Mappa del mondo a doppio emisfero di Gerardus Mercator: tra sapere rinascimentale e mistero
Jayde BrowneCondividi
La mappa del mondo a doppio emisfero del 1587, il cui titolo originale è "Orbis Terrae Compendiosa Descriptio" di Gerardus Mercator, presenta una composizione simmetrica organizzata attorno a due sfere circolari disposte orizzontalmente.
L'emisfero occidentale, posizionato a sinistra, raffigura le Americhe, mentre l'emisfero orientale, a destra, mostra Europa, Africa, Asia e la congetturale "Terra Australis Incognita", una terra meridionale che si supponeva esistesse ma di cui non si aveva ancora alcuna conoscenza diretta o prova concreta. La gamma cromatica si basa su tonalità terrose: beige, ocra, giallo pallido per le masse continentali, blu tenue per gli oceani, con accenti di rosso e nero per le linee di longitudine e latitudine.
Gli elementi decorativi includono una raffinata cornice di strapwork rinascimentale, cioè un motivo ornamentale che imita delle strisce di cuoio o di metallo intrecciate, piegate o arrotolate in forme geometriche o simmetriche, che circonda l'intera composizione.
Tra i due emisferi si trova una sfera armillare nella parte superiore e un'elaborata rosa dei venti nella parte inferiore. Numerose imbarcazioni stilizzate e creature marine punteggiano le superfici oceaniche, seguendo la tradizione cartografica dell'epoca.
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Analisi formale
Il linguaggio visivo dell'opera rispecchia perfettamente la sensibilità estetica rinascimentale. L'armonia cromatica si fonda su un sapiente equilibrio tra toni caldi e freddi: le terre emerse, dipinte in sfumature di ocra e verde pallido, contrastano delicatamente con i blu tenui degli oceani. Questo contrasto cromatico crea un piacevole effetto visivo che trasforma la mappa in un oggetto d'arte decorativa.
La gestione della luce è uniforme e diffusa, e le linee assumono funzioni multiple: quelle sottili e curve delle coste definiscono i contorni geografici, mentre quelle geometriche e regolari della griglia di coordinate impongono un ordine matematico alla rappresentazione.
Lo spazio è concepito secondo i principi della proiezione stereografica, che permette di rappresentare la superficie sferica terrestre su un piano mantenendo la conformità angolare. L'equilibrio compositivo è assicurato dalla perfetta simmetria dei due emisferi e dalla distribuzione bilanciata degli elementi decorativi, che creano un ritmo visivo armonioso.
Analisi iconografica
L'iconografia della mappa rivela un complesso sistema di significati: la sfera armillare posta al centro superiore simboleggia la conoscenza astronomica e cosmografica, rappresentando l'universo ordinato secondo i principi tolemaici ancora dominanti. La rosa dei venti elaborata, posizionata centralmente nella parte inferiore, è simbolo della capacità di dominare gli spazi oceanici.
Le creature marine disseminate negli oceani hanno una doppia valenza: da un lato perpetuano la tradizione medievale che popolava le acque sconosciute di mostri terrificanti, dall'altro rappresentano le meraviglie del mondo naturale che i navigatori rinascimentali stavano scoprendo. Queste figure testimoniano la transizione da una concezione medievale dell'oceano come spazio di pericolo a una visione rinascimentale che lo considera conquistabile dall'ingegno umano.
La presenza della Terra Australis Incognita nell'emisfero meridionale rivela l'influenza delle teorie geografiche classiche che ipotizzavano l'esistenza di un continente australe per bilanciare le masse terrestri settentrionali. Nell’antichità (soprattutto tra i geografi greci come Aristotele, Tolomeo e altri), si credeva che la Terra fosse perfettamente armonica e simmetrica; poiché le terre conosciute (Europa, Asia e Africa) si trovavano quasi tutte nell’emisfero settentrionale, si pensava che dovesse esistere un grande continente anche a Sud per bilanciare fisicamente il globo.
Questa rappresentazione dimostra come la cartografia rinascimentale creava una geografia che mescolava realtà e immaginazione.
Analisi iconologica
L'opera di Mercator incarna perfettamente lo spirito dell'età delle scoperte e la nuova concezione rinascimentale del mondo. La scelta della proiezione a doppio emisfero non è meramente tecnica ma rivela una visione cosmopolitica: il mondo viene presentato come un'unità conoscibile, dominabile attraverso la scienza e la navigazione. Questa rappresentazione riflette l'emergente mentalità coloniale europea, che vedeva negli oceani vie di comunicazione e conquista.
La presenza di elementi decorativi tipicamente europei (strapwork, araldica) impone un'estetica occidentale alla rappresentazione globale, suggerendo una gerarchia culturale implicita.
Dal punto di vista religioso e filosofico, l'opera testimonia la transizione dalla cosmologia medievale, centrata su Gerusalemme e dominata da concezioni simboliche, a una geografia moderna basata su coordinate matematiche e osservazione empirica. Tuttavia, elementi fantastici come la Terra Australis mostrano come il pensiero rinascimentale non avesse ancora completamente abbandonato le speculazioni teoriche ereditate dall'antichità classica.
Analisi stilistica e confronto
Stilisticamente, l'opera di Mercator si inserisce nella tradizione cartografica fiamminga del XVI secolo, caratterizzata da un perfetto equilibrio tra funzionalità scientifica e raffinatezza estetica. Rispetto alle mappe portolaniche contemporanee, più orientate alla pratica navigazionale, quella di Mercator si avvicina più agli atlanti di lusso destinati alle élite colte.
Il confronto con la famosa mappa del 1569 dello stesso Mercator rivela interessanti variazioni: mentre la grande mappa murale era destinata principalmente ai navigatori professionali, la versione del 1587 adotta il formato più maneggevole del doppio emisfero, rendendola accessibile a un pubblico più ampio di collezionisti e studiosi. Questa scelta la avvicina alle opere di Ortelius e agli atlanti della scuola di Anversa, città che nel XVI secolo era il centro europeo dell'editoria cartografica.
L'innovazione principale della mappa rispetto ai predecessori risiede nell'integrazione tra rigore matematico della proiezione e ricchezza decorativa: mentre cartografi come Waldseemüller o Ribero privilegiavano l'una o l'altra componente, Mercator riesce a creare una sintesi armoniosa che influenzerà profondamente la cartografia europea successiva.
Valutazione critica e sintesi finale
La mappa del mondo a doppio emisfero del 1587 rappresenta uno dei vertici della cartografia rinascimentale: la qualità dell'incisione e della colorazione testimonia la maestria artigianale dell'epoca, mentre la precisione geografica, pur con i limiti delle conoscenze contemporanee, dimostra un notevole avanzamento scientifico rispetto ai predecessori medievali.
L'impatto storico e culturale dell'opera è stato enorme: ha contribuito a diffondere una nuova immagine del mondo presso le élite europee, influenzando non solo la cartografia successiva ma anche la letteratura di viaggio, la politica coloniale e l'immaginario collettivo dell'epoca.
Una rappresentazione del mondo che riflette perfettamente lo spirito rinascimentale: fiducioso nelle capacità umane di conoscere e dominare la natura, ma ancora intriso di meraviglia per i misteri dell'universo.