Canaletto le atmosfere di Venezia
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Giovanni Antonio Canal, conosciuto ai più con il nome di Canaletto, rappresenta una figura emblematica della pittura e dell'incisione del XVIII secolo. Nativo di Venezia, Canaletto si è affermato principalmente come vedutista, riuscendo a catturare con straordinaria maestria le bellezze e le particolarità della sua città natale e di altri luoghi che hanno segnato il suo percorso artistico.
Guarda l'opera Piazza San Marco verso la Basilica
Le opere di Canaletto sono caratterizzate da una resa atmosferica minuziosa, che conferisce ai suoi dipinti una straordinaria sensazione di realismo. Questo effetto è ottenuto attraverso un uso sapiente della prospettiva e un'indagine visiva condotta con rigore scientifico. Ogni dettaglio nei suoi quadri è frutto di un'osservazione attenta e di una tecnica impeccabile, che gli permette di riprodurre fedelmente non solo gli edifici e i paesaggi, ma anche l'atmosfera luminosa e l'aria che avvolge le scene.
La rotonda di Ranelagh 1754
A Venezia, Canaletto ricevette numerose importanti commissioni, che gli permisero di affermarsi come uno dei principali interpreti della realtà urbana della Serenissima. Le sue opere celebrano la grandiosità della Repubblica di Venezia, immortalando vedute dei suoi canali, dei suoi palazzi e delle sue piazze con una precisione che le rende quasi fotografiche. Le sue tele sono testimonianze preziose di un'epoca in cui la città lagunare era al culmine del suo splendore.
Nel 1746, Canaletto si trasferì in Inghilterra, dove la sua fama lo precedeva. In terra britannica, il pittore trovò una nuova clientela tra l'aristocrazia locale, che apprezzava il suo stile e la sua capacità di immortalare vedute cittadine e paesaggi con un realismo senza pari. Durante il suo soggiorno inglese, Canaletto continuò a produrre opere di grande qualità, che gli valsero un posto d'onore tra gli artisti più ricercati del suo tempo.
Canaletto, ebbe una svolta decisiva nella sua carriera grazie all'incontro con Joseph Smith. Questo ricchissimo collezionista d'arte, che sarebbe poi diventato console britannico a Venezia tra il 1744 e il 1760, giocò un ruolo fondamentale nel collegare Canaletto ai collezionisti inglesi. Smith iniziò come cliente del pittore, acquistando alcune delle sue opere più celebri. Tra queste, la "Regata sul Canal Grande" e l'"Interno di San Marco di notte", uno dei rari dipinti notturni dell'artista. Queste opere, realizzate nei primi anni '30 del Settecento, sono oggi parte delle collezioni dei reali d'Inghilterra.
Cortile dello scalpellino 1727
Con il tempo, Smith non solo continuò a commissionare opere, ma divenne anche un vero e proprio mecenate e intermediario per Canaletto. La sua mediazione fu cruciale per facilitare i rapporti del pittore con la ricca clientela inglese, specialmente considerando che Canaletto, secondo le fonti dell'epoca, non era noto per la sua affabilità. L'attività di Smith raggiunse il suo apice nella seconda metà degli anni '30, quando nobili inglesi di spicco, come il conte di Fitzwilliam, il duca di Bedford, il duca di Leeds e il conte di Carlisle, iniziarono a richiedere i quadri del pittore veneziano.
Durante questo periodo, Canaletto realizzò opere di grande importanza. Tra queste, "Il doge alla festa di San Rocco", un altro dipinto di carattere celebrativo, ora conservato alla National Gallery di Londra, e una veduta di Piazza San Marco, attualmente a Cambridge negli Stati Uniti. Quest'ultima è particolarmente interessante perché permette un confronto diretto con un'altra veduta appartenuta ai reali del Liechtenstein, rivelando così i progressi fatti dal pittore in circa un decennio.
Tra le altre opere commissionate dai collezionisti inglesi, spiccano la "Riva degli Schiavoni verso est", realizzata intorno al 1738-40 e oggi nei musei del Castello Sforzesco di Milano, una veduta di Piazza San Marco verso sud-est, conservata a Washington, e una veduta dell'angolo nord-est della principale piazza di Venezia, che si trova a Ottawa. Questi lavori non solo testimoniano il talento e la maestria di Canaletto, ma anche la stretta relazione tra l'artista e il mercato dell'arte inglese, resa possibile dalla mediazione di Joseph Smith.
Il ritorno a Venezia
Dopo il ritorno a Venezia, negli ultimi anni della sua carriera, Canaletto ampliò i suoi orizzonti artistici dedicandosi anche al genere del "capriccio". Questa nuova fase della sua produzione fu caratterizzata da una maggiore libertà creativa, che gli permise di combinare elementi reali e immaginari per creare scene suggestive e oniriche. Nei suoi capricci, la fantasia si mescola con la realtà, offrendo visioni di città e paesaggi che esistono solo nella mente del pittore.
Canaletto rimane una figura fondamentale nell'arte del XVIII secolo, un maestro capace di immortalare con precisione scientifica e grande sensibilità artistica le bellezze del mondo che lo circondava. Le sue opere continuano a essere ammirate e studiate, offrendo uno sguardo prezioso su un'epoca e una città che hanno segnato profondamente la storia dell'arte.
Tecnica pittorica di Canaletto
Uso della Camera Oscura
Una delle caratteristiche distintive della tecnica di Canaletto è l'utilizzo della camera oscura. Questo strumento proiettava l'immagine di una scena su una superficie, permettendo all'artista di tracciare con precisione i dettagli e le proporzioni. La camera oscura contribuì alla sua capacità di catturare la realtà con grande fedeltà, come si vede nei dettagli architettonici e nelle proporzioni accurate degli edifici.
Prospettiva e Composizione
Canaletto era un maestro nella rappresentazione della prospettiva. Nei suoi dipinti, la disposizione delle linee prospettiche conduce l'occhio dello spettatore verso un punto di fuga centrale, creando un senso di profondità e realismo. Questo è evidente in opere come "Prospettiva con portico" dove la prospettiva è utilizzata per dare risalto alla struttura architettonica e alla disposizione degli elementi scenici.
Uso del Colore e della Luce
L'uso del colore e della luce in Canaletto è fondamentale per rendere l'atmosfera e la vivacità delle scene urbane. Egli sfruttava il contrasto tra luce e ombra per dare rilievo agli edifici e per enfatizzare le condizioni atmosferiche. Ad esempio, nei suoi dipinti della Piazza San Marco, Canaletto riesce a catturare l'illuminazione naturale in modo da mettere in risalto la grandiosità e la vitalità della piazza.
Dipinti "dal vero"
Diversamente da molti suoi contemporanei, Canaletto spesso dipingeva "dal vero", cioè direttamente dall'osservazione della scena, piuttosto che da schizzi preliminari. Questo approccio contribuiva all'autenticità e all'accuratezza delle sue vedute, mantenendo una freschezza e una immediatezza che altrimenti sarebbero state difficili da ottenere.
Capricci e Vedute
Oltre alle vedute reali, Canaletto era anche noto per i suoi "capricci", ossia composizioni fantasiose che combinavano elementi architettonici reali con elementi immaginari. Un esempio di questo genere è il "Capriccio con edifici palladiani", dove mescola edifici realmente esistenti ma collocati in contesti diversi.
La critica su Canaletto
La fortuna critica di Canaletto ha subito significativi cambiamenti nel corso dei secoli, oscillando tra lodi entusiastiche e critiche severe. La sua arte, caratterizzata da vedute dettagliate e luminose di Venezia, ha attratto giudizi variabili a seconda delle epoche e delle prospettive critiche.
Nel XVIII secolo, Canaletto fu ampiamente celebrato. Anton Maria Zanetti nel 1733 lo elogiò come un "pittor di vedute" dotato di intelligenza, gusto e una fedeltà alla verità senza pari. Pochi anni dopo, nel 1739, Charles de Brosses confermò questa ammirazione, descrivendo le sue vedute di Venezia come superiori a tutte le altre per la loro luminosità e precisione minuziosa. Luigi Lanzi, scrivendo nel 1831, riconobbe l'abilità di Canaletto nel trovare un equilibrio tra natura e arte, apprezzando la sua libertà artistica.
Tuttavia, il XIX secolo vide un netto declino nella considerazione di Canaletto. John Ruskin, nel 1843, lo criticò severamente, accusandolo di manierismo e mancanza di originalità. Anche Niccolò Tommaseo, nel 1857, pur riconoscendone il valore, sottolineò i limiti del suo stile vedutista, riducendolo a una "porzione d'artista".
Il Bucintoro al molo nel giorno dell'Ascensione 1740
Il XX secolo portò a una rivalutazione dell'artista. Gino Damerini, nel 1912, riconobbe la superiorità di Francesco Guardi, ma iniziò a delineare un nuovo apprezzamento per Canaletto. Gino Fogolari, nel 1932, apprezzò il significato e la prospettiva delle vedute del pittore veneziano. Roberto Longhi, nel 1946, lo definì "il grande Antonio Canal", sottolineando la sua importanza nel panorama artistico. Pietro Zampetti, nel 1967, lo descrisse come il primo vero vedutista, capace di catturare la realtà in modo schietto e sincero.
La critica moderna ha continuato a esplorare e rivalutare l'opera di Canaletto. André Corboz, nel 1974, criticò la visione positivista che riduceva Canaletto a un mero "pittore-fotografo", suggerendo una lettura più profonda della sua arte. Alessandro Bettagno enfatizzò il rigore prospettico e la poesia personale presente nei suoi dipinti. Gérard Genette, infine, identificò due livelli nell'arte di Canaletto: il primo legato all'ammirazione per i paesaggi affascinanti e il secondo alla trasfigurazione del banale, ossia il trattamento artistico di oggetti meno considerati.
La capacità di Canaletto di catturare la realtà veneziana con precisione e poesia continua a essere oggetto di studio e ammirazione, confermando la sua importanza nel panorama dell'arte europea.
Le maggiori opere di Canaletto
- Il Bucintoro al Molo nel giorno dell'Ascensione (1729)
- Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, Torino, Italia
- Piazza San Marco verso la Basilica (1723 circa)
- Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid, Spagna
- Canal Grande da Campo San Vio presso il Ponte di Rialto (1723)
- Ca' Rezzonico, Museo del Settecento Veneziano, Venezia, Italia
- L'ingresso al Canal Grande con la Dogana e la Chiesa della Salute (1730 circa)
- Museum of Fine Arts, Houston, Texas, USA
- Santa Maria Aracoeli e il Campidoglio (1720 circa)
- Museo di Belle Arti, Budapest, Ungheria
- Riva degli Schiavoni verso est (1738-40 circa)
- Castello Sforzesco, Milano, Italia
- Il Molo e la Riva degli Schiavoni dal Bacino di San Marco
- Toledo Museum of Art, Ohio, USA
- Il Bacino di San Marco con la Dogana dalla Punta della Giudecca
- National Museum of Wales, Cardiff, Regno Unito
- Veduta del Tamigi con la Cattedrale di St. Paul il giorno di Lord Mayor (1746)
- Collezione Lobkowicz, Praga, Repubblica Ceca
- Capriccio con edifici palladiani
- Galleria Nazionale di Parma, Italia
- Il Canal Grande verso est
- National Gallery, Londra, Regno Unito
- Campo San Giacometto
- Gemäldegalerie, Dresda, Germania
- La Piazzetta verso la Torre dell'Orologio
- Windsor Castle, Collezioni Reali, Regno Unito
- La Punta della Dogana
- Kunsthistorisches Museum, Vienna, Austria
Questo elenco non è esaustivo, ma include alcune delle opere più significative di Canaletto e la loro ubicazione attuale.