La straordinaria Bibbia Istoriata Padovana torna in mostra al Museo Diocesano

La straordinaria Bibbia Istoriata Padovana torna in mostra al Museo Diocesano

Jayde Browne

Padova si prepara a riabbracciare uno dei suoi tesori più rari e significativi, la straordinaria “Bibbia Istoriata Padovana”, capolavoro miniato trecentesco dall’altissimo valore artistico, storico e documentario. Il prezioso manoscritto, realizzato da miniatori attivi nella corte dei da Carrara, antichi Signori di Padova fino al 1405, torna nella città veneta in occasione di una mostra attesissima che si terrà dal 17 ottobre al 19 aprile nel magnifico Salone dei Vescovi del Museo Diocesano. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, fortemente voluta anche dalla Fondazione Cariparo e sostenuta dal curatore Alessia Vedova con la collaborazione scientifica di Federica Toniolo, rappresenta uno degli eventi culturali di maggior rilievo dell’autunno 2025.

Quella della Bibbia Istoriata Padovana è una storia antica e tortuosa, segnata da vicende di dispersione, rarità e riscoperta. Non si sa infatti se il progetto originale avesse previsto effettivamente la realizzazione dell’intero racconto biblico. Certo è che l’impresa, costosissima, avrebbe richiesto tempi “biblici” e una committenza di grandi possibilità. Dopo la caduta della Signoria, le tracce del manoscritto si perdono: nel corso dei secoli il volume si smembra e solo due porzioni giungono sino a noi. Una passa tra le mani della famiglia rodigina dei Silvestri, noti bibliofili e collezionisti, e viene affiliata in seguito all’Accademia dei Concordi di Rovigo, mentre un’altra parte, detta anche “Bibbia Sussex”, approda a Londra tra le collezioni del Duca di Sussex e quindi alla British Library. Il risultato di questa vicenda è che oggi esistono due nuclei superstiti della Bibbia Istoriata Padovana, che saranno finalmente riuniti dopo secoli nell’ambito della mostra padovana, grazie al fondamentale lavoro di mediazione delle istituzioni conservatrici.

Nel contesto architettonico sontuoso del Salone dei Vescovi, i due frammenti della Bibbia potranno essere ammirati uno accanto all’altro, custoditi in una teca altamente sicura e immersa in un allestimento suggestivo. Questa scelta non è certo casuale: la Bibbia Istoriata Padovana trova profonde consonanze stilistiche e tematiche con il celebre ciclo di affreschi del Battistero del Duomo, dominato dalla mano di Giusto de’ Menabuoi. Le miniature del manoscritto intrecciano dialoghi visivi e narrativi con la grande tradizione pittorica padovana, a partire dagli insegnamenti di Giotto, Altichiero, lo stesso Giusto e altri artisti gravitanti attorno ai Carraresi. Ogni carta illustrata della Bibbia mette in scena il racconto sacro attraverso un linguaggio che oscilla tra racconto visuale e didascalia, anticipando lo spirito dei moderni fumetti, come dimostra la frequente annotazione “Como qui si è depento”, che rimanda a una narrazione più affidata alle immagini che alle parole.

Un aspetto che rende la Bibbia Istoriata assolutamente eccezionale è la scelta linguistica. Il testo biblico è infatti redatto in un volgare infarcito di inflessioni venete e padovane, una vera rarità per l’epoca, quando la Bibbia veniva generalmente trascritta e miniata in latino. Questa decisione la inserisce di diritto nella tradizione europea delle Bibbie illustrate francesi, rivolgendosi a una élite laica e colta pronta ad accogliere forme comunicative nuove, in cui narrazione visiva e lingua popolare si fondono con effetti di straordinaria freschezza. Le porzioni oggi conosciute comprendono, per la parte rodigina, l’incipit della Genesi e la storia di Ruth, mentre la sezione di Londra ospita la parte centrale del Pentateuco e il libro di Giosuè.** La Bibbia Sussex si compone di ben 86 carte illustrate e 529 miniature, magistralmente conservate in una legatura blu e oro ottocentesca decorata con stemma reale.**

Le miniature della Bibbia Padovana sono cariche di richiami iconografici e compositivi alle grandi decorazioni degli edifici religiosi cittadini. Alessia Vedova, la curatrice, ne sottolinea la modernità e la naturalezza dello stile, che riflettono l’influenza di artisti come Giotto e Giusto de’ Menabuoi, capaci di innovare il rapporto tra figura e spazio, narrazione e realismo. L’allestimento della mostra offrirà anche una sala immersiva, pensata per restituire il clima culturale e storico nella Padova del Trecento, momento in cui nacquero sia la Bibbia che altri capolavori di miniatura e pittura. Sarà un viaggio nella storia dell’arte tardo medievale padovana, intrecciata con quella letteraria di personaggi del calibro di Francesco Petrarca, allora protagonista di una vivacissima scena intellettuale.

Secondo Federica Toniolo, docente di Storia dell’arte medievale all’Università di Padova, la mostra offrirà ai visitatori la possibilità non solo di perdersi nella bellezza delle miniature, ma anche di intravedere, tra le vignette miniate, uno specchio fedele della società tardo medievale padovana: dai paesaggi rurali alle architetture cittadine, dai costumi religiosi ai dettagli profani. Ogni foglio riserva una sorpresa, ogni ciclo di immagini si rivela come finestra sugli usi e costumi di una civiltà ricchissima, tutta da riscoprire anche nelle sue stratificazioni linguistiche.

L’esperienza espositiva è arricchita inoltre dalla possibilità di visitare, sempre con lo stesso biglietto, il grande ciclo di affreschi del Battistero del Duomo, riconosciuto come modello iconografico di riferimento dai miniatori della Bibbia. L’intero percorso proposto dal Museo Diocesano, diretto da Andrea Nante, crea così un dialogo continuo tra miniature e pittura murale, tra racconto biblico a immagini e la grande tradizione figurativa del Trecento padovano. Questa mostra diventa occasione unica per vedere riunite parti di un manoscritto che idealmente “parla” con gli altri grandi capolavori artistici del territorio.

Il ritorno della Bibbia Istoriata Padovana rappresenta il felice esito di un lungo percorso di studio, tutela e cooperazione internazionale, che vede come protagonisti musei, biblioteche storiche e fondazioni bancarie. L’evento reca con sé il senso della memoria e della cura del patrimonio, rilanciando il dibattito sull’importanza della conservazione e della valorizzazione dei manoscritti miniati e delle arti applicate medievali. Il manoscritto e i suoi misteri, rimasti irrisolti per secoli, tornano a Padova per risplendere e suggerire nuove storie e nuovi dialoghi tra le generazioni.

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