Pelagio Palagi

Pelagio Palagi

Alessandro Trizio

Pelagio Palagi (25 maggio 1775 – 6 marzo 1860) è stato un pittore, scultore e decoratore d'interni italiano. Palagi è nato a Bologna .

Inizia giovanissimo lo studio della prospettiva, dell'architettura, della pittura figurativa, del ritratto e del collezionismo di Carlo Filippo Aldrovandi, prosegue gli studi presso la scuola del nudo dell'Accademia Clementina di Bologna. La sua formazione e i primi lavori coincidono con l'arrivo delle truppe napoleoniche in città, grazie alla richiesta del suo mentore, membro del Senato e rappresentante del governo provvisorio bolognese, Palagi disegnò uniformi, medaglie ed stemmi con i simboli di Liberté, Egalité, Fraternité da utilizzare in lettere e cartoline per il Direttorio.

Successivamente la nuova borghesia emergente gli affidò la realizzazione dei sepolcri monumentali di Edoardo Pepoli (1801), Girolamo Bolognini Amorini (1803) e Luigi Sampieri (1804) alla Certosa di Bologna. Nel 1805 decorò anche gli interni delle residenze delle famiglie Cospi, Aldini e Gozzadini.

Pelagio Palagi a Roma

Si trasferì a Roma nel 1806 per completare i suoi studi all'Accademia di San Luca, dove potrebbe essere stato allievo di Vincenzo Camuccini. Ciò non è confermato da tutti gli scritti dell'epoca, ma lo storicismo del pittore romano ebbe indubbiamente un influsso sullo stile di Palagi.

Questa influenza è presente nei ritratti del pittore bolognese, in cui dimostra un'attenta analisi delle fattezze dei modelli, così come nei suoi dipinti storici e nei paesaggi, che portano Palagi a condurre accurate ricerche sulla storia antica e sullo studio della natura.

Esempi di questa elaborazione e ricerca sono Ritratto di Giuseppe Guizzardi in costume antico (1807), Nozze di Amore e Psiche (1808), Mario a Minturno (1809–1810), Ila e le ninfe (1810–1811), e soprattutto le maggiori opere del Gabinetto Topografico del Palazzo del Quirinale (1811–1813) e del Galleria di Teseo nel Palazzo Torlonia (1813–1815).

Dal 1813 Palagi fu ispettore dell'Accademia Italiana e aveva l'incarico di seguire l'attività dei giovani artisti pensionati dell'Accademia del Regno d'Italia a Roma. Insieme ad Antonio Canova, presidente dell'Accademia, l'artista seppe riunire i giovani artisti più rappresentativi del Neoclassicismo italiano, da Felice Giani a Gaspare Landi, oltre al già citato Camuccini. L'esperienza romana ha aiutato Palagi ad approfondire il suo interesse per l'archeologia e il collezionismo, già maturato durante la giovinezza bolognese.

Palagi a Milano

Nel 1815, dopo un breve soggiorno a Bologna, l'artista si trasferì a Milano, dove aprì una scuola privata in aperta concorrenza con l' Accademia di Brera, che non gli garantì mai un incarico di insegnante. Nel capoluogo lombardo la clientela privata, più ampia e stimolante di quella romana, lo porta a dedicarsi alla ritrattistica, soprattutto di Giuseppe Bossi e Andrea Appiani, le commissioni pubbliche lo affermarono come ritrattista dei protagonisti della Restaurazione.

Alcune opere a cavallo tra gli anni Dieci e Venti dell'Ottocento sono alcuni suoi ritratti tra cui quelli del Conte colonnello Francesco Arese Lucini nello studio, Luigi Archinto, Francesco I d'Austria (tutti realizzati nel 1817), il Maggiore Pietro Lattuada (1822), Cristina Archinto Trivulzio (1824) e la ballerina Carlotta Chabert come Diana (1828–1830).

L'incontro con Francesco Hayez, artista di punta del Romanticismo lombardo, indusse il Palagi alla ricerca di un compromesso tra pittura storico-romantica e formazione classicista. Frutto di questa ricerca sono Gian Galeazzo Sforza visitato a Pavia da Carlo VIII, Gustavo Adolfo Re di Svezia che fa giurare fedeltà alla figlia Cristina dagli Stati Generali, Sisto V non riconosce la famiglia e La difesa di Matteo Visconti , tutti esposti alla Bera. tra il 1821 e il 1830 e Ratto delle Sabine (1823–1825).

Entro la fine del decennio Palagi ottenne l'incarico per l'intervento architettonico, decorativo e scultoreo di Palazzo Arese Lucini e Villa Tittoni Traversi.

Newton scopre la rifrazione della luce (1827)
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Newton scopre la rifrazione della luce (1827)

Dopo il precedente Neoclassicismo questo dipinto dimostra un cambiamento nello stile di Palagi. Il dipinto rivela l'emergere di un sottotono romantico e narrativo. La scoperta di Newton viene presentata come la scena di un'opera teatrale. Le bolle di sapone del bambino fermano lo scienziato sul suo cammino mentre fa la scoperta spontanea. Il dipinto può essere visto sia come dipinto di genere che come dipinto storico e mostra anche l'inclinazione di Palagi per l'interpretazione psicologica, una preferenza che fu condivisa in generale dai pittori italiani negli anni successivi.

Pelagio Palagi a Torino

La sua fama di architetto, decoratore d'interni, scultore e designer di mobili, oltre che pittore, raggiunse la corte dei Savoia, e nel 1832 il re Carlo Alberto lo nominò capo del progetto di ampliamento del Castello di Racconigi. Palagi si trasferì a Torino dopo aver ottenuto nel 1834 l'incarico di responsabile del progetto di restauro pittorico e decorativo del Castello di Pollenzo e del progetto di ammodernamento del Palazzo Reale di Torino. Nello stesso anno gli viene assegnata la Cattedra di Decorazione ( Cattedra di Ornato ) dell'Accademia Albertina.

Morì a Torino nel 1860.

Pochi giorni prima della sua scomparsa, Palagi scrisse un testamento in cui il Comune di Bologna veniva nominato erede di tutti i suoi oggetti d'antiquariato e opere d'arte, medaglie, biblioteca, archivio e disegni. La biblioteca, l'archivio e i disegni sono conservati presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, gli oggetti delle sue collezioni si trovano presso il Museo Civico Archeologico e il Museo Civico Medievale della città.

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