La mappa dell'antica città di Mantova di Pietro Bertelli: la veduta che celebra la perla dei Gonzaga

La mappa dell'antica città di Mantova di Pietro Bertelli: la veduta che celebra la perla dei Gonzaga

Jayde Browne

La veduta di Mantova, realizzata dal noto editore ed incisore Pietro Bertelli, rappresenta una delle testimonianze cartografiche più significative della città lombarda alla fine del XVI secolo. L'opera fu inclusa nel "Theatrum Urbium Italicarum", una raccolta di 59 tavole di città italiane, raffigurate come vedute prospettiche o piante accompagnate da testo in latino, pubblicata da Bertelli a Venezia nel 1599. Questa mappa offre una rappresentazione dettagliata della città di Mantova circondata dai laghi, mostrando le caratteristiche urbanistiche e architettoniche che la rendevano una delle capitali più importanti del Rinascimento italiano. La composizione presenta una veduta a volo d'uccello che abbraccia l'intero tessuto urbano, evidenziando la particolare conformazione geografica della città adagiata tra le acque del Mincio. L'immagine cattura con precisione ponti, porte, mura fortificate e i laghi circostanti, mentre due grandi stemmi araldici arricchiscono la composizione, testimoniando l'importanza politica e culturale del ducato gonzaghesco.

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Stile

Pietro Bertelli, attivo tra il 1571 e il 1621, applica in questa mappa i canoni stilistici della scuola veneta di incisione, privilegiando la chiarezza espositiva e la ricchezza decorativa. La veduta rispecchia l'approccio tipico del tardo Cinquecento, quando la rappresentazione cartografica assumeva valenze celebrative oltre che informative. L'influenza della tradizione fiamminga emerge nella minuziosa attenzione ai dettagli architettonici e nella resa volumetrica degli edifici, mentre la concezione spaziale deriva dai modelli prospettici sviluppati dai maestri italiani del Rinascimento.

Colore e illuminazione

La veduta si presenta come un'incisione su rame in bianco e nero, dove i valori tonali assumono un ruolo fondamentale nella definizione spaziale e nell'organizzazione gerarchica degli elementi. La modulazione dei grigi, ottenuta attraverso la densità variabile dei segni incisi, crea un sistema di contrasti che enfatizza la tridimensionalità della rappresentazione. Le zone più scure corrispondono alle aree costruite e alle fortificazioni, mentre le superfici acquatiche dei laghi sono rese attraverso linee più rade e delicate che ne suggeriscono la natura fluida. L'illuminazione convenzionale, proveniente dall'alto a sinistra secondo la tradizione cartografica dell'epoca, definisce le ombre degli edifici e conferisce plasticità alla rappresentazione. I bianchi del supporto cartaceo emergono nelle zone più illuminate, creando un ritmo alternato che guida l'occhio dell'osservatore attraverso la composizione.

Gestione degli spazi

La rappresentazione spaziale adotta la prospettiva cavaliera tipica delle vedute urbane rinascimentali, permettendo la visualizzazione simultanea delle piante degli edifici. Questa scelta tecnica consente di conciliare l'accuratezza topografica con la leggibilità dell'insieme urbano. La profondità è costruita attraverso la sovrapposizione scalare degli elementi, con le costruzioni in primo piano rese con maggior dettaglio rispetto a quelle sullo sfondo. I laghi che circondano la città fungono da elementi unificatori dello spazio, creando una cornice naturale che definisce i confini urbani e stabilisce un rapporto armonioso tra ambiente costruito e paesaggio. La distribuzione degli elementi segue un principio di chiarezza espositiva, evitando sovrapposizioni che potrebbero compromettere la leggibilità delle informazioni topografiche.

Composizione e inquadratura

La composizione si organizza intorno al nucleo urbano di Mantova, posizionato centralmente nell'inquadratura e circondato dalla corona dei laghi. L'equilibrio compositivo è rafforzato dalla presenza simmetrica degli stemmi araldici che incorniciano la veduta, conferendo solennità e ufficialità alla rappresentazione. L'inquadratura è concepita per abbracciare l'intera estensione urbana, dalle mura perimetrali ai sobborghi esterni, restituendo una visione completa del tessuto cittadino. La disposizione degli elementi architettonici segue una logica gerarchica che privilegia gli edifici di maggior rilevanza politica e religiosa, evidenziandone la prominenza attraverso dimensioni e posizionamento. Il punto di vista elevato, caratteristico delle vedute a volo d'uccello, permette di cogliere simultaneamente la morfologia urbana e le relazioni spaziali tra i diversi quartieri.

Tecnica e materiali

L'opera è realizzata mediante incisione su lastra di rame, tecnica che permetteva di ottenere stampe caratterizzate da grande finezza di dettaglio e durata nel tempo. Il supporto utilizzato è carta di alta qualità, probabilmente di manifattura italiana, che garantiva la perfetta adesione dell'inchiostro e la conservazione dell'immagine. Il processo esecutivo prevedeva l'incisione diretta sulla lastra metallica mediante bulino, strumento che consentiva di modulare lo spessore e la profondità del segno in base alla pressione esercitata. Questa modalità operativa influenza significativamente il risultato visivo finale, conferendo alle linee una precisione e una nitidezza impossibili da ottenere con altre tecniche grafiche. La stampa avveniva attraverso il torchio calcografico, che imprimeva l'inchiostro presente nei solchi incisi trasferendolo sul supporto cartaceo. La qualità tecnica della realizzazione testimonia l'elevato livello professionale raggiunto dalle botteghe incisorie veneziane alla fine del XVI secolo.

Quest'opera è una preziosa testimonianza dell'urbanistica rinascimentale italiana e della capacità tecnica raggiunta dalle botteghe incisorie dell'epoca. Attraverso questa magnifica mappa, possiamo ammirare ancora oggi la magnificenza della corte gonzaghesca e comprendere l'importanza strategica e culturale di una città che ha saputo coniugare natura e architettura in un equilibrio di rara bellezza.

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