Sogni di carta e futuro: Jacob Hashimoto incanta Siena con “Path to the Sky” al Santa Maria della Scala

Sogni di carta e futuro: Jacob Hashimoto incanta Siena con “Path to the Sky” al Santa Maria della Scala

Jayde Browne

L’antico Ospedale di Santa Maria della Scala a Siena, luogo carico di storia e spiritualità nel cuore della città, ospita per tutta l’estate e fino a settembre una delle installazioni più poetiche del panorama artistico internazionale: la mostra di Jacob Hashimoto, intitolata “Path to the Sky” e curata da Raphaëlle Blanga. Il percorso espositivo si rivela come un ponte ideale tra passato e presente, tra la leggerezza del sogno e la solidità della pietra, capace di unire Oriente e Occidente, arte e spiritualità, intimità e monumentalità. Hashimoto invia un messaggio visivo potente, invitando i visitatori ad alzare lo sguardo, a lasciarsi trasportare in uno spazio sospeso tra memoria e visione futura.

L’artista americano di origini nipponiche, conosciuto a livello mondiale per le sue installazioni monumentali in carta e bambù, presenta a Siena un progetto site-specific di impressionante impatto visivo, studiato in dialogo con gli spazi verticali della Corticella, l’antico cortile dell’Ospedale. La scultura fluttuante, creata da migliaia di piccoli aquiloni artigianali realizzati in carta giapponese e legati tramite sottilissimi fili, si innalza verso il cielo, occupando un grande volume sospeso. L’opera non è solo una celebrazione dell’artigianalità e della leggerezza, ma una riflessione sull’interconnessione tra culture, popoli e generazioni che attraversano il complesso museale da secoli.

“Path to the Sky” accompagna i visitatori in quello che si rivela non solo un percorso sensoriale, ma una vera e propria esperienza meditativa: dalla Corticella alla Strada interna, la cascata di aquiloni costruisce un dialogo verticale, conducendo idealmente da terra al cielo, dal quotidiano all’oltre. Ogni elemento è pensato per risuonare con la storia di un luogo che per generazioni ha accolto viaggiatori e pellegrini, e che oggi si apre all’arte contemporanea come laboratorio di relazioni e di futuro.

La straordinaria monumentalità dell’installazione è valorizzata da una curatela che mira ad accentuare sia la qualità artigianale delle singole componenti, sia la dimensione immersiva e unitaria dell’insieme. L’effetto è ipnotico: i visitatori camminano tra le ombre leggere degli aquiloni, seguendo un percorso che invita alla contemplazione e stimola la riflessione sul rapporto tra passato e futuro, tra corpo e mente, tra individuo e collettività. Il senso dello spazio, tradizionalmente legato alla dimensione del sacro e dell’accoglienza, si espande fino a diventare apertura verso nuove possibilità, nuove identità, nuovi orizzonti percettivi.

L’iniziativa segna il debutto di una grande installazione contemporanea nelle sale storiche del Santa Maria della Scala, ponendo così le basi per un dialogo rinnovato tra antico e nuovo. Il progetto nasce grazie alla collaborazione con la Galleria Studio la Città e con il supporto organizzativo di Immagine Studio, confermando la vocazione del complesso museale a diventare sempre più un hub culturale, capace di accogliere e far dialogare arti visive, memoria storica e innovazione. “È un’opera che si adagia perfettamente nella rinascita dell’Ospedale”, afferma la presidenza della Fondazione, “un punto di incontro tra il passato di accoglienza e il futuro di produzione culturale”.

Il mondo di Hashimoto, come dimostrano le opere esposte, è un universo fatto di dualismi risolti e di connessioni fluide: dialogo tra paesaggio e astrazione, tra naturale e digitale, tra manualità e tecnologia, tra oriente e occidente. L’artista sfrutta la ripetizione modulare degli aquiloni come alfabeto visivo per raccontare la complessità del nostro tempo, e la scelta degli elementi – carta giapponese, bambù, forme semplici – parla di radici e futuro, di artigianato e serialità, di meditazione e movimento collettivo.

La mostra include anche una selezione di quadri realizzati con la tecnica dei collage su carta: cerchi e rettangoli che rappresentano erba, nuvole, onde, compongono “paesaggi sospesi” fra immaginazione e astrazione. Ogni strato di aquiloni diventa metafora del flusso della vita, della memoria condivisa e del legame con il luogo ospitante. Il Santa Maria della Scala si trasforma dunque in una soglia: qui l’opera d’arte non si limita a decorare lo spazio, ma ne interpreta la storia, creando nuove connessioni tra il sentire individuale e l’identità collettiva della città.

L’allestimento invita al movimento e all’esplorazione sensoriale, ma offre anche al pubblico spazi di quiete e di introspezione, coerenti con le antiche funzioni di pellegrinaggio, cura e accoglienza che caratterizzano la storia dell’ex ospedale. “Path to the Sky” è una sfida al modo di concepire la monumentalità: non come chiusura o imposizione, ma come apertura, sospensione, leggerezza, possibilità di superare le proprie frontiere interiori per dialogare con l’infinito. La mostra diventa in questo modo un percorso che unisce i linguaggi della contemporaneità con le stratificazioni della memoria senese, facendo di Siena un luogo di incontro tra le migliori energie dell’arte internazionale.

Per tutto il tempo di apertura, il Santa Maria della Scala accoglierà eventi collaterali, incontri, visite guidate, occasioni di confronto e approfondimento: la Fondazione promuove così la dimensione partecipativa e inclusiva della cultura, offrendo alla comunità e ai visitatori una narrazione che travalica i confini tradizionali delle mostre per diventare esperienza di crescita collettiva.

Torna al blog