Palazzo Brami ospita “Paradiso” di MP5 tra visioni condivise e innovazione sociale
Jayde BrowneCondividi
Dal 20 settembre 2025, Reggio Emilia diventa teatro di una delle mostre più attese della stagione: Paradiso di MP5, artista poliedrica e incisiva, ospitata negli spazi di Palazzo Brami da SpazioC21, officina creativa all’avanguardia nei linguaggi contemporanei. Dopo il suo intervento al Museo del Novecento di Firenze, MP5 approda in Emilia con un progetto che celebra la materia, il corpo e la collettività, unendo tecnica scultorea, visione politica e immaginario teatrale.
La mostra rappresenta un vero punto di svolta nella carriera dell’artista, riconosciuta in tutto il mondo per il tratto deciso in bianco e nero, la riflessione costante su identità, genere e relazioni sociali. In questa occasione, per la prima volta, MP5 sperimenta la scultura tridimensionale. Sulla storica facciata di Palazzo Brami prende forma un intervento site-specific che trasforma l’edificio in un giardino pensile immaginario, popolato da figure sospese e reciprocamente connesse: le sagome ideate accolgono i visitatori come presenze viventi, invitate a esplorare una dimensione inedita di prossimità e condivisione. Il critico Beatrice Leanza, nel testo Progetti Umani, descrive il progetto come un tentativo di evocare spazi intimi di attraversamento, ambienti dove l’identità individuale si fonde e si rinnova nel collettivo.
Questa ricerca coinvolge sia l’esterno che l’interno di SpazioC21. Nel percorso espositivo trovano posto dodici sculture, dieci allestite nella galleria e due nelle vetrine che affacciano sul cortile: i profili, realizzati in alluminio, creano un dialogo tra corpi fluidi e materia solida, aprendo al pubblico una nuova prospettiva su fisicità e metamorfosi. Gli spettatori si trovano immersi in un decameron contemporaneo in cui la pluralità delle esperienze rafforza il senso di appartenenza, e dove la solitudine viene ristrutturata in convivialità creativa.
MP5 è un’artista che ha attraversato discipline e contesti: nata nel contesto della scenografia teatrale e della video animazione, si è imposta a livello europeo nella scena underground, portando le sue opere dalla GNAM di Roma al Centro Pecci di Prato, a musei e spazi espositivi in Asia e Stati Uniti. Il segno grafico e narrativo che la contraddistingue è diventato visibile ovunque: ha illustrato i manifesti del Salone del Libro di Torino e del Premio Strega, collaborato con Gucci per la campagna globale Chime for Change e pubblicato nel 2023 il volume Corpus, viaggio retrospettivo nei primi vent’anni della sua produzione.
Il progetto Paradiso manifesta una concezione dialettica della corporeità: il paradiso di MP5 non è una meta mistica, ma un territorio etico e intersezionale, un habitat dove singolo e sociale si incontrano e si ridefiniscono. Come afferma Leanza, la mostra invita a riflettere sulle condizioni che permettono alle comunità di plasmare un senso di spazio condiviso, stimolando domande su libertà, relazione e costruzione di nuove forme di convivenza. È un’arte che valorizza l’esperienza e la prossimità, che sfida il pubblico a ripensarsi parte attiva nel metaluogo reale generato dall’incontro tra materia, segno e sguardi.
Il linguaggio di MP5 dialoga costantemente con le tensioni del nostro tempo. Le sue figure non sono semplici rappresentazioni, ma presenze mutanti che incarnano le sfide dell’identità fluida e del non conformismo. Ogni scultura, anche quando isolata, trova nella relazione con lo spazio e gli altri corpi la propria ragion d’essere. Esposta nella galleria, l’opera si trasforma in esperienza partecipata, costituendo una nuova ritualità del vivere collettivo.
La scelta di Palazzo Brami e SpazioC21 come sedi della mostra è coerente con lo spirito di apertura e contaminazione che contraddistingue la cultura visiva contemporanea: qui la memoria storica si unisce all’innovazione, il passato diventa piattaforma per il futuro e l’arte si fa ponte tra generazioni. MP5 raccoglie la complessità della società odierna e la restituisce attraverso segni, materiali, forme che interrogano tanto il privato quanto il pubblico. L’impatto delle sculture sulla facciata e negli ambienti interni accompagna il visitatore in una peregrinazione tra distanza e contatto, solitudine e appartenenza.
La mostra si inserisce in una tendenza sempre più forte di valorizzazione della dimensione etica e sociale dell’arte. In Paradiso non si cerca la salvezza ultraterrena, ma la possibilità concreta di costruire mondi altri, fondati su reciprocità, accoglienza e solidarietà. La curatela di Leanza sottolinea la tensione positiva verso una libertà che è sempre relazione e mai semplice fuga dal reale: «Un processo che si esercita con gli altri», una costruzione di senso che nasce dallo scambio e dalla presenza attiva.
MP5 dimostra in questa nuova produzione di saper integrare estetica e impegno politico. Le figure in alluminio, sebbene statiche nella materia, sono attraversate da inquietudini contemporanee: il tema della corporeità non è più solo figurale, ma simbolico, aperto a una molteplicità di sguardi e vissuti. Si tratta di una “utopia immanente” dove ogni corpo si fa veicolo di cambiamento, esperienza e desiderio condiviso. La mostra, accolta nel vibrante scenario di Palazzo Brami, diventa luogo di riconoscimento, specchio della comunità e piattaforma aperta al dialogo.
Paradiso è quindi la testimonianza di una ricerca che sfida le convenzioni e abbraccia la complessità dell’identità e del vivere sociale, proponendo all’osservatore uno spazio di contemplazione, azione e metamorfosi continua. Il pubblico è chiamato a prendere parte a un’esperienza collettiva dove le differenze si incontrano senza annullarsi, e dove l’arte si afferma come pratica di libertà, di costruzione di legami, di memoria e di futuro.