
“From Pop to Eternity”: oltre cento opere di Kostabi alla Vaccheria dell'Eur
Jayde BrowneCondividi
Roma si conferma capitale internazionale dell’arte contemporanea accogliendo presso la Vaccheria dell’Eur la monumentale mostra antologica “From Pop to Eternity”, dedicata a Mark Kostabi. Dal 12 settembre 2025 al 29 marzo 2026, oltre cento opere tra dipinti, sculture, disegni e tecniche miste ripercorrono l’intera carriera dell’artista americano, protagonista della scena Pop e figura chiave nell’evoluzione postmoderna dell’arte visiva. La mostra, curata da Gianfranco Rosini per IconArs e ospitata nei suggestivi spazi della Casa della Pop Art romana, celebra il linguaggio universale di Kostabi, noto per le sue iconiche figure prive di volto, e mette in risalto la sua capacità di dialogare con la contemporaneità attraverso un tratto inconfondibile e temi di grande attualità.
Mark Kostabi, nato a Los Angeles nel 1960 da genitori estoni, si è formato in California prima di trasferirsi negli anni Ottanta a New York, epicentro di quello che diventò il rivoluzionario movimento artistico dell’East Village. Qui entra in contatto con Andy Warhol e con i grandi interpreti della Pop Art americana, avviando una produzione incessante che attraversa il linguaggio della pittura, della scultura, della musica e del design. Il suo stile, caratterizzato da ambienti metafisici e sagome senza volto, si rifà idealmente al magistero di De Chirico e Warhol, ma assume presto una fisionomia personale: le opere di Kostabi denotano un’attenzione acuta per l’alienazione dell’uomo moderno, per il potere e la mercificazione nella società contemporanea, innestando una riflessione sulla perdita dell’identità e sulla sfida del linguaggio visivo universale.
Il percorso espositivo alla Vaccheria dell’Eur parte dai disegni dei primi anni Ottanta, come “Ascent to street level” e “St Peter’s Mistake”, e segue l’evoluzione del segno nell’inedita collezione di dipinti degli anni Novanta, tra cui spicca “The Studio System” e “The Rhythm of Inspiration”, celebrata in una spettacolare installazione multimediale. Il viaggio continua con sculture e grafiche, accompagnato da memorabilia che testimoniano il potere della Pop Art di attraversare epoche e generi. Tra le opere recenti presentate spiccano “Gaming the Course of History”, “A Space for Reason”, “Romance in Motion” e i lavori creati appositamente per la mostra del 2025: “Market Sanctification”, “Between Worlds” e “The Pulse of Industry”.
La collaborazione artistica trova un momento di sintesi in tre opere realizzate a quattro mani: “Facing the Truth”, firmata insieme al fratello Paul Kostabi; “Who’s Your Daddy”, in cui interviene Enzo Cucchi; “The Rhythms of Resilience”, concepita con Tony Esposito. Questo approccio collettivo riflette la filosofia di “Kostabi World”, il laboratorio avviato a New York nel 1988 in cui l’artista sperimenta una produzione condivisa, mettendo in discussione l’autenticità e il ruolo dell’autore nella società contemporanea.
La mostra “From Pop to Eternity” si inserisce nel solco di un percorso iniziato nel 2022 con la celebrazione di Andy Warhol e proseguito con esposizioni dedicate al Futurismo e all’arte virtuale. La Vaccheria dell’Eur si afferma così come Casa della Pop Art, luogo di contaminazione e sperimentazione che mette in dialogo le culture visive del Novecento e le nuove frontiere dell’arte globale. L’inaugurazione, accompagnata da una performance musicale con Tony Esposito, Greesi Desiree Langovits e Sasa Flauto, ha confermato il carattere poliedrico di Kostabi, che vanta collaborazioni con musicisti acclamati, copertine iconiche per band come i Guns N’ Roses e i Ramones, e progetti di design per Swatch e Alessi.
L’esperienza romana di Kostabi rappresenta un ritorno alle radici di una produzione che è insieme americana ed europea: l’artista vive tra New York e Roma dal 1996 e da anni considera la capitale italiana la città ideale per la creatività e la celebrazione della vita. In questa mostra sono messe in luce le sfide affrontate nel panorama culturale contemporaneo: la mercificazione dell’arte, l’accessibilità dei linguaggi visuali, la problematica dell’autorialità nel sistema postmoderno e le tensioni sociali che attraversano l’era digitale. “Ho partecipato a numerose esposizioni negli ultimi 45 anni, ma questa è senza dubbio la mia preferita”, ha affermato lo stesso Kostabi, “perché è al contempo la più storica e la più attuale”.
Oltre al percorso artistico, la mostra si collega al Pop Art Fest, festival che accompagna l’esposizione con incontri, concerti, proiezioni e lectio magistralis: tra queste, la proiezione de “Il fantasma del palcoscenico” di Brian De Palma e di “Yellow Submarine” di George Dunning, lezioni di Gianfranco Rosini e dello stesso Kostabi, e la presentazione di “My Italy” di Bruno Colella con un cast di artisti, attori e musicisti tra i più importanti della scena italiana. L’evento diventa così momento di aggregazione e riflessione sulle forme della contemporaneità e sul futuro dell’arte popolare.
Le opere di Kostabi, acquisite da musei come il MoMA, il Guggenheim, il Metropolitan di New York, il Corcoran di Washington e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, sono espressione di una creatività che supera confini geografici e generazionali. Il legame con il pubblico italiano e la collaborazione con curatori e musicisti sottolineano l’importanza della contaminazione e del confronto nel panorama artistico contemporaneo. La mostra gratuita, arricchita da visite guidate organizzate da Ars in Urbe APS, offre la possibilità di scoprire i temi centrali della Pop Art e la poetica di Kostabi da vicino, con appuntamenti multisensoriali e approfondimenti rivolti a un pubblico trasversale.
Attraverso “From Pop to Eternity”, Roma conferma la capacità di fare della cultura popolare un laboratorio di creatività, innovazione e relazione tra arte e società. L’evento rappresenta un’occasione unica per riflettere sull’evoluzione del linguaggio visivo, sull’impatto dei cambiamenti sociali e sul ruolo dell’artista nel mondo contemporaneo. Kostabi celebra la città che lo ha accolto, affidando alle sue figure senza volto il compito di trasmettere speranza, interrogativi e bellezza in un tempo che non ha paura di confrontarsi con la memoria e il futuro.