A Treviso, restaurata la facciata di Casa Minotto: straordinario ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi torna alla luce
Jayde BrowneCondividi
Nel cuore di Treviso, la facciata di Casa Minotto – già sede dell’Ospedaletto dei Santi Marco e Vittore – rinasce dopo un accurato intervento di restauro, riportando alla luce uno straordinario ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi che arricchiscono il tessuto urbano e la memoria collettiva della città. Il progetto, condotto con rigore scientifico e una profonda attenzione ai valori storico-artistici, conferma ancora una volta la centralità di Treviso nella tutela e valorizzazione del suo patrimonio pittorico rinascimentale.
Il restauro della facciata di Casa Minotto ha permesso di riscoprire un ciclo pittorico che abbraccia oltre mezzo secolo di storia figurativa, restituendo alla città un racconto visivo che si snoda tra stilemi tardo gotici e innovazioni rinascimentali. L’intervento, curato dall’architetto Gianluca Finco, ha visto un lavoro meticoloso di consolidamento degli intonaci, reintegrazione cromatica e pulitura delle superfici, con il supporto di una équipe di restauratori e storici dell’arte. Le indagini diagnostiche hanno consentito di comprendere la stratificazione pittorica e di individuare gli elementi originali, distinguendo fra le diverse fasi decorative che hanno segnato la storia dell’edificio.
Gli affreschi, tornati ora visibili al pubblico, presentano motivi decorativi di grande raffinatezza, scene sacre e allegoriche che testimoniano la vivacità culturale della Treviso rinascimentale. La facciata diventa così una pagina aperta sulle vicende della città, sulle committenze laiche e religiose, sulle ambizioni artistiche di una comunità saldamente legata ai valori della devozione, del decoro urbano e del mecenatismo pittorico. I dettagli iconografici, dai santi protettori alle eleganti grottesche, restituiscono spiritualità e senso della bellezza, incarnando la tensione tra tradizione locale e influssi provenienti dai centri artistici veneti e lombardi.
Il restauro, reso possibile grazie all’impegno congiunto di enti pubblici e privati, si inserisce nella lunga tradizione di recupero delle facciate storiche trevigiane, che negli ultimi decenni hanno beneficiato di campagne di consolidamento e valorizzazione. L’importanza di Casa Minotto, tuttavia, risiede non solo nella qualità dei dipinti ma anche nella funzione sociale esercitata dall’antico Ospedaletto, luogo di accoglienza e assistenza che per secoli ha rappresentato un baluardo di solidarietà e inclusione. La presenza degli affreschi nella sede dell’ex ospedale sottolinea il ruolo dell’arte come veicolo di speranza, educazione e memoria civica.
La progettazione dell’intervento ha previsto un’analisi storica dettagliata sia dell’edificio sia delle tecniche pittoriche impiegate. Le ricognizioni archivistiche hanno permesso di attribuire le varie fasi decorative a botteghe locali attive tra il XV e il XVI secolo, sensibili agli stimoli provenienti da figure come Ludovico Pozzoserrato e altri maestri fiamminghi di passaggio in Veneto. Le operazioni di rilievo e restauro si sono sviluppate su più fronti: dalla mappatura dei degradi superficiali al recupero delle pellicole pittoriche, con risultati che oggi consentono di apprezzare la varietà stilistica e la profondità degli strati iconografici.
Casa Minotto diventa così esempio virtuoso di sinergia tra pubblico e privato: il Comune di Treviso, proprietario di parte dell’edificio, ha garantito il supporto tecnico e logistico, mentre la società privata locataria ha sostenuto economicamente parte delle opere, favorendo la nascita di una collaborazione che potrebbe rappresentare un modello per la salvaguardia dei beni comuni. L’operazione testimonia la necessità di promuovere nuove forme di condivisione e responsabilità culturale, invitando cittadini e istituzioni a partecipare attivamente alla tutela del patrimonio artistico.
L’effetto del restauro sulla città è tangibile. La facciata di Casa Minotto, oggi restituita al suo antico splendore, contribuisce a rafforzare l’identità storica del centro urbano, valorizzando l’estetica delle vie e favorendo percorsi turistico-culturali che coinvolgono visitatori, studiosi e appassionati d’arte. Le esperienze didattiche promosse in occasione dell’inaugurazione – con visite guidate, laboratori e sessioni aperte di restauro – hanno creato occasioni di apprendimento reciproco tra professionisti, studenti e cittadini, diffondendo consapevolezza sulle tecniche impiegate e sull’importanza della conservazione.
Il ritorno alla luce degli affreschi di Casa Minotto dimostra il valore della ricerca storica e della sensibilità tecnica, sottolineando come ogni edifico possa contenere tracce di identità e bellezza capaci di parlare al presente. La documentazione fotografica, gli studi scientifici e le testimonianze raccolte nella progettazione del restauro arricchiscono oggi il patrimonio documentale della città, offrendo materiali di studio e spunti di riflessione per una rilettura della storia urbana e artistica di Treviso.
Il progetto segna una tappa fondamentale nella valorizzazione dei cicli pittorici urbani, che da sempre caratterizzano il paesaggio trevigiano. La riscoperta di affreschi nascosti, cancellati dal tempo e dall’incuria, ricorda quanto sia urgente e strategico investire nella manutenzione e nel restauro, non solo per preservare l’arte ma per restituire alle nuove generazioni la possibilità di conoscere e riconoscere le proprie radici. L’affresco restaurato sulla facciata di Casa Minotto diventa così non solo opera d’arte ma anche strumento di coesione sociale, spunto per riflessioni attuali e stimolo alla partecipazione civica.