La Pianta di Torino assediata nel 1706 di de Rapin: storia di una città in guerra
Jayde BrowneCondividi
La “Pianta di Torino assediata nel 1706” di Paul de Rapin de Thoyras si presenta come una mappa storica di intensissima vivacità narrativa e visiva. L’opera raffigura la città piemontese nel pieno della Guerra di Successione Spagnola, al centro di una delle più celebri resistenze urbane del periodo. Si distinguono immediatamente le fortificazioni dell’intera città di Torino, i ponti e il tessuto verde della campagna circostante, le truppe accampate e le linee difensive.
Sulla carta, sono ben visibili le posizioni delle armate, i bastioni, le postazioni d’artiglieria, le barricate e i principali assi viari utilizzati durante la fase dell’assedio. Non solo la città è tracciata con un’attenzione quasi chirurgica, ma anche le zone rurali circostanti sono popolate da dettagli che svelano la tensione militare: movimenti di soldati, accampamenti, ponti strategici e i punti nevralgici degli scontri vengono rappresentati con precisione. L’atmosfera è quella di una città affacciata sulla guerra, in equilibrio fra la minaccia e la fierezza della difesa, con una narrazione visualmente dinamica e coinvolgente.
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Stile
La mappa di Rapin de Thoyras si inserisce pienamente nella tradizione delle incisioni cartografiche inglesi del primo Settecento, arricchita dai codici visivi della cartografia olandese e francese, che influenzano la linearità e la chiarezza della composizione. Il periodo storico è quello dell’Illuminismo, caratterizzato dalla ricerca del rigore scientifico e dalla celebrazione della conoscenza topografica.
La tecnica è quella della stampa su rame a mano, una metodologia che consente il massimo dettaglio nelle linee, negli ornamenti e nelle didascalie incorporate direttamente nell’immagine. Le influenze visibili derivano dalla scuola cartografica europea, in cui convivono eleganza e funzionalità. La mappa non è solo uno strumento militare, ma diventa anche uno straordinario documento artistico, capace di unire alla cronaca bellica una vera sensibilità compositiva.
Colore e illuminazione
La “Pianta di Torino assediata nel 1706” offre una gamma cromatica estremamente sobria e raffinata, costruita su tonalità seppia che abbracciano il beige, il marrone chiaro e il grigio, tipiche della stampa su rame dell’epoca. La carta leggermente ingiallita contribuisce al fascino antico dell’opera, mentre le linee incise presentano una modulazione cromatica che accentua la profondità e la divisione tra spazi urbani e rurali.
L’assenza di forti contrasti luminosi suggerisce un’atmosfera diffusa, quasi sospesa, che amplifica il senso di attesa e la tensione militare. Le ombre vengono rese attraverso fitte tratteggiature e intensificazioni del segno, che modellano i rilievi collinari e le strutture fortificate senza mai appesantire la scena. Questo equilibrio tonale permette di distinguere facilmente le aree operative e le linee di movimento, guidando lo sguardo tra i punti nevralgici dell’assedio. Il gioco tra le zone più chiare della carta e le aree incise a tratto fitto contribuisce a un’atmosfera visiva vibrante, in cui ogni dettaglio, dai bastioni alle campagne circostanti, risalta pur nella delicatezza generale dell’impianto visivo.
Gestione degli spazi
La pianta esalta la profondità e la stratificazione dello spazio: la prospettiva non è centrale, ma “a volo d’uccello”, una scelta che consente di osservare contemporaneamente il contesto urbano e quello extraurbano. Gli edifici, le mura e le strade sono organizzati in modo da suggerire l’estensione reale della città, mentre i campi e le campagne emergono alle periferie con dettagli minuziosi.
La distribuzione degli elementi segue la gerarchia dell’importanza tattica: le fortificazioni sono ampliate, le linee degli assedianti appaiono come una fascia compatta attorno al nucleo urbano, e ogni area d’interesse è immediatamente riconoscibile grazie a un sistema di numerazione e didascalie che facilitano la lettura. La rappresentazione “a volo d’uccello” aiuta anche a cogliere la drammaticità della scena, con profonde linee di separazione tra amici e nemici che si intrecciano sul tessuto cittadino.
Composizione e inquadratura
L’inquadratura abbraccia la totalità della città e delle sue fortificazioni senza mai sacrificare chiarezza o ordine. Gli assi principali sono ben definiti, con la cinta muraria posta al centro e le forze armate, i ponti, i fiumi e le vie di comunicazione che si diramano in ogni direzione. Il bilanciamento tra ricchezza di dettagli e leggibilità è sapientemente calibrato. I punti di interesse sono evidenziati dalla geometria dei bastioni e dalla disposizione delle barricate, con la composizione che ruota attorno al nucleo cittadino come cuore pulsante della narrazione visiva.
La scelta di raffigurare la città da una prospettiva elevata permette all’osservatore non solo di comprendere la logistica dell’assedio, ma anche di immedesimarsi nell’angoscia e nella determinazione di una popolazione chiusa fra arte, storia e guerra.
Tecnica e materiali
La pianta di Torino di Paul de Rapin de Thoyras è realizzata come incisione su rame, una tecnica che consente una definizione di linee e dettagli di grande efficacia. Le dimensioni dell’opera variano a seconda delle edizioni, ma la stampa su carta di qualità permette di mantenere la nitidezza dei contorni e dei colori applicati a mano. I pigmenti utilizzati per la colorazione sono acquerelli naturali, che esaltano la lucentezza della carta e donano alle aree evidenziate una brillantezza elegante senza mai risultare artificiosa.
Gli strumenti impiegati sono il bulino e le punte secche, ideali per ottenere una tratteggiatura fine e una incisione uniforme. Il processo esecutivo unisce una fase di progettazione molto attenta, in cui il disegno originale viene rifinito e scalato sulla lastra di rame, e una successiva stampa seguita dalla colorazione manuale, che contribuisce al fascino tattile dell’opera. Questo approccio, rigoroso e raffinato, garantisce una resa visiva che coniuga documentazione storica e forza estetica, promuovendo la mappa di Rapin de Thoyras come uno dei più grandi esempi di arte cartografica europea del Settecento.