Storia, digitale e futuro in "Grande Brera": il palinsesto d’arte che trasforma Milano
Jayde BrowneCondividi
Milano si prepara a vivere una nuova stagione all’insegna dell’arte con il progetto “Grande Brera”, un vero e proprio hub culturale che riunisce Pinacoteca, Palazzo Citterio e Biblioteca Nazionale Braidense in un susseguirsi di appuntamenti prestigiosi tra la fine del 2025 e il primo semestre del 2026. L’obiettivo è chiaro: collegare l’arte antica, la contemporaneità e i linguaggi del digitale in una rete viva di ricerca e contaminazione culturale. Il nuovo corso, guidato dal direttore Angelo Crespi, promette una programmazione articolata che attraversa epoche, generi e discipline.
Tra le novità più attese spiccano le collaborazioni con il Museo Nazionale dell’Arte Digitale, che porteranno nella città installazioni immersive e progetti innovativi già a partire dal 18 settembre, quando Palazzo Citterio ospiterà sul suo ledwall “Strata #1” di Quayola. Quest’opera video, acquisita dal MNAD, trasforma la volta della Chiesa del Gesù a Roma in una materia cromatica e geometrica astratta, aprendo una riflessione sulla memoria, tra figurazione e astrazione, in un dialogo tra patrimonio culturale e nuove tecnologie che ridisegna il concetto stesso di museo.
Il viaggio prosegue con “Vanishing Trees” di Debora Hirsch, dal gennaio 2026, un’installazione che intreccia arte digitale, scienza e memoria, offrendo una narrazione site-specific del rapporto fra uomo e ambiente, immaginario e paesaggio. Anche queste iniziative sono il risultato di una stretta collaborazione tra Brera e il MNAD, a testimonianza di una volontà precisa di fondere la tradizione con la sperimentazione più avanzata.
Sempre a Palazzo Citterio dal 16 ottobre arriva la grande retrospettiva dedicata a Bice Lazzari, artista che ha attraversato generi e materiali, dal design all’arte applicata e agli esiti minimalisti dell’ultimo periodo. Curata da Renato Miracco, la mostra vanta più di cento opere, con prestiti da musei e collezioni di fama internazionale come la Guggenheim di New York e la GNAMC di Roma, e offre un viaggio avvincente attraverso l’intera evoluzione creativa di una delle figure più originali della pittura italiana del Novecento.
Dal 30 ottobre al 18 gennaio 2026 la Sala Stirling ospiterà la monumentale installazione di Giovanni Frangi, “Nobu at Elba Redux”, composta da quattro grandi tele e venti sculture di gommapiuma bruciata illuminate a intervalli regolari, pensata per evocare suggestioni notturne e paesaggi solitari. Il progetto, a cura di Giovanni Agosti e allestito da Francesco Librizzi, vuole rievocare l’emozionalità del luogo originario di creazione, Villa Panza a Varese, rinnovando per Milano una straordinaria occasione di fruizione.
Il 2026 vedrà anche protagonista Giovanni Gastel, celebrato fotografo e interprete d’avanguardia, con una mostra che ripercorrerà la sua carriera dalle copertine di moda alle campagne pubblicitarie iconiche. A Palazzo Citterio si racconterà così una parabola artistica che ha segnato lo stile visivo italiano e internazionale degli ultimi decenni, tra costume, società e introspezione fotografica.
Da non perdere il progetto “Metafisica & Metafisiche” – curato da Vincenzo Trione e diffuso tra Palazzo Reale, Museo del Novecento e Brera – che coinvolge anche l’artista William Kentridge in un omaggio a Giorgio Morandi, sottolineando ancora una volta il valore della rete culturale milanese nel richiamo internazionale dell’arte contemporanea.
Maggio e luglio saranno i mesi della grande installazione dei “Dormienti” di Mimmo Paladino, capolavoro presentato in un nuovo progetto espositivo a cura di Lorenzo Madaro. L’artista campano torna in un’istituzione pubblica milanese per far dialogare le sue celebri sculture con lo spazio e la sensibilità urbana attuale, offrendo un’esperienza inedita e coinvolgente ai visitatori.
La Pinacoteca di Brera si prepara invece ad accogliere una mostra senza precedenti: dal 14 maggio al 30 agosto 2026 sarà dedicata per la prima volta a Giovanni Agostino da Lodi, artista dal percorso misterioso, attivo tra la fine del Quattrocento e il primo Cinquecento. Attraverso un rigoroso apparato scientifico, curatrici come Maria Cristina Passoni e Cristina Quattrini restituiranno il profilo di un autore che incrocia influenze milanesi e venete con nomi del calibro di Bramantino, Leonardo, Bellini, Giorgione, Dürer. Questo appuntamento promette di svelare capolavori inediti provenienti da prestiti nazionali e internazionali, offrendo una mappa stilistica unica sull’arte del Rinascimento.
Alla Biblioteca Nazionale Braidense, ottobre si apre con la mostra “Costume Jewelry”, dedicata alla straordinaria collezione di gioielli non preziosi di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo: una selezione che ripercorre la storia creativa dei bijoux dagli anni Trenta a oggi, arricchita da fotografie e testi di grandi esperti internazionali. Seguirà la mostra “Edoarda Masi e la Cina”, curata in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano, che valorizza il lascito della celebre sinologa e bibliotecaria braidense tra letteratura, pensiero e traduzione.
Nella stessa sala, a cinquant’anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini e a cento anni dalla nascita dello scrittore giapponese Yukio Mishima, si terrà dal 29 gennaio al 28 marzo un nuovo confronto culturale fra due voci irregolari del Novecento, tra riflessioni critiche e avventure poetiche. A chiudere la serie, tra aprile e giugno 2026, la mostra dedicata a Umberto Eco – dieci anni dopo la sua scomparsa – rinnova il rapporto tra arte, letteratura e pensiero nella cornice monumentale della Biblioteca Braidense.
La Grande Brera conferma così il suo ruolo di centro nevralgico della cultura milanese e italiana, capace di tessere legami tra passato, presente e futuro, coinvolgendo artisti di fama internazionale, figure storiche e avanguardie digitali. Il palinsesto delle mostre, vario e stratificato, invita i visitatori a riscoprire spazi iconici come la Pinacoteca e Palazzo Citterio, a entrare nei luoghi della memoria e della sperimentazione e a lasciarsi trasportare dai percorsi trasversali che uniscono generazioni, visioni e discipline.
Le scelte curatoriali evidenziano come la missione di Brera sia quella di creare una piattaforma aperta all’innovazione, alla contaminazione fra generi e linguaggi, senza rinunciare al rigore scientifico e alla valorizzazione del patrimonio storico. L’incrocio fra digitale e tradizione, fra installazioni immersive e ricerca documentaria, segna una nuova fase per Milano, pronta ad accogliere un pubblico cosmopolita e curioso, capace di vivere l’arte come dimensione sociale e personale.