Palazzo Strozzi: da Beato Angelico a Rothko, Firenze racconta il futuro dell’arte

Palazzo Strozzi: da Beato Angelico a Rothko, Firenze racconta il futuro dell’arte

Jayde Browne

Palazzo Strozzi si prepara ad accogliere una stagione espositiva tra le più ambiziose e ricche degli ultimi anni, capace di intrecciare la grande tradizione del Rinascimento con le tendenze più radicali della contemporaneità. La programmazione propone un percorso inedito che attraversa secoli e linguaggi, offrendo al pubblico una narrazione coerente e stimolante tra antico e moderno, tra la spiritualità cromatica di Beato Angelico e l’abisso emozionale di Mark Rothko, con lo spazio dedicato alle incursioni pop e all’avanguardia internazionale di KAWS e Andro Eradze. Arte come dialogo, attraversamento di soglie e paesaggi mentali: questo sarà il filo conduttore che guiderà visitatori e appassionati nella reinterpretazione continua della storia dell’arte, in un contesto che si riconferma polo di innovazione per Firenze e per l’Italia.

Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, ha descritto il nuovo ciclo espositivo come un ponte tra l’eredità della città e l’apertura verso esperienze artistiche globali. Questo trova conferma nella varietà e ricchezza degli appuntamenti, sviluppati su più spazi della Fondazione, dal Piano Nobile al Cortile, dal Project Space all’ex Teatro dell’Oriuolo, luogo affiancato all’IED di Firenze per la formazione dei nuovi curatori.

Il calendario apre con Beato Angelico, protagonista di una grande mostra che riporta sotto i riflettori l’opera di Fra Giovanni da Fiesole dopo molti anni dall’ultima retrospettiva fiorentina. L’esposizione, realizzata in collaborazione con il Museo di San Marco e la Direzione regionale Musei nazionali Toscana, vede la curatela di Carl Brandon Strehlke, Stefano Casciu e Angelo Tartuferi. Il percorso intreccia il lavoro di Angelico con quello di colleghi e rivali illustri come Lorenzo Monaco, Masaccio, Filippo Lippi, Lorenzo Ghiberti, Michelozzo e Luca della Robbia, affiancando le pale d’altare, le descrizioni di scene evangeliche e le invenzioni formali che hanno definito la spiritualità del Rinascimento. La mostra si propone come occasione unica per confrontare l’eleganza e la profondità emotiva delle tavole angelichiane con le visioni e le poetiche dei grandi artisti dell’epoca, ribadendo il ruolo di Firenze come laboratorio creativo europeo.

Nel Cortile di Palazzo Strozzi, l’intervento di KAWS trasformerà gli spazi rinascimentali con una installazione site specific. Considerato un pioniere della cultura pop, KAWS impiega il suo linguaggio ibrido, che mescola arte alta e suggestioni provenienti dal mondo del fumetto e del designer toy, per creare un dialogo inedito tra passato e presente. Il cortile rinascimentale si troverà invaso da sagome monumentali, colori audaci e forme fluide che sottolineano quanto il fare artistico contemporaneo possa restituire nuove narrazioni anche agli ambienti storici più blasonati, offrendo un’occasione di contaminazione e innovazione sostenuta dalla Fondazione Hillary Merkus Recordati.

Parallelamente, il Project Space e l’ex Teatro dell’Oriuolo ospiteranno la prima mostra istituzionale italiana di Andro Eradze, artista nato a Tbilisi, esperto nell’interrogare i confini tra naturale e artificiale, umano e non umano, memoria e presenza. Con la cura di Galansino e Daria Filardo e il contributo del Master in Curatorial Practice dell’IED Firenze, il progetto indagherà la relazione tra fotografia, video e installazione.

Ma sarà nella primavera successiva che Palazzo Strozzi ospiterà quello che si annuncia come uno degli eventi artistici dell’anno: la grande retrospettiva italiana dedicata a Mark Rothko, in mostra tra la Fondazione, il Museo di San Marco e la Biblioteca Medicea Laurenziana. Curata da Christopher Rothko ed Elena Geuna, l’esposizione presenterà opere dagli inizi agli ultimi anni dell’artista, molte delle quali mai esposte prima in Italia, restituendo il percorso interiore e poetico di uno dei giganti della pittura del Novecento. Originario della Lettonia, Rothko trovò nel colore puro e nei campi cromatici il mezzo per esplorare la dimensione spirituale e religiosa, in un dialogo ideale con la tradizione rinascimentale e con le visioni della Firenze medicea. La mostra metterà in relazione il cromatismo intenso e meditativo di Rothko con le soluzioni luministiche e spaziali dei grandi maestri fiorentini, offrendo al pubblico uno scontro e incontro di visioni capace di produrre nuovi significati e nuove emozioni.

Palazzo Strozzi, sotto la direzione di Galansino, si conferma un crocevia per la cultura internazionale, capace di coniugare il rigore curatoriale con il desiderio di sperimentazione. Il programma si distingue per ambizione e profondità, favorendo il dialogo tra istituzioni italiane e straniere, musei e fondazioni, collezionisti privati e grandi reti pubbliche. L’idea di contaminare gli ambienti storici con installazioni contemporanee, come nel caso di KAWS, rappresenta una scommessa dal forte impatto comunicativo e sociale: Firenze torna a essere piattaforma attiva del dibattito culturale, ospitando artisti che interrogano la memoria, la spiritualità, la cultura pop e la storia visiva occidentale.

Le esposizioni annunciate saranno accompagnate da pubblicazioni edite da Marsilio Arte, da incontri e visite guidate con studiosi di fama internazionale, dal coinvolgimento diretto di giovani curatori attraverso le partnership formative con l’IED Firenze. La dimensione educativa è centrale: Palazzo Strozzi promuove la circolazione delle idee, ospita progetti di ricerca e sostiene la creazione di spazi d’indagine e di produzione artistica aperti alle nuove generazioni.

Verso la fine del ciclo Palazzo Strozzi chiuderà questa straordinaria stagione culturale con retrospezioni e analisi che permetteranno a pubblico, critici e studiosi di riflettere sul senso della tradizione e sulla vitalità della scena globale contemporanea. La Fondazione si confermerà come luogo dove il passato e il presente si guardano, si rileggono, si interrogano, proponendo visioni che superano i limiti temporali e spaziali, in un costante esercizio di rinnovamento.

La sequenza delle mostre e degli eventi è testimonianza di una città che investe sulla cultura, che crede nella forza dell’arte come strumento di dialogo, identità, apertura. Firenze si ritrova non solo custode del suo passato illustre, ma anche laboratorio vivo di una nuova modernità, in cui Beato Angelico e Rothko, KAWS e Eradze, la classicità e la sensibilità pop, possono davvero dialogare per raccontare il tempo che viviamo.

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