Mappa dell'emisfero australe del cielo di Cellarius: viaggio fra astronomia e mitologia
Jayde BrowneCondividi
La "Mappa dell'emisfero australe del cielo" di Andreas Cellarius, pubblicata nel 1660 come parte del celebre atlante Harmonia Macrocosmica, raffigura la volta celeste dell’emisfero sud sovrapposta al Globo terrestre. Il punto di vista è centrale e scenografico, offrendo allo spettatore una visione dall’alto, come se osservasse le costellazioni dal polo sud celeste e la terra posta al centro in scala ridotta.
Alcuni continenti sono visibili nella parte inferiore del globo, tra cui Sud America, Africa Australe e la mitica Terra Australis Incognita, secondo le concezioni geografiche dell’epoca. Le costellazioni sono illustrate come figure mitologiche, uomini, animali e oggetti, distribuiti elegantemente sulla semisfera. Ai margini, la mappa presenta festoni barocchi, carrelli con titoli sorretti da creature alate e, negli angoli inferiori, scene con astronomi e strumenti scientifici. I colori principali sono il blu intenso del cielo, l’oro e il rame delle stelle e delle decorazioni, con tocchi di rosa, verde e ocra nelle figure allegoriche.
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Analisi formale
Cellarius utilizza una palette raffinata, in cui il blu profondo funge da base per le costellazioni, risaltate da toni dorati e argentati che conferiscono preziosità e leggibilità. L’armonia cromatica nasce dall’alternanza tra colori saturi del cielo e i toni pastello delle figure allegoriche, creando un equilibrio visivo tra sfondo e soggetti principali.
Le linee incise sono sottili e precise, differenziate per le rappresentazioni geometriche delle coordinate celesti e più fluide e naturalistiche nei contorni delle costellazioni mitologiche. L’organizzazione dello spazio ruota attorno alla simmetria circolare, con la Terra posta al centro e gli elementi decorativi distribuiti ai margini.
Il ritmo visivo è dato dalla successione delle costellazioni, che guidano l’occhio lungo percorsi circolari, mentre i bordi ornamentali racchiudono la composizione.
Analisi iconografica
Le costellazioni sud sono raffigurate come figure classiche tratte dalla mitologia greco-romana e da tradizioni medioevali, tra cui la Nave Argo, il Centauro, la Croce del Sud, la Fenice e il Tucano. Ogni figura mitologica possiede attributi identificativi: la Nave è ricca di dettagli nautici, il Centauro brandisce una lancia o una coppa, la Croce è stilizzata con linee luminose.
Ai margini sono presenti oggetti allegorici come telescopi, sestanti e libri, che simboleggiano l’attività scientifica e la sete di conoscenza del periodo. Le creature alate che sorreggono i cartigli con il titolo della mappa sono figure grottesche della tradizione barocca, mentre gli astronomi nelle scene d’angolo intendono onorare gli ideali di studio e osservazione celeste.
La funzione narrativa degli elementi, benché decorativa, è volta a celebrare il sapere scientifico attraverso la bellezza delle leggende celesti, offrendo un viaggio visivo tra mitologia e astronomia.
Analisi iconologica
La carta di Cellarius incarna la visione cosmologica del Seicento europeo, in cui arte, scienza e spiritualità convergono nell’esplorazione dell’universo. Sul piano morale e filosofico, l’opera esprime il trionfo della razionalità e dell’indagine umana: la presenza di strumenti scientifici e astronomi rimanda all’età delle scoperte, celebrando la capacità dell’uomo di decifrare il linguaggio delle stelle.
Allo stesso tempo, l’uso di figure mitologiche conferisce una dimensione narrativa, suggerendo che il sapere scientifico trova radici nel racconto e nell’immaginazione. La mappa illustra una visione del mondo fondata sul dialogo tra tradizione antica, le costellazioni tramandate dai Greci e Roman, e modernità: le correzioni astronomiche dell’epoca, il passaggio dalla geocentrismo al sistema copernicano.
Analisi stilistica e confronto
L’opera si colloca tra i massimi esempi del grande atlante celeste olandese. Rispetto ai predecessori come Johann Bayer o Willem Janszoon Blaeu, Cellarius introduce un approccio monumentale e scenografico.
La coerenza stilistica si manifesta nella perfetta integrazione tra bordo decorativo, cartigli, figure allegoriche e contenuto astronomico, innovando rispetto alle rappresentazioni sobrie e schematiche degli atlas precedenti.
Valutazione critica e sintesi finale
La “Mappa dell’emisfero australe del cielo” di Cellarius rappresenta una sintesi tra arte, scienza e mito, segno dell’ambizione universale del sapere barocco. Il suo impatto storico è duraturo: ha influenzato sia lo sviluppo della cartografia celeste sia l’immaginario artistico dell’epoca, offrendo una visione del cosmo che è insieme obiettivo e poetico.
Questa mappa è la celebrazione del cielo australe come luogo di scoperta e di bellezza, dove l’universo si racconta attraverso miti, scienza e ornamento.
L’opera suggerisce che la scienza non rinuncia mai all’incanto, e che la visione del cielo può essere oggettiva e profondamente immaginata.