Ippolito Caffi e La Festa dei Moccoletti - Il carnevale a Roma
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Ippolito Caffi, pittore italiano. Dopo essersi formato inizialmente a Belluno (1821-25), poi a Padova presso il cugino Pietro Paoletti, Caffi frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Teodoro Matteini, Francesco Bagnara e Tranquillo Orsi.
Nel 1832 si trasferì a Roma, acquisendo immediata fama come vedutista. Ha mostrato una padronanza virtuosa della costruzione spaziale, nel 1835 pubblicò un libro di testo sulla prospettiva, Lezioni di prospettiva pratica, con Antonio Bianchini.
Caffi modernizzò il vocabolario della veduta ereditato da Canaletto, selezionando nuovi punti di vista, e mostrò interesse per le scene notturne con illuminazione artificiale o lunare, nel registrare gli effetti della luce e dell'atmosfera in momenti particolari, e nel raccontare eventi insoliti come eclissi e voli in mongolfiera.
Veduta del Pantheon
È un artista e una figura romantica di grande fascino, tra i più grandi e originali vedutisti dell'Ottocento italiano. Nel corso della sua breve ma intensa vita raggiunse grande fama e ammirazione, i suoi paesaggi e le altre opere d'arte acquisirono una dimensione e un'ampiezza europea che lo rendono simile a Corot.
Ma oltre ad essere uno degli artisti più acclamati del suo tempo, Caffi fu anche una persona coraggiosa, inquieta, un'anima avventurosa, un viaggiatore instancabile e un devoto patriota con il suo coinvolgimento nei moti del 1848-49, nelle persecuzioni austriache e nella Terza Guerra d'Indipendenza fino alla morte prematura a soli 57 anni durante la battaglia di Lissa a bordo dell'ammiraglia Re d'Italia.
La sua opera più famosa, che vediamo qui, La Festa dei Moccoletti (Il carnevale a Roma), mostra l'originalità del suo stile. Roma appare come un palcoscenico illusionisticamente vasto sul quale le figure umane sono semplicemente scintille di luce e macchie di colore vivido. Esposto a Venezia, riscosse un enorme successo, Caffi eseguì 42 repliche, pratica adottata per altri soggetti popolari. Luce velata e atmosfera pesante sono gli elementi principali di Venezia nella neve (1850; Trieste, Museo Civico Revoltella).
La Festa dei Moccoletti (Il carnevale a Roma)
Nel corso della terza guerra di indipendenza italiana, durante la battaglia di Lissa nel 1866, si verificò una tragica vicenda che segnò la fine del talentuoso artista Ippolito Caffi. Questo evento avvenne mentre Caffi, originario di Venezia, stava viaggiando da Venezia a Firenze e, successivamente, verso Taranto, a bordo della nave Re d'Italia. La sua vita giunse a una conclusione tragica quando la nave affondò durante la battaglia di Lissa.
Questo drammatico episodio è stato immortalato in versi dal suo amico poeta Sebastiano Barozzi, nel trentottesimo capitolo della sua epica opera "Cronaca del popolo durante la redenzione d'Italia". Il poema cattura l'angoscia del momento e l'amore di Caffi per l'arte e la patria, mentre la nave veniva inghiottita dalle acque agitate.
Durante la sua vita, Ippolito Caffi fu in grado di mantenere uno stile di vita confortevole grazie alla vendita dei suoi dipinti, molti dei quali furono replicati e acquistati da nobili europei, tra cui persino il Principe d'Austria.
L'arte di Caffi, sebbene ispirata dai modelli veneziani del Settecento, riuscì a portare un tocco di modernità al mondo delle vedute pittoriche. Esplorò nuovi punti di vista, creando scene notturne affascinanti, e affrontò temi inusuali, come il volo di mongolfiere, che si distinsero per la loro originalità.
Nonostante il suo talento fosse riconosciuto in vita, Ippolito Caffi dovette aspettare fino alla metà degli anni Sessanta per ottenere il riconoscimento che meritava da parte degli storici dell'arte. La sua rivalutazione avvenne grazie a una grande mostra organizzata a Venezia in occasione del centenario della sua scomparsa. È importante notare che una parte significativa della sua vasta produzione artistica è purtroppo andata perduta nel corso del tempo, ma il suo contributo all'arte resta indelebile nella storia.