
La Mappa di Pisa di Matthäus Merian: identità architettonica della città toscana nel Seicento
Jayde BrowneCondividi
La mappa dell'antica città di Pisa realizzata da Matthäus Merian rappresenta una straordinaria veduta urbana della città toscana nel XVII secolo. L'opera, pubblicata nel 1640 per l'"Itinerarium Italiæ Nov-antiquæ", presenta la città da una prospettiva aerea che abbraccia l'intero tessuto urbano pisano. La rappresentazione include le mura fortificate, le porte cittadine, i principali edifici, le piazze e le strade, offrendo una visione completa dell'organizzazione spaziale di Pisa. L'atmosfera che pervade l'opera è quella di un documento scientifico-artistico che unisce precisione topografica e sensibilità estetica. La celebre Torre Pendente emerge come uno dei punti focali della composizione, identificata nel cartiglio esplicativo, mentre il corso dell'Arno serpeggia attraverso il paesaggio urbano creando un elemento dinamico che spezza la regolarità architettonica.
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Stile
L'opera riflette perfettamente la tradizione della cartografia artistica del primo Barocco, periodo in cui la rappresentazione geografica raggiunge una sintesi matura tra accuratezza scientifica e qualità estetica. Lo stile di Merian riflette l'influenza delle scuole incisorie nordeuropee, particolarmente quella tedesca e fiamminga, caratterizzate da una grande attenzione al dettaglio e da una tecnica virtuosistica nell'uso del bulino. Durante i suoi viaggi, Merian imparò a disegnare con la prospettiva a volo d'uccello, un grande vantaggio nel suo mestiere, che rese le sue creazioni fonte di grande ammirazione. L'approccio stilistico combina elementi del realismo nordico con la tradizione italiana della veduta urbana, creando un linguaggio visivo che privilegia la chiarezza informativa senza rinunciare alla bellezza formale.
Colore e illuminazione
La mappa originale presenta una palette cromatica sobria e raffinata, dominata dai toni del seppia e dell'ocra che caratterizzano le incisioni su rame dell'epoca, con l'uso di un verde delicato per le aree rurali al rosso bruno delle coperture edilizie. L'illuminazione è concepita secondo una logica uniforme che evita forti contrasti chiaroscurali, privilegiando invece una luminosità diffusa che garantisce la leggibilità di tutti gli elementi rappresentati. Le ombre sono suggerite attraverso sottili variazioni tonali che conferiscono volume agli edifici senza compromettere la chiarezza del disegno. Il trattamento cromatico delle acque dell'Arno, reso con delicate sfumature azzurrine, crea un efficace contrasto con le masse architettoniche circostanti e contribuisce a definire la geografia urbana della città.
Gestione degli spazi
Merian è considerato uno dei grandi maestri della veduta cittadina e un pioniere della proiezione assonometrica, qualità che emergono chiaramente nella gestione spaziale di questa mappa. La profondità è costruita attraverso una sapiente gradazione dimensionale degli elementi, dove gli edifici in primo piano sono rappresentati con maggiore dettaglio rispetto a quelli sullo sfondo. La prospettiva aerea, tipica delle vedute a volo d'uccello, permette di abbracciare simultaneamente diversi piani spaziali, dalla veduta ravvicinata del centro storico fino alle colline che circondano la città.
La distribuzione degli elementi nello spazio segue una logica topografica precisa, con particolare attenzione alla resa delle distanze e delle relative proporzioni. Il paesaggio circostante è trattato con crescente sintesi man mano che si allontana dal nucleo urbano, creando un naturale effetto di profondità atmosferica.
Composizione e inquadratura
La composizione della mappa rivela una meticolosa pianificazione dell'inquadratura, con Pisa posizionata centralmente rispetto ai margini della rappresentazione. L'equilibrio della scena è garantito dalla distribuzione armonica degli elementi architettonici principali, che creano una rete di punti focali distribuiti su tutta la superficie. La mappa include una legenda che nomina vari luoghi, elemento che trasforma l'opera in un vero e proprio strumento di consultazione urbanistica.
Il corso dell'Arno funge da elemento unificatore della composizione, creando una linea serpentinata che attraversa diagonalmente la rappresentazione e conferisce dinamismo all'insieme. Lo stemma nell'angolo superiore sinistro completa la composizione fornendo un elemento decorativo che bilancia la densità informativa del resto dell'opera. La scelta del punto di vista elevato permette di cogliere simultaneamente la struttura urbana e il contesto paesaggistico, offrendo una visione completa del rapporto tra città e territorio.
Tecnica e materiali
L'opera è realizzata attraverso la tecnica dell'incisione su rame, procedimento che rappresentava il vertice della stampa artistica nel XVII secolo. Merian apprese l'arte dell'incisione su lastra di rame a Zurigo e perfezionò la sua tecnica durante i soggiorni formativi in diverse città europee. Il supporto utilizzato è la carta di alta qualità dell'epoca, caratterizzata da una grana fine che esalta la nitidezza del tratto inciso.
La modalità esecutiva prevede l'uso del bulino per tracciare le linee principali e dell'acquaforte per le texture più sottili e le sfumature tonali. La tecnica dell'incisione su lastra di rame permette di ottenere una straordinaria precisione nel dettaglio e una ricchezza tonale che spazia dal nero profondo delle linee di contorno fino alle sfumature più tenui delle zone di raccordo. L'influenza di questa scelta tecnica sul risultato visivo finale è determinante: la nitidezza del tratto conferisce all'opera un carattere di precisione documentaria, mentre la ricchezza delle texture superficiali arricchisce la lettura estetica dell'insieme.