Mappa del sistema copernicano di Cellarius: un ponte fra scienza e tradizione astrologica
Jayde BrowneCondividi
La “Mappa del sistema copernicano” di Andreas Cellarius, pubblicata nel 1660 nell'atlante Harmonia Macrocosmica, rappresenta il modello eliocentrico dell’universo proposto da Copernico.
Al centro della carta troneggia il Sole, attorno al quale si dispongono le orbite di Mercurio, Venere, Terra (con la Luna), Marte, Giove (con i suoi satelliti, scoperti da Galileo) e Saturno, tracciate come cerchi concentrici evidenziando la regolarità matematica delle loro traiettorie. Subito fuori dalle orbite planetarie è rappresentata la corona degli zodiaci, costellata di simboli astrologici dipinti con colori pastello e accenti dorati.
L’impostazione è simmetrica e frontale. Ai margini della composizione compaiono figure allegoriche e mitologiche sedute su nuvole, tra cui muse, una figura bendata, e diversi putti volanti che sorreggono strumenti astronomici o cartigli decorativi. I colori dominanti sono i blu dell’etere celeste, i gialli e arancioni del sole e dei dettagli, i verdi e rosa delle figure ornamentali.
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Analisi formale
Cellarius utilizza una raffinata gamma cromatica, alternando toni freddi per lo spazio e le aree zodiacali a toni caldi e luminosi per i pianeti, il sole e le figure marginali. L’armonia nasce dal rapporto tra l’impianto geometrico delle orbite e la morbidezza pittorica dei personaggi allegorici.
Le linee sottili dell’incisione guidano la lettura circolare della scena, mentre i pieni e vuoti sono bilanciati dalla presenza centrale del sole e dalla fascia ornamentale zodiacale.
La composizione è ordinata da un ritmo simmetrico: tutto converge verso il fulcro solare, mentre le figure ai margini portano un movimento diagonale che alleggerisce la staticità dell’insieme. Lo spazio appare razionale ma animato dall’esuberanza barocca delle decorazioni.
Analisi iconografica
Il soggetto principale è il sistema eliocentrico copernicano, illustrato con precisione didattica: ogni pianeta è rappresentato come una piccola sfera lungo la propria orbita, con la Terra evidenziata dalla presenza della Luna. Le costellazioni zodiacali, individuabili dai simboli astrologici e da piccole scene figurative, incarnano un ponte tra scienza e tradizione astrologica.
Le allegorie ai margini, tra cui Calliope e una figura bendata che rappresenta Astraea (simbolo di giustizia), sottolineano la gloria delle Muse e l’aspirazione umanistica a conoscere e ordinare il cosmo. I putti, gli strumenti astronomici e i cartigli riprendono le convenzioni barocche. Ogni elemento ha valenza narrativa: la danza dei pianeti racconta l’armonia cosmica, mentre le allegorie celebrano il trionfo dell’intelletto umano.
Analisi iconologica
L’opera di Cellarius è una chiara celebrazione della “rivoluzione copernicana”, non solo come evento scientifico ma anche come rinnovamento intellettuale della civiltà europea.
Il messaggio di questa carta è duplice: da un lato esalta la razionalità e la matematica come strumenti supremi di lettura della realtà, dall’altro pone la scienza in continuità con il mito, le arti e la fede nell’ordine universale.
In pieno Seicento olandese, mentre il dibattito tra geocentrismo e eliocentrismo era ancora attuale, Cellarius offre una sintesi visiva che include tradizioni diverse, invitando a considerare il sapere come risultato di un processo storico di confronto e integrazione.
La centralità del Sole non è solo fisica ma simbolica: diventa metafora di luce, verità e progresso. L’inserimento delle lune di Giove rivela attenzione alle scoperte di Galileo, aggiornando le tavole copernicane alla luce delle novità astronomiche contemporanee.
Analisi stilistica e confronto
La mappa si colloca nella categoria delle grandi tavole cosmologiche barocche. Rispetto ai predecessori delle edizioni rinascimentali, Cellarius si distingue per la monumentalità e la ricchezza cromatica.
Nel confronto con i diagrammi copernicani di Keplero o delle prime edizioni del De revolutionibus, l’opera di Cellarius trasforma il diagramma tecnico in un’immagine iconica e celebrativa, destinata non solo ai dotti ma anche a un pubblico colto e raffinato. Questa sintesi estetica e scientifica segna una deviazione dallo stile sobrio dei primi atlanti, inaugurando un modello artistico che influenzerà l’immaginario celeste fino all’Illuminismo.
Valutazione critica e sintesi finale
La "Mappa del sistema copernicano" da un lato diffonde il nuovo paradigma copernicano grazie alle immagini suntuose, dall’altro trasmette l’ideale barocco secondo cui la verità si raggiunge sia per via razionale che per il tramite della bellezza.
L’opera invita a contemplare l’universo come spazio ordinato, razionale e al tempo stesso inebriante, suggerendo che la ricerca della verità è anche un atto di immaginazione e di bellezza.