La Gioconda: cinque curiosità sul capolavoro di Leonardo da Vinci
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La Gioconda, o Monna Lisa, è uno dei dipinti più famosi e misteriosi al mondo. Quest’opera d’arte, realizzata da Leonardo da Vinci tra il 1503 e il 1506, è ammirata per la sua perfezione tecnica, la complessità psicologica e l'enigmatico sorriso che ne caratterizza il volto. Nonostante sia stata studiata e discussa per secoli, la Gioconda continua a suscitare domande e curiosità. Vediamo insieme cinque degli aspetti più affascinanti di questo capolavoro e perché continua a catturare l’immaginario collettivo.
Il mistero del sorriso
Uno dei tratti distintivi della Gioconda è il sorriso enigmatico, che appare ora dolce, ora serio, a seconda dell'angolazione da cui lo si osserva. Questa ambiguità espressiva è resa possibile grazie alla tecnica dello sfumato, una delle innovazioni tecniche di Leonardo.
Lo sfumato consiste nel fondere delicatamente i contorni delle figure, in particolare intorno alla bocca e agli occhi, per creare un effetto di transizione graduale tra le diverse tonalità di colore. La tecnica permette all'osservatore di percepire l’espressione della Monna Lisa in modo diverso a seconda della distanza e della prospettiva.
La percezione di questo sorriso mutevole è stata analizzata da psicologi e neuroscienziati, che hanno rilevato come la nostra mente possa interpretare la stessa espressione in modi diversi.
Secondo alcune ricerche, la visione periferica tende a percepire un sorriso più pronunciato, mentre una visione diretta sembra restituire un’espressione più neutra. Questo fa sì che il volto della Gioconda sembri costantemente cambiare, aggiungendo un elemento di mistero che ha affascinato studiosi e ammiratori per secoli.
Il furto del 1911
Un episodio che contribuì enormemente alla fama della Gioconda è il furto avvenuto nel 1911. La mattina del 21 agosto, il dipinto scomparve dal Louvre, portato via da Vincenzo Peruggia, un ex dipendente del museo.
Peruggia, convinto che il quadro fosse stato trafugato da Napoleone durante le campagne in Italia, sosteneva di voler restituire l’opera alla sua "terra natale". Per due anni, il dipinto rimase nascosto nella sua modesta abitazione di Parigi.
Quando il dipinto fu recuperato a Firenze, dove Peruggia cercava di venderlo a un antiquario, il furto divenne un caso mediatico internazionale. Paradossalmente, invece di essere disprezzato, Peruggia venne visto da molti italiani come un patriota e difensore del patrimonio culturale. Nonostante la sua condanna, la sua azione contribuì ad alimentare la leggenda della Gioconda, accrescendo l’interesse mondiale nei confronti dell'opera.
Le dimensioni contenute del dipinto
Spesso, coloro che visitano il Louvre per la prima volta restano sorpresi dalle dimensioni relativamente contenute della Gioconda. Con un’altezza di 77 cm e una larghezza di 53 cm, il dipinto è più piccolo di quanto si possa immaginare, considerando la sua fama globale.
Questa caratteristica ha un impatto sorprendente, poiché si contrappone al valore simbolico e artistico dell’opera, che occupa un posto imponente nella storia dell’arte.
L’uso di una dimensione ridotta può essere ricondotto a un gusto dell'epoca per i ritratti intimi, destinati a residenze private. Inoltre, Leonardo aveva probabilmente intenzione di concentrarsi sui dettagli e sull’introspezione psicologica piuttosto che su una rappresentazione monumentale.
L’opera è quindi concepita per essere osservata da vicino, un dettaglio che, nel contesto del Louvre, crea un’esperienza visiva unica ma anche, spesso, affollata.
L’identità della Monna Lisa
La figura ritratta è tradizionalmente identificata come Lisa Gherardini, moglie del mercante fiorentino Francesco del Giocondo, da cui il titolo "Gioconda". Tuttavia, questa identificazione non è mai stata del tutto certa, e l’ipotesi ha subito vari rimaneggiamenti nel corso degli anni. Alcuni studiosi suggeriscono che potrebbe trattarsi di un ideale di bellezza femminile creato da Leonardo stesso, altri che possa essere una sintesi di più volti.
Una teoria più ardita è che la Gioconda possa essere un autoritratto mascherato di Leonardo da Vinci. Questo spiegherebbe l’ambiguità dell'espressione e il fascino esercitato dall’immagine androgina, né completamente femminile né maschile.
Anche se priva di conferme, questa ipotesi continua ad attrarre appassionati e studiosi, dimostrando come il volto della Gioconda resti un enigma aperto, un simbolo della complessità psicologica dell’essere umano.
La protezione della Gioconda
Oggi, la Gioconda è custodita in una speciale teca di vetro antiproiettile all'interno del Louvre, dotata di un sistema di controllo della temperatura e dell'umidità. Questo livello di protezione è dovuto alla popolarità senza pari del dipinto, che attira milioni di visitatori ogni anno. La teca serve non solo a proteggere l’opera da eventuali atti vandalici, ma anche a preservarla dagli effetti del tempo e dai cambiamenti ambientali causati dal flusso continuo di persone che si avvicendano davanti al quadro.Nel corso degli anni, la Gioconda è stata vittima di vari tentativi di danneggiamento. Nel 1956, un visitatore lanciò una pietra contro il dipinto, danneggiando leggermente il lato inferiore; da allora è stata ulteriormente protetta e isolata. La teca di vetro permette a chiunque di osservare l'opera da vicino, ma limita l'interazione diretta, creando una sorta di "barriera emotiva" tra l'osservatore e l’opera, quasi come se il dipinto fosse consapevolmente distaccato e inaccessibile, a perpetuare l'alone di mistero che lo circonda.