Gauguin a Roma: tra sogno, mito e avventura in “Il Diario di Noa Noa”

Gauguin a Roma: tra sogno, mito e avventura in “Il Diario di Noa Noa”

Jayde Browne

Nel suggestivo spazio del Museo Storico della Fanteria a Roma prende vita una mostra che promette di trasformare il pubblico in esploratori di un universo fuori dal tempo: si tratta di “Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure”, un percorso espositivo perfettamente orchestrato dal professor Vincenzo Sanfo, che guida i visitatori attraverso i molteplici volti, e le molteplici emozioni, di Paul Gauguin, artista francese rivoluzionario e sognatore. Dal 6 settembre al 25 gennaio, gli intrecci tra arte, letteratura e vissuto personale si esplicitano nella capital romana, grazie a 165 opere provenienti da collezioni private italiane, francesi, belghe e da musei d’Oltre Alpe e nazionali.

La mostra si concentra su un momento cruciale dell’esistenza di Gauguin, il suo primo viaggio a Tahiti, narrato magistralmente nel libro “Il diario di Noa Noa”, che rappresenta il fulcro tematico del percorso. Nel diario, Gauguin tratteggia un racconto affascinante dove realtà, mito, fantasia e scoperta si mescolano; qui emergono le credenze ancestrali delle isole polinesiane, storie che l’artista ha reso immortali, complice anche l’intreccio narrativo con Tehura, la giovane compagna protagonista di molte delle sue riflessioni e creazioni artistiche. Con la pubblicazione di “Il diario di Noa Noa”, Gauguin si impone sulla scena artistica parigina dell'epoca, destando scalpore e offrendo una guida per chi era assetato di novità, libertà e purezza.

Attraversando le sale, il visitatore incontra oltre 100 xilografie, disegni e litografie che testimoniano la ricchezza della produzione tahitiana di Gauguin. Tra queste, spiccano due opere pittoriche attribuite all'artista: l’olio su tela “Femme de Tahiti” (1891) e l'acquerello “Paysage Tahitien”. Tuttavia, il cuore più autentico della mostra pulsa nelle 23 xilografie dedicate al “Diario di Noa Noa” (1893-94), realizzate durante il primo soggiorno nelle terre polinesiane e stampate in origine da Louis Roy e in seguito Daniel de Monfreid. Queste incisioni racchiudono tutto lo stupore e la meraviglia che la vita primordiale delle isole ha esercitato sull’animo inquieto di Gauguin, traducendo in immagini la sua personale odissea, la fascinazione per l’esotico e lo sconfinato senso di libertà che aleggiava attorno a lui negli ultimi dieci anni di vita.

La mostra non si esaurisce nella riproposizione del “Diario di Noa Noa”. In un’ulteriore sezione, il pubblico viene catturato dalle vibranti atmosfere delle 16 litografie a colori della serie “Ancien Culte Mahorie” (1892), oltre che da due sculture create nel 1893: “Vase aux dieux tahitiens”, qui esposta in terracotta, e “Idole à la coquille”, presente a Roma in bronzo e con una delicata madreperla incastonata. Simbolo della contaminazione tra cultura europea e polinesiana, questi reperti testimoniano quanto Gauguin fosse permeato dall’influenza spirituale degli ambienti in cui visse e quanto la sua arte fosse un ponte tra mondi opposti, una solida risposta dalle radici profonde e autentiche.

Un altro tassello importante dell’esposizione è “Tehura”, la maschera di donna tahitiana in bronzo patinato, proveniente dal Musée Despiau-Wlérick in Francia: l’opera affianca un carnet di 38 disegni dove bozzetti, studi anatomici, ritratti e dettagli del mondo animale restituiscono la ricerca artistica dell’autore, costantemente in dialogo con la natura e la spiritualità del luogo. La mostra si arricchisce inoltre di una sezione fotografica dedicata esclusivamente alla Polinesia, “Le Isole di Tahiti, l’anima primordiale”, realizzata da Tahiti Tourisme in collaborazione con Leica Camera Italia. Qui il pubblico scopre angoli meno conosciuti dei meravigliosi arcipelaghi dell’Oceano Pacifico, grazie alle immagini di Luigi Chiurchi e Pietro Ienca, che trasportano nei paesaggi che tanto hanno segnato Gauguin.

Non manca uno sguardo sugli ultimi istanti della vita dell’artista. Il percorso espositivo offre anche le stampe litografiche in facsimile contenute in “Avant et Après”, l’ultimo libro scritto da Gauguin, concluso appena due mesi prima della sua morte nel 1903 e pubblicato postumo. Questo diario-manifesto è ricco di appunti, considerazioni sull’arte e riflessioni profonde sui rapporti di amicizia, mettendo in luce l’uomo dietro l’artista e la sua incessante indagine esistenziale.

Attraversando le sale, il visitatore si imbatte non solo nel mondo di Gauguin, ma anche in quello dei suoi amici e collaboratori. Una quarantina di opere realizzate da dodici artisti che ebbero stretti rapporti con lui arricchisce il percorso espositivo. Si va dalle 12 litografie a colori di Vincent van Gogh, noto compagno di avventura, passando per Jean-François Millet, Adolphe Beaufrère, Louis Anquetin fino ai maestri del Gruppo Nabis di Pont-Aven in Bretagna. Questa contaminazione artistica e personale testimonia l’importanza delle relazioni nel percorso creativo di Gauguin e ne restituisce il ruolo centrale nella scena artistica europea tra Otto e Novecento.

L’allestimento della mostra è stato reso possibile grazie alla produzione di Navigare srl e da una iniziativa del Ministero della Difesa, Difesa Servizi S.p.A, con il patrocinio della Regione Lazio e del Comune di Roma, Assessorato alla Cultura. La mostra “Gauguin. Il diario di Noa Noa e altre avventure” rimarrà accessibile da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 19.30, mentre il sabato, la domenica e i giorni festivi sarà visitabile dalle 9.30 alle 20.30. Un evento che si pone come crocevia di esperienze per il pubblico capitolino e i turisti, invitando tutti a lasciarsi suggestionare da un’esplorazione che va ben oltre l’arte visiva: è un invito a scoprire le passioni, i timori, gli amori e le avventure che hanno segnato Gauguin, restituendoci la sua Tahiti attraverso gli occhi e il cuore di un artista che volle essere sempre outsider, mai incasellato, sempre sognante e in fuga verso orizzonti nuovi.

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