
Mappa del Regno di Sicilia nel 1640 di Willem Janszoon Blaeu: rappresentazione della magnificenza geografica e culturale dell'isola
Jayde BrowneCondividi
La mappa del Regno di Sicilia fu realizzata da Willem Janszoon Blaeu e fu pubblicata dalla casa Blaeu nel 1640 fondata da Willem e portata avanti dal figlio Joan. La carta, dal titolo latino "Sicilia Regnum", presenta l'isola siciliana in tutta la sua magnificenza geografica e culturale, abbracciando tanto la precisione topografica quanto la ricchezza decorativa che caratterizzava la produzione dell'Atlas Novus di Blaeu. La superficie della mappa è ricca di elementi ornamentali straordinariamente elaborati che trascendono la mera funzione geografica per assumere dimensioni propriamente artistiche. Due cartigli ornati si dispongono strategicamente sulla composizione, accompagnati da un grande stemma reale, quattro velieri che navigano nelle acque mediterranee, un mostro marino dalle forme fantastiche e due rose dei venti finemente decorate. L'atmosfera complessiva riflette il ruolo strategico e la centralità culturale della Sicilia barocca sotto dominio spagnolo.
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Stile
L'opera si inserisce nel cuore della tradizione cartografica olandese del Secolo d'Oro, periodo nel quale Amsterdam divenne il centro mondiale della produzione cartografica grazie all'eccellenza tecnica dei suoi incisori e alla vastità delle informazioni geografiche accumulate dai navigatori e mercanti olandesi. Willem Janszoon Blaeu era un geografo e editore olandese di altissimo livello, che scelse la matematica e l'astronomia come proprio campo di studio, perfezionando le sue competenze nella costruzione di strumenti e globi sotto la guida del famoso astronomo danese Tycho Brahe. Lo stile adottato riflette l'influenza della scuola cartografica fiamminga precedente, arricchita dalle innovazioni tecniche sviluppate nei Paesi Bassi durante il XVII secolo, quando Blaeu fondò ad Amsterdam nel 1599 la sua attività di costruttore di globi per poi iniziare la produzione di mappe e carte nautiche. La produzione di Blaeu raggiunse l'apogeo con il Theatrum Orbis Terrarum sive Atlas Novus del 1635, la sua opera più famosa che stabilì nuovi standard qualitativi nella cartografia europea del periodo.
Colore e illuminazione
La palette cromatica dell'opera si basa su una ricca colorazione a mano applicata sui confini politici e sugli elementi decorativi, tecnica che trasformava l'incisione monocroma originale in un'opera policroma di straordinario impatto visuale. I toni caldi dei territori siciliani si alternano ai blu intensi del Mediterraneo, creando un contrasto cromatico che enfatizza la natura insulare del regno e la sua vocazione marittima. Le acque circostanti si tingono di azzurri variabili che evocano la trasparenza e la profondità del mare siciliano, mentre i rilievi montuosi si caratterizzano per sfumature di marrone e ocra che suggeriscono la tridimensionalità del paesaggio. La luminosità viene resa secondo principi funzionali che evidenziano gli elementi di maggiore rilevanza strategica attraverso intensità cromatiche calibrate, con particolare attenzione ai centri urbani principali e alle fortificazioni costiere. La distribuzione luminosa crea una gerarchia visiva che guida l'osservatore nella lettura del territorio, utilizzando l'intensità del colore per sottolineare l'importanza relativa dei diversi insediamenti e delle caratteristiche geografiche. Gli elementi decorativi beneficiano di una colorazione particolarmente ricca che trasforma i cartigli, gli stemmi e le figure allegoriche in veri e propri gioielli artistici integrati nella composizione cartografica.
Gestione degli spazi
La rappresentazione spaziale si organizza secondo i principi della proiezione cartografica seicentesca, dove la morfologia tridimensionale dell'isola viene tradotta su superficie bidimensionale e segue le convenzioni cartografiche seicentesche, con adattamenti estetici e simbolici tipici delle carte corografiche. La profondità viene suggerita mediante un sapiente uso della prospettiva aerea applicata al disegno delle catene montuose siciliane, che si sfumano progressivamente creando un senso di lontananza atmosferica che conferisce dinamismo alla rappresentazione. La distribuzione degli elementi nello spazio segue criteri di accuratezza geografica senza trascurare le esigenze di equilibrio visivo, risultando in una disposizione che funziona simultaneamente come documento scientifico e come immagine artistica di grande raffinatezza. La gestione dello spazio cartografico dimostra come la cartografia del XVII secolo avesse raggiunto una maturità espressiva tale da trasformare la necessità documentaria in occasione di creazione artistica autonoma.
Composizione e inquadratura
La composizione si struttura secondo un equilibrio dinamico che pone al centro della rappresentazione l'isola siciliana nella sua interezza, dalle coste settentrionali che si affacciano al Tirreno fino a quelle meridionali che guardano verso l'Africa, creando una visione d'insieme che rispetta le proporzioni geografiche reali pur adattandole alle esigenze estetiche della rappresentazione. L'inquadratura territoriale abbraccia anche le isole minori circostanti la Sicilia, e una porzione delle coste calabresi, offrendo un contesto geografico completo che situa l'isola nel più ampio sistema del Mediterraneo centrale. La disposizione degli elementi decorativi segue principi di simmetria barocca che rivelano l'influenza dell'estetica classica europea, mentre i cartigli ornati e lo stemma reale si distribuiscono secondo una logica che rispetta sia le esigenze informative che quelle di armonia compositiva. I quattro velieri che navigano nelle acque circostanti non sono elementi casuali ma contribuiscono a creare un senso di movimento e vitalità che trasforma la mappa statica in una rappresentazione dinamica della vita mediterranea. La scelta compositiva enfatizza la centralità strategica della Sicilia nel sistema politico ed economico del Mediterraneo secentesco, offrendo una lettura geopolitica dell'isola che ne celebra l'eredità storica contemporanea.
Tecnica e materiali
L'opera è realizzata mediante incisione su rame, tecnica che Willem Janszoon Blaeu aveva perfezionato durante la sua formazione scientifica e artistica, e che nel 1640 rappresentava l'apogeo delle arti grafiche olandesi del XVII secolo. Il supporto cartaceo di altissima qualità, caratteristico della produzione editoriale della casa Blaeu, garantiva stabilità dimensionale e resistenza all'invecchiamento, elementi essenziali per documenti destinati a uso prolungato in biblioteche e collezioni private. L'incisione su rame permetteva la riproduzione di dettagli minuziosi e la modulazione di linee di diverso spessore, caratteristiche fondamentali per la rappresentazione accurata tanto della complessa morfologia siciliana quanto degli elaborati elementi decorativi che arricchiscono la composizione. La colorazione a mano veniva applicata successivamente alla stampa utilizzando pigmenti di origine minerale diluiti in leganti acquosi, tecnica che richiedeva competenze artistiche specifiche e che trasformava ogni esemplare in un pezzo unico. La modalità esecutiva rivela l'integrazione di competenze cartografiche, artistiche e tecniche che caratterizzava la produzione della casa Blaeu, dove la collaborazione tra geografi, disegnatori, incisori e coloristi garantiva risultati di eccellenza qualitativa riconosciuti in tutta Europa.
La mappa di Willem Janszoon Blaeu rappresenta l'apogeo della cartografia europea del XVII secolo, e stabilì un modello di eccellenza che influenzò generazioni di cartografi europei. Ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per la comprensione del rapporto tra scienza e arte nella civiltà moderna.