Traiano, l'imperatore giusto

Traiano, l'imperatore giusto

Alice Pettirosso

Traiano, l'imperatore che ha definito la giustizia

Traiano, imperatore dal 98 al 117 d.C., è stato celebrato nei secoli come l'incarnazione del sovrano ideale: ambizioso ma giusto, forte ma saggio. La sua figura è diventata simbolo del governante illuminato, capace di unire potere e servizio al bene comune. Questa combinazione di virtù ha affascinato autori antichi e moderni, consolidando Traiano come esempio di equilibrio tra gloria personale e responsabilità verso il popolo.

Plinio il Giovane e la nascita del mito del sovrano perfetto

Fin dai suoi contemporanei, Traiano ha dato vita al mito del sovrano esemplare. Plinio il Giovane, nel Panegyricus, lo celebra come difensore della libertà, elogiandone la saggezza e la moderazione. Non si limita a ricordare le sue gloriose imprese militari, come le vittoriose campagne contro i Daci, ma sottolinea anche la sua capacità di costruire opere monumentali e promuovere valori morali. Per Plinio, Traiano metteva sempre il bene comune al di sopra della propria gloria, un tratto che avrebbe immortalato la sua immagine nei secoli a venire.

Dione Cassio e l'epoca d'oro di Traiano

Dione Cassio, storico vissuto circa un secolo dopo Traiano, arricchisce ulteriormente la leggenda dell’imperatore giusto. Nella sua Storia romana, descrive il regno di Traiano come un’epoca di prosperità e stabilità, un netto contrasto con l’instabilità dei precedenti imperatori, come Domiziano. Dione sottolinea come l'espansione dell’impero ai suoi massimi confini sia stata gestita con saggezza e giustizia, confermando Traiano come un sovrano esemplare, capace di mantenere l'equilibrio anche in tempi di grande espansione.

Il mito cristiano di Traiano: dall'imperatore giusto alla salvezza divina
Il mito di Traiano non si ferma alla letteratura pagana, ma viene amplificato dal cristianesimo nel Medioevo. Una delle leggende più affascinanti racconta che Traiano, pur essendo un imperatore pagano, fu salvato dalla dannazione eterna grazie a un atto di straordinaria giustizia. La leggenda narra che, colpito dalla supplica di una vedova disperata, Traianosospese una campagna militare per assicurare alla donna la giustizia. Questo gesto avrebbe attirato la benevolenza divina, tanto che, secondo il racconto, Dio lo resuscitò su richiesta di San Gregorio Magno, permettendogli di convertirsi e ottenere la salvezza.

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Traiano nella Divina Commedia: l'incontro tra giustizia umana e divina
Dante Alighieri riprende il mito cristiano di Traiano nella Divina Commedia, collocandolo nel Cielo di Giove, tra le anime dei giusti. Nel canto XX del Paradiso, Traiano è lodato per il suo atto di compassione verso la vedova, simbolo di una giustizia che trascende le differenze religiose. Dante lo utilizza come esempio di redenzione per chi agisce con rettitudine, indipendentemente dalla fede professata. Traiano diventa così un ponte tra la giustizia terrena e quella divina, un simbolo dell'universalità della virtù.

Traiano e l'ambizione imperiale nella storiografia moderna
Nell’età moderna, la figura di Traiano viene riletta in chiave più critica, ma senza perdere il suo status di imperatore giusto. Autori come Edward Gibbon, nella sua famosa opera Declino e caduta dell’Impero Romano, riflettono sulla sua ambizione. Gibbon lo ammira per le sue straordinarie capacità militari, ma vede nelle sue campagne espansionistiche il seme della futura crisi dell’impero. Traiano, infatti, portò Roma al suo apice territoriale, ma questa espansione, secondo Gibbon, finì per indebolire le strutture dell’impero, creando tensioni che i suoi successori non furono in grado di gestire.

Questa visione critica, pur ammirando la grandezza di Traiano, sottolinea le conseguenze a lungo termine delle sue azioni, influenzando profondamente la percezione della sua figura nella storiografia moderna. Traiano rimane un personaggio complesso, esemplare e controverso allo stesso tempo, un imperatore che non smette di affascinare e dividere.

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