“Piero Manzoni: Total Space” conquista New York: mostra rivoluzionaria al Magazzino Italian Art
Jayde BrowneCondividi
La mostra “Piero Manzoni: Total Space” inaugurata l’8 settembre 2025 al Magazzino Italian Art di Cold Spring, New York, rappresenta una pietra miliare per la rivalutazione mondiale del genio radicale di Manzoni. Per la prima volta negli Stati Uniti, il pubblico può immergersi in due ambienti visionari ideati dall’artista nel 1961 e realizzati solo recentemente grazie alla Fondazione Piero Manzoni e alla galleria Hauser & Wirth. L’esposizione segna una svolta nella museografia internazionale, grazie alla ricostruzione fedele della "Stanza pelosa" e della "Stanza fosforescente", installazioni pensate per avvolgere il visitatore e catapultarlo nel cuore pulsante della ricerca manzoniana sulla percezione, sullo spazio e sul ruolo attivo dello spettatore nell’arte contemporanea.
Queste due opere stravolgono il concetto tradizionale di quadro, portando all’estremo la logica degli “Achrome”, capolavori in cui il bianco e la materia – dal caolino alle fibre sintetiche, dal cotone idrofilo alla pelliccia – eliminano ogni traccia di espressione soggettiva per aprirsi alla pura presenza fisica. Manzoni ha voluto superare la superficie pittorica per offrire uno spazio totalizzante e tridimensionale, in cui il pubblico diventa parte integrante della creazione e non semplice osservatore. In questi ambienti, la percezione estetica si fa epidermica: la Stanza pelosa invita al contatto tattile, a un senso di smarrimento avvolgente, mentre la Stanza fosforescente ci immerge in atmosfere spettrali, dove la luce e il corpo si combinano in continui giochi ottici.
L’iniziativa di Magazzino Italian Art, sotto la curatela di Nicola Lucchi, si inserisce come uno dei momenti più alti dell’autunno culturale newyorkese. Oltre alle due installazioni ambientali, la mostra offre una panoramica sulla produzione di Manzoni, esponendo una selezione di “Achrome” storici, tra cui una delle prime versioni del 1958. Le opere in prestito da collezioni americane, unite a questo importante dono permanente, consolidano il museo come referente internazionale per la conoscenza, la conservazione e la divulgazione dell’arte italiana del dopoguerra. Il progetto coinvolge figure di rilievo come Rosalia Pasqualino di Marineo (Fondazione Manzoni) e i fondatori di Magazzino, Nancy Olnick e Giorgio Spanu, fortemente impegnati nel sostegno all’avanguardia italiana.
La storia di queste installazioni è emblematica: rimaste a lungo solo sulla carta, sono state materializzate per la prima volta a Los Angeles nel 2019 dall’architetto Stephanie Goto, in una collaborazione che ha avviato il rinnovato interesse per l’eredità manzoniana negli Stati Uniti. L’arrivo definitivo al Magazzino non solo consente di studiarne i dettagli e di tramandarne la memoria, ma offre agli spettatori un’esperienza emotiva e sensoriale senza precedenti. Molti studiosi sottolineano come la radicalità di Manzoni abbia agito da detonatore per l’Arte Povera, anticipando la smaterializzazione dell’oggetto, la centralità dell’idea e l’opera come azione e luogo di sperimentazione critica.
Non è casuale che la mostra si collochi a Magazzino, epicentro del racconto sull’arte italiana del secondo Novecento in America. La collezione permanente, improntata su dialoghi tra artisti storici e contemporanei, crea un humus ideale per la ricezione di pratiche artistiche innovative e destabilizzanti. Qui, i visitatori sono invitati a lasciarsi coinvolgere, abbandonando le tradizionali aspettative legate alla visione di un quadro o una scultura: il corpo, la pelle e lo sguardo sono chiamati a vivere un’esperienza attiva, come desiderava Manzoni più di sessant’anni fa.
Il direttore di Magazzino Art, Adam Sheffer, ha sottolineato che “Piero Manzoni è stato uno degli artisti più innovativi e ironici del panorama mondiale, e queste opere testimoniano il suo instancabile spirito inventivo”. Grazie alla mostra, le intuizioni-manifesto di Manzoni, come le famose Linee, i celebri barattoli di Merda d’artista e i palloncini gonfiati con il suo respiro, ricostruiscono l’ironia concettuale e la sfida alla sacralizzazione del mercato e dell’autore. Il visitatore si trova proiettato in un percorso di ridefinizione continua del senso, che va ben oltre il semplice godimento estetico.
La "Stanza pelosa" e la "Stanza fosforescente" segnano anche il trionfo di una idea di arte che coinvolge tutti i sensi e invita alla partecipazione. La loro presenza a Magazzino Italian Art non è solo un tributo al genio di Manzoni, ma anche un messaggio sull’importanza della continuità e della ricerca in campo artistico, per abbattere i confini tra le discipline e indicare nuove prospettive per il futuro. Il dialogo con la collezione di Arte Povera e le riflessioni sulla corporeità e la smaterializzazione mettono in risalto le tensioni che animano tuttora il dibattito sull’arte contemporanea.
La mostra, aperta fino al 23 marzo 2026, rappresenta una piattaforma per interrogarsi sul ruolo dell’artista, del museo e dello spettatore in una società che evolve rapidamente. L’evento si propone come esperienza totalizzante, in cui il tempo, lo spazio e la materia si fondono in un’esperienza unica, capace di lasciare un segno profondo in chi la attraversa.
Manzoni, con la sua radicalità, ci invita ancora oggi a ripensare l’arte come luogo di incontro, interrogazione e possibilità infinita, riaffermando lo spazio fisico come punto di partenza e arrivo di ogni riflessione creativa.