Veduta dell'Antico Foro Romano incisione del 1704
Condividi
La Magnificenza del Foro Romano e delle Chiese di Roma: una veduta storica
L’opera è un’incisione affascinante, di valore sia artistico che storico, che ci offre una finestra aperta su uno dei luoghi più iconici e simbolici della Roma antica: il Foro Romano, accompagnato dalle rappresentazioni delle chiese dei Santi Luca e Martina e di Santa Maria Nova, oggi Santa Francesca Romana. Questo pezzo, basato su disegni e incisioni di noti artisti del XVII secolo come Lievin Cruyl e Giovanni Battista Falda, ci permette di immergerci in un’epoca in cui Roma, ancora gravata dalle rovine del passato, stava lentamente riconquistando la sua gloria attraverso la reinvenzione e la ricostruzione.
L’incisione principale, quella che domina l’opera, presenta una veduta dettagliata e ampia del Foro Romano, uno degli spazi pubblici più importanti dell'antichità, utilizzato per secoli come centro politico, religioso ed economico della Roma imperiale. La prospettiva, basata su un disegno di Lievin Cruyl, ci colloca in un punto d'osservazione privilegiato: il Campidoglio, uno dei sette colli di Roma, che domina il Foro dall'alto.
Guardando verso sud-est, verso il Colosseo, siamo immediatamente colpiti dal contrasto tra la grandiosità architettonica dei templi e l’uso rurale dell’area nel periodo raffigurato. In primo piano, infatti, vediamo il Campo Vaccino, uno spazio che, nel corso dei secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano, venne utilizzato come pascolo per il bestiame. I bovini che si vedono pascolare di fronte al Tempio di Castore e Polluce sono un richiamo diretto a questa trasformazione del Foro, da cuore pulsante della vita pubblica romana a semplice area rurale, quasi dimenticata, in uno dei momenti più bassi della sua lunga storia.
Il Campo Vaccino: simbolo di decadenza e rinascita
Il Campo Vaccino rappresenta simbolicamente il declino di Roma dopo la caduta dell’Impero. Per secoli, questo luogo, una volta risplendente, è stato ridotto a una zona agricola, lontano dal fervore culturale e politico che lo caratterizzava nei giorni della repubblica e dell'impero. Tuttavia, l’immagine di bovini che pascolano dove un tempo i grandi oratori romani tenevano discorsi infuocati, è anche una testimonianza della resilienza di Roma. Nonostante la decadenza e l’abbandono, il Foro non è mai stato completamente dimenticato. Gli studiosi, gli archeologi e gli artisti del Rinascimento e del Barocco, come Cruyl e Falda, hanno cominciato a riscoprire il suo significato, riconnettendosi con il passato e dando il via a una sorta di rinascita culturale.Dietro la Curia, un tempo sede del Senato romano, si nota un filare di case, un’altra testimonianza dell’evoluzione dell’area. Queste abitazioni, costruite sopra le antiche rovine, simboleggiano l’inevitabile sovrapposizione di epoche e civiltà che caratterizza la storia di Roma. Mentre la Roma antica crollava, nuovi strati di vita e di storia prendevano forma sopra di essa, creando un palinsesto urbano unico al mondo.
Nella parte inferiore dell’incisione, troviamo le rappresentazioni di due importanti chiese romane, tratte dalle celebri incisioni di Giovanni Battista Falda. Queste vedute non sono semplici raffigurazioni architettoniche, ma veri e propri documenti storici che ci raccontano il ruolo e l’evoluzione della città nel XVII secolo.
La chiesa dei Santi Luca e Martina, situata proprio nel Foro Romano, è uno degli esempi più significativi dell’architettura barocca romana. Ricostruita nel 1635 dall’architetto Pietro da Cortona, è un omaggio all’arte del tempo e alla connessione profonda tra la Roma antica e quella cristiana. Il suo ruolo è emblematico: sorge proprio al centro dell’antico cuore pulsante di Roma, quasi a voler dimostrare che la città, pur nella sua evoluzione e trasformazione, continua a essere un faro spirituale e culturale per il mondo.
Di fianco, l’incisione ci mostra la chiesa di Santa Maria Nova, oggi conosciuta come Santa Francesca Romana. Anche questa chiesa, con le sue linee barocche, rappresenta il desiderio di Roma di riconciliarsi con il suo passato, celebrando allo stesso tempo il presente. Il suo campanile, che si erge al di sopra delle rovine antiche, è una perfetta metafora della stratificazione temporale che caratterizza la Città Eterna. La Roma antica e quella cristiana coesistono, si influenzano e si fondono in una continuità storica senza pari.
Il contesto storico e culturale: Roma nel XVII Secolo
Questa incisione ci proietta direttamente nel XVII secolo, un’epoca in cui Roma, sotto il papato, era al centro di un grande movimento di rinnovamento culturale e artistico. Il periodo barocco, infatti, fu caratterizzato da una rinascita del gusto per l’antico, che si tradusse in un desiderio di preservare e restaurare i resti dell’antica Roma, ma anche in una volontà di reinventare la città secondo i nuovi ideali artistici e religiosi.Sotto il pontificato di papi come Urbano VIII e Alessandro VII, Roma si trasformò in un gigantesco cantiere. Artisti come Bernini, Borromini e lo stesso Pietro da Cortona lavorarono per ridare vita alla città, unendo il passato pagano con il presente cristiano in un dialogo continuo tra sacro e profano, tra antico e moderno. L’opera di Falda e Cruyl si inserisce perfettamente in questo contesto, rappresentando una Roma in cui le rovine antiche convivono con la sontuosa architettura barocca.
Un’eredità artistica e storica
L’incisione che abbiamo di fronte non è solo una rappresentazione di Roma, ma un viaggio nel tempo, una testimonianza di come la città sia cambiata, evoluta e rinata nel corso dei secoli. Attraverso lo sguardo di artisti come Cruyl e Falda, possiamo rivivere un’epoca in cui il passato e il presente si mescolavano, creando un panorama unico, fatto di rovine imponenti e nuove costruzioni magnifiche.La veduta del Foro Romano, con il Campo Vaccino e le chiese barocche, ci ricorda quanto Roma sia stata e continui a essere un crogiolo di storia e cultura. Ogni pietra, ogni edificio, ogni rovina racconta una storia, non solo di gloria e potere, ma anche di decadenza e rinascita. È questa stratificazione di significati che rende Roma eterna, e che rende quest’incisione un documento prezioso, capace di farci rivivere la grandezza e la complessità della Città Eterna in uno dei suoi momenti più significativi.