La più antica veduta di Roma in grandi dimensioni del 1493

La più antica veduta di Roma in grandi dimensioni del 1493

Alice Pettirosso

La più antica veduta di Roma in grandi dimensioni: un capolavoro del 1493
La storia di Roma, la Città Eterna, non vive solo nei suoi imponenti monumenti e nei documenti tramandati nei secoli, ma anche nelle rappresentazioni visive che ci permettono di viaggiare nel tempo. Tra queste, spicca la più antica veduta di Roma, del 1493, una vera finestra sul passato, contenuta nella celebre "Cronaca di Norimberga" (Liber Chronicarum). Redatto dall'erudito Hartmann Schedel e pubblicato a Norimberga, un capolavoro che ci regala uno degli scorci più antichi della città, rivelando una città medievale pronta a trasformarsi sotto la luce del Rinascimento.


Un'opera singolare della cartografia antica
La veduta del 1493 è uno dei primi tentativi di ritrarre la città eterna con dettagli sorprendenti. Era un’epoca in cui la cartografia mescolava elementi simbolici e allegorici, offrendo una visione più artistica che realistica. Non è una mappa come la intendiamo oggi, ma un’incisione su legno che combina dettagli architettonici precisi con un’immagine idealizzata della città. Capolavoro che fa parte di una tradizione di vedute che raccontavano visivamente il potere e la storia di Roma, già allora cuore pulsante d’Europa.

Una visione dettagliata ma idealizzata

La veduta di Roma del 1493 si distingue per la sua straordinaria ricchezza di dettagli. Edifici iconici come il Colosseo, il Pantheon e la Basilica di San Pietro – ancora nella sua veste paleocristiana, prima della trasformazione rinascimentale – emergono con forza. Le mura aureliane tracciano i confini della città, mentre il fiume Tevere la attraversa sinuoso con i suoi antichi ponti. Eppure, molti particolari sono più suggestioni che fedeli rappresentazioni topografiche, e riflettono l’immaginario dell'epoca più che la vera conformazione della città.

La cronaca di Norimberga: uno specchio del mondo medievale

La veduta di Roma è inclusa nella "Cronaca di Norimberga" (Liber Chronicarum), un’opera enciclopedica pubblicata nel 1493 da Hartmann Schedel, tra le imprese editoriali più imponenti del tardo Medioevo. Redatta in latino e in tedesco, la cronaca è arricchita da xilografie che raffigurano episodi biblici, leggende e le città più rilevanti del mondo allora conosciuto. L’obiettivo di Schedel non era solo raccontare la storia del mondo, ma anche illustrarla con immagini che intrecciassero realtà e mito, restituendo una visione vivida dell’epoca.

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Un aneddoto curioso: l'impatto della cronaca in Italia

Dopo la pubblicazione della "Cronaca di Norimberga", alcuni mercanti veneziani, colpiti dalla qualità delle xilografie, portarono diverse copie dell'opera nella città lagunare. Le copie circolarono rapidamente tra le corti e le accademie italiane, destando meraviglia tra gli intellettuali dell'epoca. Si racconta che un giovane artista fiorentino, Lorenzo di Credi, studiò a lungo la veduta di Roma, affascinato, immaginando di passeggiare in una Roma rinascimentale, trasformata dalle nuove idee, e di riportare in vita i monumenti caduti dell’antica gloria romana. Un episodio simbolico della percezione del mondo nel XV secolo e della sensibilità per l’età classica.

Un capolavoro dell’arte xilografica

Le incisioni della "Cronaca di Norimberga" sono autentici capolavori delle tecniche di stampa del XV secolo. La veduta di Roma del 1493 mostra l'abilità degli incisori dell’epoca, capaci di fondere dettagli architettonici minuziosi con una visione artistica che cattura l’essenza della città. L’incisione su legno consentiva di realizzare numerose copie della veduta iconografica di Roma, rendendola accessibile a un ampio pubblico e permettendo a chi non aveva mai visitato l’Italia di immaginarla.

La Roma del
1493: un viaggio tra passato e futuro
La veduta di Roma del 1493 è un affascinante ponte tra il passato e il futuro della città. Da un lato, mostra una Roma ancora avvolta dal fascino del suo glorioso passato imperiale, con le rovine maestose e il suo ruolo spirituale come sede del papato. Dall'altro, anticipa la rinascita culturale e architettonica che avrebbe caratterizzato i decenni successivi, trasformando Roma in una delle capitali del Rinascimento.

Un tesoro per storici e appassionati

La più antica veduta di Roma del 1493 è anche una fonte preziosa per storici e appassionati. Poiché offre l’opportunità di esplorare come la città fosse percepita alla fine del Medioevo, permettendo confronti con le rappresentazioni precedenti e successive. È una pietra miliare nella storia della cartografia e dell'editoria, e segna il passaggio da una visione simbolica delle città a un approccio più realistico e dettagliato, che avrebbe poi trovato pieno sviluppo nei secoli successivi.
Studiare questa veduta significa immergersi nella Roma di oltre cinque secoli fa, e scoprire quali aspetti i contemporanei considerassero degni di essere rappresentati. È un viaggio nel tempo che ci aiuta a comprendere l’evoluzione di Roma e il suo ruolo cruciale nella storia europea, sia dal punto di vista religioso sia culturale.

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