La maestria del vedutismo barocco nel Golfo di Napoli di Vanvitelli
Jayde BrowneCondividi
La veduta del Golfo di Napoli presenta un panorama mozzafiato che abbraccia l'intera baia partenopea, catturata dal pennello di Vanvitelli con quella precisione topografica che caratterizza il suo stile inconfondibile. Il dipinto mostra la città di Napoli che si estende lungo la costa, con i suoi edifici che degradano dolcemente verso il mare cristallino, mentre sullo sfondo si erge la sagoma inconfondibile del Vesuvio che domina l'orizzonte con la sua mole imponente. Il punto di vista elevato permette allo spettatore di abbracciare visivamente l'intera scena, dalle costruzioni del primo piano fino alle lontane colline che chiudono il golfo.
Piccole imbarcazioni punteggiano la superficie marina, conferendo vita e movimento alla composizione, mentre figure umane animate popolano la zona costiera, creando un perfetto equilibrio tra natura, architettura e presenza umana. L'atmosfera generale trasmette quella luminosità mediterranea tipica del paesaggio napoletano, filtrata attraverso la sensibilità nordica dell'artista che sa cogliere le qualità uniche della luce meridionale senza perdere il rigore compositivo della sua formazione fiamminga.
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Stile
L'opera si inserisce pienamente nella tradizione del vedutismo barocco che Vanvitelli contribuì in modo determinante a definire e sviluppare. Gaspar van Wittel era il pittore originale delle vedute, quelle vedute panoramiche cittadine rese con cura per l'accuratezza topografica che abbracciavano il tutto, dai punti di prospettiva al dettaglio descrittivo. Il suo approccio innovativo combinava la tradizione paesaggistica nordica con la grandiosità del panorama italiano, creando una sintesi stilistica che avrebbe influenzato generazioni di vedutisti successivi.
Fin dal suo arrivo a Roma nel 1675, il pittore olandese aveva sviluppato una metodologia operativa innovativa basata largamente sull'uso massiccio di una camera ottica, permettendogli di comporre vedute completamente nuove. Questo strumento gli consentiva di ottenere quella precisione prospettica e quella fedeltà topografica che distinguono le sue opere da quelle dei contemporanei. La tecnica rivela l'influenza della scuola fiamminga nella resa minuziosa dei dettagli architettonici e nella costruzione atmosferica, mentre l'ampiezza compositiva e la sensibilità cromatica mostrano l'assimilazione del gusto italiano. Il risultato è uno stile unico che unisce rigore documentario e sensibilità poetica, caratteristiche che resero Vanvitelli il precursore di artisti come Canaletto.
Colore e illuminazione
La palette cromatica della veduta napoletana si distingue per la predominanza degli azzurri e dei celesti che caratterizzano il mare e il cielo, tonalità che si fondono in delicate gradazioni atmosferiche tipiche del paesaggio mediterraneo. I toni caldi degli edifici, resi con ocre dorate e terre di Siena, creano un piacevole contrasto cromatico con la fredda intensità dei blu marini, generando quella vibrazione luminosa caratteristica della luce meridionale. Vanvitelli dimostra una particolare sensibilità nel catturare i riflessi della luce solare sulla superficie del mare, utilizzando tocchi di bianco puro e azzurro chiaro che simulano lo scintillio delle onde.
La luminosità diffusa che pervade l'intera composizione è ottenuta attraverso una sapiente modulazione chiaroscurale che evita contrasti troppo marcati, privilegiando invece transizioni graduali che creano un'atmosfera di serena contemplazione. Il Vesuvio, reso con delicate sfumature grigio-violacee, si staglia contro un cielo dalle tonalità perlacee che sfumano verso l'orizzonte in una progressione cromatica di grande raffinatezza. L'illuminazione laterale, proveniente da sinistra, modella dolcemente i volumi architettonici e conferisce profondità spaziale alla scena, mentre la luce riflessa dal mare contribuisce a creare quella luminosità avvolgente tipica dei paesaggi costieri.
Gestione degli spazi
La profondità spaziale è costruita attraverso una sapiente orchestrazione di piani successivi che conducono lo sguardo dal primo piano verso l'orizzonte marino. Il punto di vista sopraelevato, caratteristico delle vedute di Vanvitelli, permette una visione panoramica che abbraccia l'intero golfo, enfatizzando la vastità del paesaggio napoletano. La prospettiva aerea è resa attraverso la progressiva attenuazione dei contrasti cromatici e la sfumatura dei contorni man mano che gli elementi si allontanano dall'osservatore, tecnica che rivela la padronanza dell'artista nella resa degli effetti atmosferici. Il primo piano è caratterizzato da dettagli architettonici e figure umane nitidamente definiti, mentre i piani intermedi presentano la città che si distende lungo la costa con i suoi edifici gradualmente meno dettagliati ma sempre riconoscibili nella loro specificità topografica.
La linea dell'orizzonte, sapientemente posizionata nel terzo superiore della composizione, lascia ampio spazio alla rappresentazione del mare e del cielo, elementi fondamentali per la resa dell'atmosfera mediterranea. La gestione prospettica rivela l'utilizzo della camera ottica, strumento che permetteva all'artista di ottenere quella precisione geometrica che caratterizza le sue vedute e che le distingue dalla tradizione paesaggistica più libera e interpretativa.
Composizione e inquadratura
La composizione segue i principi dell'equilibrio dinamico, con la massa urbana di Napoli che si sviluppa lungo una diagonale che dalla sinistra del quadro si estende verso il centro, bilanciata dalla presenza del Vesuvio che chiude la scena sulla destra. L'inquadratura panoramica, tipica delle vedute settecentesche, è studiata per offrire una visione comprensiva del golfo che permette allo spettatore di orientarsi topograficamente e di apprezzare la bellezza complessiva del paesaggio.
La distribuzione degli elementi architettonici segue una logica narrativa che guida l'occhio attraverso la città, dai palazzi del primo piano fino alle costruzioni più lontane, creando un percorso visivo che si snoda naturalmente lungo la costa. Le imbarcazioni disseminate sulla superficie marina fungono da elementi di collegamento tra la terra e l'orizzonte, spezzando la monotonia della distesa acquea e conferendo movimento alla scena. Il formato orizzontale della tela, più largo che alto, enfatizza l'estensione panoramica del golfo e permette di includere tutti gli elementi topografici significativi del paesaggio napoletano. L'orizzonte marino, posizionato strategicamente nella parte superiore della composizione, lascia ampio spazio alla rappresentazione della città e del mare, elementi fondamentali per la comprensione geografica e la suggestione estetica dell'opera.
Tecnica e materiali
L'opera è realizzata con tecnica a olio su tela, supporto che permetteva all'artista di ottenere quella finezza cromatica e quella ricchezza di dettagli che caratterizzano le vedute di Vanvitelli. La modalità esecutiva procede da un disegno preparatorio accurato, probabilmente basato su rilievi dal vero condotti con l'ausilio della camera ottica, strumento fondamentale nella metodologia operativa dell'artista.
La stesura pittorica si sviluppa attraverso velature successive che costruiscono gradualmente gli effetti luminosi e atmosferici, tecnica tipicamente fiamminga che l'artista aveva appreso durante la sua formazione nordica. I pigmenti utilizzati comprendono oltremare naturale per i blu intensi del mare e del cielo, bianco di piombo per le luci e i riflessi, ocre e terre per gli edifici e il paesaggio terrestre, mentre per il Vesuvio sono impiegati pigmenti violacei e grigi che restituiscono l'aspetto caratteristico del vulcano.
La pennellata varia secondo le esigenze rappresentative: più precisa e controllata negli elementi architettonici del primo piano, più fluida e impressionistica nella resa degli effetti atmosferici e delle lontananze marine. Questa versatilità tecnica consente di ottenere effetti diversificati all'interno della stessa composizione, dal dettaglio topografico accurato alla suggestione paesaggistica più emotiva, trasmettendo l'unicità di quest'opera.
