varia grandezza per definire le masse principali e i tocchi di luce, mentre lascia spazio a segni visibili e a stratificazioni che contribuiscono a rendere la superficie testurale, animata da variazioni di densità e tonalità.
La preparazione della tela è visibile ai margini, dettaglio comune nelle fasi di studio, e la stesura cromatica si alterna tra zone coprenti e velature trasparenti. L’esecuzione rapida e spontanea favorisce la resa immediata delle posture e dell’espressività, mentre la scelta di limitare i dettagli e gli ornamenti offre la possibilità di concentrarsi sul carattere della figura, lasciando immaginare la ricchezza dei passaggi successivi in una versione compiuta dell’opera. Ed è proprio nella freschezza incompiuta del dipinto che si rivela la maestria di Pannini, capace di coniugare spontaneità e monumentalità, trasformando un bozzetto in un ritratto già colmo di presenza e dignità celebrativa.