
Ercolano ritrova le sue Terme Suburbane: un viaggio nel lusso e nella quotidianità romana
Jayde BrowneCondividi
Dopo vent’anni di chiusura, le Terme Suburbane di Ercolano tornano finalmente a essere visitabili, offrendo una delle esperienze archeologiche più straordinarie del panorama italiano. Questo gioiello dell’epoca romana, considerato il complesso termale meglio conservato dell’Impero, si apre ai visitatori in una formula inedita: la visita si svolge all’interno di un cantiere di restauro a vista, dove si ha l’opportunità rara di osservare da vicino il lavoro dei restauratori e comprendere la cura e l’impegno necessari per preservare questo luogo millenario. L’apertura al pubblico rappresenta non solo un ritorno alla fruizione, ma un’occasione di dialogo e conoscenza diretta con il patrimonio antico, come ha sottolineato Francesco Sirano, funzionario delegato alla direzione del Parco Archeologico di Ercolano e nuovo direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Sirano ha ribadito quanto sia importante far percepire ai visitatori la bellezza straordinaria degli ambienti e la dedizione richiesta per restituirli alle future generazioni.
Le terme sorgono tra la cinta muraria e l’antica spiaggia di Ercolano, incastonate ai piedi di lussuose ville affacciate sul mare. Nacquero in età augustea come bagno riservato alla prestigiosa famiglia dei Nonii Balbi, per poi essere ampliate e destinate all'uso pubblico. La terrazza panoramica adiacente al monumento funebre di Marco Nonio Balbo introduceva a un percorso impreziosito da pavimenti marmorei, stucchi e pitture di raffinata fattura, testimoni di uno stile di vita elevato e di un senso del lusso che affascina ancora oggi. Il vero fiore all’occhiello del complesso è il sistema di riscaldamento, innovativo rispetto agli standard dell’epoca, che ha contribuito in modo determinante allo stato di eccezionale conservazione degli ambienti.
Il percorso termale prevedeva quattro ambienti principali che scandivano il rituale del benessere. Il frigidarium era una magnifica sala adornata da marmi e affreschi, oasi di frescura e di eleganza. Attraversando questa soglia, i visitatori venivano accolti dal tepidarium, detto oggi Sala dei Guerrieri, dove si potevano ammirare figure di guerrieri in stucco finemente modellate, probabilmente ispirate alla tragedia di Eschilo “I sette contro Tebe”. Queste decorazioni conferiscono all’ambiente una forte valenza scenografica, arricchita dalla presenza delle panchine in marmo e dalle tracce del sistema di riscaldamento: tubuli inseriti nelle pareti mostrano l’efficienza ingegneristica raggiunta dagli artigiani romani. Il tepidarium era luogo di sosta e acclimatamento, ma anche di socializzazione, riflettendo la centralità della vita termale nell’Ercolano antica.
Nel calidarium, gli ospiti trovavano una vasca rettangolare e un raffinato labrum in marmo cipollino, che la furia dell’eruzione del 79 d.C. fece rovesciare, lasciando un’impronta ancora visibile ai nostri giorni. L’ultimo ambiente era il Grande Calidarium con natatio, una piscina coperta la cui volta era impreziosita da decorazioni pensate per raccogliere le gocce di condensa ed evitare che ricadessero sui bagnanti: un dettaglio ingegnoso che sottolinea la grande attenzione al comfort dei frequentatori. Un sistema di riscaldamento a induzione, rarissimo nell’area vesuviana e oggi chiamato “a samovar”, permetteva di mantenere sempre calda l’acqua della piscina centrale e di alimentare tre saune disposte in salette separate. La funzione termica era garantita dai praefurnia, forni sotterranei con braci ardenti situati lungo un corridoio attiguo alle sauna, esempio lampante della capacità tecnica romana nel garantire benessere e igiene.
Scoperte nel 1940, le Terme Suburbane sono state oggetto di numerosi interventi di scavo, tra cui quelli necessari per superare le difficoltà legate all’emersione delle acque di falda. Il complesso ha rivelato la sua struttura complessiva soltanto nel 1973, ma ha subito nel tempo danni e necessità di consolidamento che hanno imposto una lunga chiusura. La riapertura odierna è frutto di un articolato programma di conservazione e valorizzazione, portato avanti dal Parco Archeologico di Ercolano in collaborazione con il Packard Humanities Institute. Questo ente, attivo sull’area dal 2001, si è impegnato a sostenere il recupero e la messa in sicurezza delle terme, permettendo finalmente la loro restituzione al pubblico.
Le Terme Suburbane di Ercolano rappresentano un unicum nel panorama archeologico mondiale. Restituirle, anche solo in parte, alla fruizione collettiva equivale a far parlare un luogo che racconta la quotidianità, il benessere e la socialità dell’antica Ercolano, offrendo una porta d’accesso privilegiata per comprendere come vivevano, si relazionavano e si prendevano cura di sé gli abitanti della città. Il percorso di visita, arricchito dall’eccezionale stato di conservazione degli spazi, permette di viaggiare nel tempo e di immergersi tra stucchi, mosaici, marmi e sistemi ingegnosi di riscaldamento, entrando in contatto diretto con un patrimonio che il tempo e la natura hanno miracolosamente preservato.
Per molti visitatori, la vista del cantiere diventa occasione per avvicinarsi al mondo della tutela e della valorizzazione archeologica, comprendendo da vicino il lavoro paziente dei restauratori, la lotta quotidiana contro le infiltrazioni, la necessità di adottare tecniche all’avanguardia per garantire la sicurezza e la stabilità degli ambienti. Questa apertura segna un cambio di paradigma nella gestione del patrimonio: abbandona il concetto di sito chiuso e inaccessibile e si apre al pubblico come spazio vivo, in cui convivono memoria, ricerca e trasmissione della conoscenza. L’esperienza diventa emozionante e coinvolgente proprio per la sua autenticità: i visitatori osservano, imparano, dialogano non soltanto con la storia, ma anche con chi la custodisce e la mette quotidianamente al sicuro.
La storia della scoperta e della valorizzazione delle Terme Suburbane è, di fatto, una storia di sfide vinte e di obiettivi raggiunti grazie al lavoro sinergico di enti pubblici e privati, archeologi, restauratori, storici dell’arte e tecnici. Ogni ambiente restituisce un tassello della vita di Ercolano e della sua comunità, offrendo una narrazione ricca e stratificata che restituisce il fascino di un’epoca in cui il culto del corpo, la cura della salute e il piacere della socialità si sposavano con la bellezza delle forme artistiche.
L’apertura del sito si configura oggi come una delle maggiori opportunità di valorizzazione per tutto il territorio vesuviano, catalizzando l’interesse di studiosi, turisti e cittadini. Le Terme Suburbane diventano così simbolo di rinascita e di resistenza, esempio di come il recupero dei grandi complessi archeologici possa generare conoscenza, identità e sviluppo culturale. Riaprire le porte a Ercolano significa dare nuova voce a un luogo che racconta, senza filtri e con eccezionale ricchezza di dettagli, il benessere, la quotidianità e le relazioni nella società romana.