Riemerge il disegno perduto di Michelangelo per la Cappella Sistina

Riemerge il disegno perduto di Michelangelo per la Cappella Sistina

Eleonora Antonini

Un nuovo disegno inedito di Michelangelo emerge sul mercato.
Si tratta di uno studio raro e di recente scoperta, uno dei pochi disegni dell'artista toscano ancora in mani private e che per secoli è rimasto nell'ombra non apparendo mai sul mercato.

Il disegno risale al 1511-12 circa, periodo di quattro anni in cui l'artista lavorò lungo i 530 metri quadrati della Cappella Sistina.

Dalla sua scoperta all'inizio di quest'anno e dopo diversi mesi di ricerche, gli esperti mondiali di Michelangelo hanno riconosciuto la mano dell'artista nel disegno.



Lo schizzo del XVI secolo sarà in assoluto l'unico studio relativo alla Cappella Sistina a venire battuto all'asta con una stima di circa 2 milioni di dollari e sarà nel frattempo esposto presso la sede londinese di Christie's questa settimana, durante la London Classic Week e a New York nel febbraio 2026 prima della New York Classic Week.

La presentazione offrirà al pubblico l’occasione di confrontarsi direttamente con un frammento del processo creativo dell’artista, oltre che la possibilità di vedere da vicino la superficie del foglio ed i segni del "pentimento (o Ripensamento)" che permettono di comprendere quanto la bozza grafica fosse per Michelangelo una fase essenziale del percorso creativo.


Il piccolo foglio, intitolato "Studio per il piede destro della Sibilla Libica", appartiene ad un importante gruppo di studi di figure a sanguigna che Michelangelo realizzò su modelli dal vivo in preparazione degli affreschi della volta della Cappella Sistina in Vaticano.

Lo studio del piede appena ritrovato è un disegno preparatorio per una delle figure più importanti della volta, dipinta nell'ultima campata sul lato est della cappella: la potenza e la precisione del disegno, incentrate sull'effetto visivo delle dita dei piedi della Sibilla che premono contro il terreno, dimostrano il costante impegno di Michelangelo nella rappresentazione accurata del corpo umano.
E' visibile anche il sottile "pentimento" lungo il tallone, correzione che suggerisce come l'artista abbia modificato la posa finale della figura.

La gigantesca Sibilla, affrescata in una scala circa tre volte quella naturale, è fermata dall'artista durante un movimento complesso: scende dal trono e regge un enorme libro profetico aperto, con le punte dei piedi che ne sostengono tutto il peso.



L’artista lavorò alla volta tra il 1508 e il 1512 affrontando l'enorme superficie con un programma iconografico ambizioso ed articolato in nove storie della Genesi al centro, circondate poi da ignudi, Profeti e Sibille.

La volta, immensa e complessa, richiese un’enorme quantità di studi preparatori che Michelangelo affrontava per sezioni, generando contestualmente centinaia di disegni: nei mesi e negli anni successivi realizzò suoi studi creando affreschi a pezzi, mentre dipingeva gradualmente la volta e completava una campata dopo l'altra.

Nei primi studi realizzati utilizzò principalmente penna, inchiostro e gessetto nero, mentre col tempo iniziò a usare più frequentemente la sanguigna, considerata una tecnica più impegnativa del carboncino ma particolarmente adatta al disegno del corpo umano dal vivo.

Ad oggi, questi disegni sono ampiamente considerati i migliori risultati di Michelangelo con questa tecnica.


Un altro studio
per la Sibilla Libica conservato al Metropolitan Museum of Art di New York, presenta la figura di un giovane nudo seduto, visto di schiena con la testa di profilo, le braccia piegate ed il busto ruotato in un elegante contrapposto che mette in mostra la formidabile muscolatura della schiena.
Il giovane, osservato attentamente da un modello vivente – molto probabilmente un assistente in posa nello studio – fu poi trasformato nella figura che ritroviamo nell'affresco. 
Sullo stesso foglio, accanto al corpo del giovane, si trovano studi di altri dettagli: un altro schizzo del torso, la testa di profilo, il piede destro, vari movimenti delle dita dei piedi e della mano sinistra.

Il metodo esplorativo dell’artista emerge anche dall’osservazione delle linee: prima traccia la forma con un segno leggero, poi rafforza i contorni con un tratto più deciso.

Questa tecnica rivela il processo mentale con cui ricercava l’equilibrio e la tensione fisica della figura, difatti anche se l’affresco mostra la Sibilla completamente vestita, Michelangelo sapeva che i piedi sarebbero rimasti nudi e dedicò loro un’attenzione particolare.



Il nuovo studio, che rappresenta il piede destro, completa quindi idealmente il lavoro già presente nel foglio del Metropolitan che raffigura il sinistro.
L’importanza di questa nuova scoperta mette in dialogo opere e studi conservati in altre collezioni e la relazione con il disegno del Metropolitan crea un ponte tra due momenti distinti della preparazione dell’affresco: da un lato la costruzione generale del corpo, dall’altro l’attenzione al dettaglio anatomico. 

La coerenza tra i due fogli mostra come l'artista procedesse utilizzando un metodo strutturato, alternando fasi di sintesi e fasi di analisi meticolosa: questo approccio è evidente anche nelle sue grandi opere scultoree, dove l’artista partiva da blocchi massicci per poi definire progressivamente la forma con precisione chirurgica.


Michelangelo disegnò costantemente per tutta la vita e attraverso il disegno pianificava e preparava i suoi progetti, sviluppava le sue invenzioni e perfezionava le sue idee. 

I suoi schizzi superstiti, circa seicento, ammontano solo ad una frazione delle migliaia di disegni che deve aver prodotto e purtroppo solo molto raramente nuovi disegni sono stati riscoperti e aggiunti al suo corpus grafico, mentre quasi tutti gli studi noti sono ora in collezioni pubbliche.

"Di fronte a questo disegno", afferma Giada Damen, specialista del Dipartimento di Disegni Antichi di Christie's, "possiamo cogliere tutta la potenza della forza creativa di Michelangelo, possiamo quasi percepire l'energia fisica con cui ha reso la forma del piede, premendo vigorosamente la sanguigna sulla carta; il disegno è stato poi trasferito sull'intonaco fresco del soffitto, con la posizione finale del piede leggermente modificata, in modo che il peso della Sibilla fosse quasi interamente sostenuto dalle dita. Questo ci dimostra quanto Michelangelo fosse instancabilmente spinto a perfezionare la sua opera anche nelle fasi finali della pittura".

La lunga permanenza del foglio in una collezione privata, protetto dalla luce e verosimilmente manipolato con cura, ne ha garantito una conservazione sorprendente e questo stato di integrità ne ha permesso oggi un’analisi tecnica approfondita, inclusa l’osservazione dei segni più leggeri lasciati dalla mano dell’artista. 

Le analisi condotte da Christie’s hanno evidenziato le sottili variazioni nella densità del tratto, indicazioni della pressione esercitata da Michelangelo nelle diverse fasi del disegno.


Gli esperti ritengono che lo studio aggiunga un tassello fondamentale alla conoscenza delle tecniche di Michelangelo durante gli anni della Cappella Sistina, anni che rappresentano il culmine della sua capacità inventiva e che a differenza dei suoi lavori scultorei - in cui la materia stessa imponeva limiti fisici - gli permettevano di sperimentare soluzioni rapide ed esplorare alternative in modo immediato.

Il dibattito sul ruolo del disegno nel suo percorso creativo è un tema che negli ultimi anni ha attirato crescente attenzione da parte degli studiosi: sebbene Michelangelo sia universalmente celebrato come scultore e pittore, è nei disegni che emergono con maggiore immediatezza le sue intuizioni più audaci, quelle che spesso non trovavano spazio e venivano trasformate in corso d’opera.
 
Questo nuovo studio ci offre dunque una rara occasione per osservare l’artista in un momento di lavoro non filtrato, quasi intimo e lontano dalla monumentalità che caratterizza le sue creazioni finite.


Il disegno ci permette inoltre di comprendere meglio l’attenzione di Michelangelo per l’unità organica del corpo umano, tanto che anche un dettaglio apparentemente secondario come un piede, diventa un elemento di equilibrio narrativo e strutturale.

La tensione muscolare, la pressione delle dita sul terreno, l’inclinazione del tallone rivelano infatti la dinamica complessiva del movimento della figura, traducendo in un singolo punto la complessità di un gesto.

La precisione quasi ossessiva con cui affronta questo studio suggerisce quanto ritenesse imprescindibile una perfetta comprensione dell’anatomia per raggiungere l’impatto emotivo che desiderava, soprattutto in un contesto grandioso simile.


Per questo motivo, il disegno appena scoperto non solo è opera di uno dei più grandi artisti della storia, ma rappresenta una fase cruciale della creazione di uno dei capolavori assoluti del Rinascimento in un momento storico in cui molte opere d'arte sono frammentarie o pesantemente restaurate.

La presenza di un disegno originale di Michelangelo integro e leggibile costituisce un’eccezione di enorme valore culturale.

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