La magnificenza barocca del Concerto dato dal Cardinale de La Rochefoucauld al Teatro Argentina di Giovanni Pannini

La magnificenza barocca del Concerto dato dal Cardinale de La Rochefoucauld al Teatro Argentina di Giovanni Pannini

Jayde Browne

L'opera di Giovanni Paolo Pannini ritrae la scena vibrante del concerto tenuto al Teatro Argentina di Roma nel 1747 dal Cardinal de La Rochefoucauld, ambasciatore francese presso la Santa Sede, in occasione del matrimonio di Delfino di Francia, figlio di Luigi XV.

La tela mostra una sontuosa rappresentazione musicale con i musicisti collocati su un palcoscenico ornato da colonne fantastiche e figure di cariatidi, immerse in un ambiente di nuvole pittoriche. I cantanti sono disposti in primo piano, mentre sul palco e nelle balconate si distinguono i membri dell'aristocrazia romana, prelati e dignitari con abiti tipici dell'epoca. L'atmosfera è celebrativa e ricca di dettagli che raccontano un evento festoso e diplomatico, con un forte richiamo alla teatralità barocca.

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Stile

L’intera composizione è concepita come una grande scenografia: il palcoscenico, le quinte architettoniche con colonne e cariatidi, i tendaggi e le nuvole dipinte rientrano nel gusto spettacolare tipico del Barocco. C’è un forte senso di drammaticità e celebrazione, che riflette l’intento propagandistico della scena: la festa diplomatica in onore di Delfino era un modo per rafforzare i legami tra la Francia e la Santa Sede. Le pareti e i palchi rossi sono impreziositi da ornamenti dorati, dove sono seduti piccoli gruppi di spettatori. Il palcoscenico è arricchito da statue, colonne e figure allegoriche, elementi che contribuiscono a trasformare il concerto in un evento quasi mitologico. Le figure del pubblico, dei dignitari e dei musicisti sono rese con attenzione; i loro abiti, le pose, le relazioni sociali diventano un documento storico e mondano. 

Colore e illuminazione

L'opera è dominata dal colore rosso: le pareti, i palchi e i tendaggi del teatro sono avvolti in un rosso vivo e intenso, simbolo di lusso e solennità. I tocchi cromatici dati dagli abiti aristocratici, emergono dal tono dominante, creando un mosaico di dettagli senza rompere l’armonia generale. Le ornamentazioni dorate dei palchi e degli elementi architettonici conferiscono brillantezza e raffinatezza, rafforzando l’idea di sfarzo e magnificenza.

La scenografia del palcoscenico, invece, introduce colori più chiari, bianchi, azzurri e turchesi che evocano un’atmosfera aerea e divina, in contrasto con il rosso avvolgente della sala. Il fulcro luminoso del dipinto è sicuramente il palcoscenico, dove una luce chiara e diffusa esalta le figure dei cantanti, dei musicisti e delle architetture allegoriche. Il pubblico nelle file e nei palchi è reso con luce più tenue, sufficiente a distinguere le figure ma senza rubare attenzione al centro dell’azione. La luce è distribuita in modo da simulare l’esperienza reale di uno spettacolo, e la modulazione dei toni, dalle luci intense del palco alle sfumature più soffuse dei palchi laterali, contribuisce a dare profondità e dinamismo allo spazio.

Gestione degli spazi

Pannini imposta la scena con una prospettiva centrale: tutte le linee convergono verso il palcoscenico, che diventa il punto focale dello sguardo. Lo spazio si sviluppa a gradini visivi: dal pubblico in platea ai palchi laterali fino al palco scenico, creando una gerarchia chiara e leggibile. La ripetizione ritmica dei palchi laterali amplifica il senso di profondità, guidando l’occhio lungo le curve del teatro fino a fondersi nello sfondo scenico.
In primo piano, il pubblico della platea è disposto ordinatamente, compatto, a sottolineare la partecipazione collettiva. Nei palchi ci sono piccoli gruppi che animano la scena, dando varietà senza rompere l’equilibrio complessivo. Sul palco scenico, i cantanti e i musicisti sono collocati in modo piramidale e gerarchico: la disposizione ricorda quella di un grande altare barocco, con una progressione verticale che culmina nella luce e nelle figure centrali. 

Composizione e inquadratura

La composizione è studiata per guidare l’occhio verso il centro dell’azione, dove si svolge il concerto, con un bilanciamento armonico tra gli spettatori e i protagonisti musicali. 

Lo spettatore non è collocato all’altezza degli altri presenti, ma leggermente più in alto. Questo consente di abbracciare l’intera sala in un colpo d’occhio, quasi come in una veduta architettonica. Pannini costruisce un’inquadratura che permette di cogliere insieme il pubblico, i palchi, la sala e lo spettacolo, come se lo spettatore assistesse, oltre al concerto, anche alla rappresentazione della società aristocratica del tempo.

Tecnica e materiali

L'artista utilizza la pittura a olio, che consente ampie possibilità cromatiche, sfumature luminose e grande precisione nei dettagli. Come vedutista e architetto, Pannini imposta la scena con un disegno rigoroso, soprattutto nella resa prospettica e architettonica. È probabile che abbia realizzato studi preparatori e disegni prospettici prima della stesura pittorica. La stesura pittorica è stratificata e permette di ottenere trasparenze, profondità e riflessi, soprattutto negli effetti luminosi del palcoscenico e nei toni brillanti degli abiti.

La resa minuziosa dei volti, abiti e delle decorazioni architettoniche è alternata a una resa più rapida nei dettagli lontani, per suggerire movimento e vivacità. Il supporto utilizzato è la tela di lino, ampia e resistente, adatta a un dipinto di grandi dimensioni e complessità. L'opera è un autentica celebrazione della teatralità barocca e della funzione rappresentativa dell’arte nel Settecento romano.


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