Pazza Idea: Angelo Frontoni e le icone pop al Museo del Cinema di Torino
Jayde BrowneCondividi
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ospita dal 20 settembre 2025 al 9 marzo 2026 la mostra fotografica “Pazza Idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni”, una delle esposizioni-evento più attese dell’autunno italiano. Il percorso, allestito nell’Aula del Tempio e sulla rampa elicoidale della Mole Antonelliana, invita il pubblico a immergersi nella rivoluzione dello sguardo che Frontoni ha portato nella fotografia di cinema, moda, musica e spettacolo tra la fine degli anni Sessanta e gli anni Ottanta. Con oltre 200 scatti, l’Archivio Frontoni si apre mostrando il volto autentico e provocatorio di un’epoca segnata da profondi mutamenti sociali e culturali, rivelando l’essenza dei protagonisti che hanno plasmato l’immaginario collettivo pop italiano ed europeo.
La mostra restituisce fedelmente il clima vibrante e ironico che caratterizzò la società a partire dal Sessantotto. I ritratti in bianco e nero alternano seduzione e leggerezza, sperimentazione e critica, componendo una narrazione visiva in cui le icone pop appaiono non solo come soggetti, ma come simboli viventi di desideri e contraddizioni. Sfilano davanti all’obiettivo di Frontoni artisti come Claudia Cardinale, Raffaella Carrà, Patty Pravo, Jane Fonda, Brigitte Bardot e le gemelle Kessler, modelli di fascino e personalità che trasmettono energia e consapevolezza. Ogni scatto diventa racconto, evocazione, memoria attiva di un tempo che ha ridefinito i confini tra pubblico e privato, tra palcoscenico e quotidiano, tra sogno e realtà.
Frontoni non si limita alla semplice testimonianza ma trasforma i suoi soggetti in attori coscienti di una storia che li supera: le fotografie rivelano uomini e donne nel pieno di un processo di emancipazione e trasgressione, con pose studiate ma mai artificiali, sempre capaci di suggerire il non detto e l’intenzione dietro il gesto. Il patrimonio di oltre mezzo milione di scatti, ora custodito fra Museo e Cineteca Nazionale, testimonia un lavoro di ricerca instancabile che coinvolge tanto le star quanto i personaggi minori, senza alcuna gerarchia. Le immagini esposte mantengono intatta la forza espressiva e la capacità di dialogare con lo sguardo del visitatore contemporaneo, che ritrova nei corpi e nei volti la tensione al cambiamento e le suggestioni pazze di quegli anni tumultuosi.
La forza della mostra risiede nella sua capacità di raccontare l’Italia attraverso le icone, interpretando il successo e il travaglio dell’industria culturale e creando uno specchio delle grandi trasformazioni del costume. Dal cinema all’ambiente musicale, dalla pubblicità alla televisione, Frontoni cavalca la modernità e ne registra le oscillazioni, restituendo una visione complessa che abbraccia ombre e luci della società dello spettacolo. La mostra diventa così occasione per ripensare il ruolo dell’immagine nella memoria collettiva, la seduzione del ritratto, il valore della documentazione visiva e la funzione del fotografo come insostituibile testimone del proprio tempo.
La scenografia della Mole Antonelliana esalta la profondità del percorso espositivo, offrendo un ambiente immersivo che permette di contemplare le opere alternando attenzione e meraviglia. La scelta di valorizzare i ritratti con una disposizione che richiama la spirale della storia travolge il visitatore, stimolando riflessioni e ricordi in una continua oscillazione tra intimità e spettacolarità. La mostra si rivolge non solo agli appassionati di cinema ma a tutti coloro che desiderano riscoprire le radici del pop italiano, comprendere la metamorfosi del gusto e riflettere su come la cultura di massa abbia saputo ridefinire il valore dell’immagine.
Oltre alla grande galleria dedicata alle star, l’esposizione esplora il rapporto fra ironia e seduzione, mettendo in scena la capacità di Frontoni di cogliere il gioco della provocazione e la libertà dell’espressione artistica. Ogni fotografia si fa documento e insieme spettacolo, combinando leggerezza e profondità, alterità e identità, in un mosaico che invita a decifrare l’anima del Novecento. La retrospettiva non ignora le tensioni politiche e sociali che hanno attraversato quegli anni: la contestazione giovanile, l’onda lunga del ’68, i cambiamenti della moda e della società costituiscono il contrappunto di una narrazione fatta di sguardi e gesti.
Frontoni, con la sua “pazza idea” fotografica, celebra la capacità di far convergere arte e vita, di dar voce ai sogni e alle inquietudini di una generazione che voleva cambiare il mondo. Le icone pop non vengono ritratte per la loro fama, ma per la loro forza evocativa e la possibilità di riflettere la società stessa: sono specchi mobili che rimandano vissuti e desideri in un gioco infinito di rimandi. L’eredità di Frontoni si rinnova nella pluralità dei linguaggi, nella capacità della macchina fotografica di inventare nuove forme e di restituire storie che si fanno memoria e racconto.
La mostra “Pazza Idea” si afferma come uno dei grandi appuntamenti dell’autunno, capace di stimolare dibattiti su identità, cultura visiva e fotografia come racconto. Conservare e reinterpretare l’archivio di Frontoni significa proteggere una traccia essenziale della storia italiana, un percorso che ha influenzato il modo di vedere il mondo, di pensare l’arte, di sentirsi protagonisti e spettatori. L’esposizione, accessibile dal lunedì al sabato, invita il pubblico a immergersi in un viaggio che va oltre la semplice documentazione, abbracciando la varietà e l’energia irresistibile di un’epoca che non cessa di affascinare.