
La pala Cranach-Triegel, al centro di una polemica tedesca, arriva a Roma per due anni
Jayde BrowneCondividi
A partire dal 2 novembre 2025, Roma accoglierà un’opera che è diventata oggetto di un acceso dibattito pubblico e culturale in Germania: la pala d’altare Cranach-Triegel, proveniente dal Duomo di Naumburg. L’opera, frutto dell’incontro tra passato e presente, sarà esposta nella cappella del Campo Santo Teutonico, vicino a San Pietro, e questo prestito temporaneo arriva mentre la controversia sulla sua collocazione definitiva è tutt’altro che risolta.
La pala d’altare Cranach-Triegel è composta da pannelli laterali originali del XV-XVI secolo, dipinti da Lucas Cranach il Vecchio fra il 1517 e il 1519. Questi pannelli presentano santi e figure sacre tipiche dell’arte tardo gotica e rinascimentale, e restano testimonianza dell’antica qualità artistica del Duomo di Naumburg. Lo scomparto centrale invece è un’aggiunta contemporanea: realizzato nel 2022 da Michael Triegel, pittore tedesco nato nel 1968, che ha interpretato e riproposto il tema della Vergine Maria per colmare una lacuna storica. Quella parte centrale era stata distrutta nel 1541 in seguito ai moti iconoclasti legati alla Riforma protestante.
La parte contemporanea presenta due elementi che hanno generato varie discussioni: da un lato, la volontà di riprendere modelli artistici antichi (tecnica, stile, composizione) per inserirsi in un contesto sacro molto tradizionale; dall’altro, l’introduzione di dettagli moderni, come la figura del teologo Dietrich Bonhoeffer con un cappellino da baseball rosso, presenze simboliche che non esistevano nei retabli originali. Queste aggiunte sono considerate da alcuni come innovazione pertinente, da altri come elemento di dissonanza rispetto al contesto architettonico e spirituale del Duomo.
Il cuore della polemica riguarda la collocazione dell’opera nel coro occidentale (Westchor) del Duomo di Naumburg, collocazione che alcuni ritengono compromessa dalla presenza del nuovo pannello centrale per visibilità, leggibilità e armonia con le statue dei donatori figure del XIII secolo, che ornano le pareti del coro. Tali statue sono considerate opere d’arte medievale di rilevante valore artistico e simbolico, e la loro visuale risulterebbe parzialmente oscurata o alterata dalla altezza e dalle dimensioni del nuovo retablo. Gli storici dell’arte e gli organismi di tutela, fra cui ICOMOS in Germania, hanno espresso preoccupazioni sul fatto che questa situazione possa anche mettere a rischio lo status di Patrimonio Mondiale conferito al Duomo nel 2018 precisamente per le sue statue di fondatori e per l’equilibrio architettonico complessivo.
La comunità dei fedeli, rappresentata dalla parrocchia evangelica del Duomo, ha difeso la collocazione corrente del Cranach-Triegel: per loro, tale sistema compositivo è non solo un recupero storico e liturgico, ma anche un atto di riconciliazione con la memoria. La pala centrale è infatti stata consacrata il 2 luglio 2022 in una cerimonia ecumenica, cattolica ed evangelica unite. La comunità sostiene che lo spostamento costituirebbe un danno liturgico e spirituale, una perdita rispetto al valore sacrale che l’opera ha acquisito nella posizione attuale.
Il governo regionale della Sassonia-Anhalt si è mosso per fare da mediatore, con interventi dell’UNESCO. In marzo 2025, esperti mandatari internazionali dall’UNESCO hanno visitato Naumburg per valutare l’impatto dell’opera sulla fruizione visiva del coro. Secondo il pronunciamento del Land del 9 luglio 2025, la pala Cranach-Triegel potrà restare nella Cattedrale, ma non nel coro occidentale. Questa indicazione mette in evidenza che la collocazione finora difesa dalla comunità dei fedeli non è più compatibile con le valutazioni di salvaguardia monumentale.
Il prestito a Roma viene presentato come una parte della trattativa: la pala non verrà sostituita nella Cattedrale di Naumburg durante il prestito, ma la sua esposizione nella cappella del Campo Santo Teutonico per due anni serve a dare spazio al dialogo, alla riflessione e a possibili soluzioni consensuali.
La scelta della sede romana non è casuale. La Cappella del Campo Santo Teutonico raramente ospita opere così discusse e di tale importanza storica. L’occasione di portare a Roma un’opera che unisce arte gotica, storia della Riforma, memoria protestante, simboli contemporanei e questioni legate al patrimonio dell’umanità apre questioni più ampie: su come si coniugano fede, arte, memoria, tutela del patrimonio e innovazione in un’Europa che ha radici diversificate. L’esposizione servirà non solo a permettere a un pubblico diverso di vedere l’opera, ma anche a riflettere sul rapporto tra arte sacra e spazio sacro, sulla visibilità delle forme di devozione, sul dialogo fra epoche diverse e sensibilità diverse. È un’occasione per vedere come la critica, la comunità religiosa e gli enti di tutela possano interagire in casi complessi.
Fra gli aspetti tecnici, la pala raggiunge un’altezza significativa, che è uno dei punti contestati: la sua altezza, combinata con la posizione nel coro, riduce lo spazio visivo destinato alle statue dei fondatori. Queste figure, scolpite nel XIII secolo, sono fondamentali per il valore estetico e storico del Duomo; oscurarle o subordinare la loro funzione aumenta il rischio di compromettere l’armonia tra architettura, scultura e pittura che è peculiare dell’edificio sacro.
Il Cranach-Triegel è così diventato simbolo di tensione fra restauro creativo, memoria storica, liturgia e protezione del patrimonio. La questione non è puramente estetica ma affonda radici in identità religiose, culturali e comunitarie. La sua esposizione a Roma sarà osservata con attenzione da chi segue la vicenda tedesca: se il prestito potrà servire ad alleggerire la tensione, ma la decisione definitiva riguarderà la collocazione permanente e il rispetto del requisito UNESCO di integrità, autenticità e visibilità.