A Crema arriva “Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese” con opere da Klimt a Mucha

A Crema arriva “Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese” con opere da Klimt a Mucha

Jayde Browne

A Crema, dal 18 ottobre all’11 gennaio presso il Museo Civico di Crema e del Cremasco, prende vita un viaggio sorprendente nell’estetica di fine XIX secolo attraverso la mostra “Ver Sacrum e la grafica della Secessione viennese”. Il percorso espositivo si snoda tra riviste, libri, incisioni e oggetti provenienti da collezioni private e museali, restituendo la visione di un’epoca in cui arte, grafica e cultura si fondono in una ricerca di autentica libertà espressiva. Il periodico Ver Sacrum, nato a Vienna nel gennaio 1898, fu il vero e proprio manifesto della Secessione viennese, movimento di rinnovamento artistico promosso da Gustav Klimt, Max Kurzweil e dai loro coraggiosi compagni di avventura.

Il nome della rivista, Ver Sacrum, affonda le radici in un rito italico assimilato anche dai culti dell’antica Roma, dove i giovani nati in primavera venivano allontanati dai villaggi per insediarsi altrove. Il significato di questo antico rituale si carica di simbolismo nella Viennese Sezession: allontanarsi dall’arte tradizionale per abbracciare il nuovo, con la consapevolezza che tale slancio è necessario per la rinascita del pensiero e dell’arte. Ver Sacrum diventò così il veicolo di una rivoluzione che investì Vienna e dilagò presto in tutta Europa, promuovendo l’ideale della Gesamtkunstwerk, l’arte totale in cui ogni disciplina trova dignità e spazio.

La mostra di Crema riporta in primo piano la collezione della rivista Ver Sacrum, con le pagine più significative e iconiche della produzione editoriale, provenienti dalla collezione milanese di Giovanni Biancardi. Ad esse si affiancano libri illustrati, cataloghi di esposizioni della Vereinigung Bildender Künstler Wiener Secession, il gruppo ufficiale degli artisti secessionisti che ha saputo mescolare tradizione e avanguardia con rara coerenza. Il pubblico avrà modo di ammirare grafiche originali e rare incisioni realizzate dagli aderenti al movimento e da artisti “corrispondenti”, testimonianza della portata internazionale del fenomeno.

Crema accoglierà anche le opere di maestri come Gustav Klimt, Koloman Moser, Alfred Roller, Josef Maria Auchentaller, Carl Moll, Egon Schiele. Tra le meraviglie in mostra spicca una litografia di Mucha, “Au Quartier latin”, ma anche grafiche, libri illutsrati e cataloghi che celebrano la cifra decorativa, il gioco stilistico e l’estro visivo dei protagonisti della Secessione viennese. La varietà delle opere esposte dimostra quanto la Secessione abbia saputo dialogare con altre scuole, dal Simbolismo al Divisionismo, con contaminazioni che abbattono i confini tra arte maggiore e minore.

La mostra, è curata da Giovanni Biancardi, Edoardo Fontana e Silvia Scaravaggi e promossa dal Museo Civico di Crema e del Cremasco in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale - Collezione Mazzocchi di Coccaglio.

In queste pagine, la tipografia della rivista supera l’Aesthetic Movement inglese, integrando architettura della pagina, testi e immagini in una struttura coerente e raffinata. Le campiture vuote, le forme ascetiche e i riferimenti all’arte popolare europea alle geometrie romane disegnano un universo visivo al tempo stesso antico e ultramoderno. Ver Sacrum diventa una sintesi estetica perfetta, dove ciascun maestro trova la propria voce dentro un progetto editoriale che non fa differenze tra pittura, grafica e design.

Sfogliando le pagine e osservando le opere in mostra, il visitatore percepisce chiaramente quanto l’impatto della Secessione viennese sia stato dirompente: dalla sede progettata da Joseph Maria Olbrich, agli artisti mitteleuropei che vi aderirono, fino al dialogo con movimenti internazionali come il Simbolismo belga, il tardo preraffaelismo inglese, il divisionismo italiano e il modernismo scozzese. L’eredità di Ver Sacrum travalica la fine del XIX secolo arrivando fino alle avanguardie e alle seduzioni grafiche dell’epoca moderna, in una “fuga verso il futuro” che non nega il passato ma lo rilegge in chiave contemporanea. Un fermento creativo che, a Crema, trova finalmente uno sguardo d’insieme, facendosi testimonianza di uno dei periodi più innovativi e rivoluzionari della storia dell’arte europea.

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