Il borgo di Dozza ospita la trentesima Biennale del Muro Dipinto
Jayde BrowneCondividi
Dal 15 al 21 settembre 2025, il borgo di Dozza si trasforma nuovamente in una magnifica galleria d’arte a cielo aperto per accogliere la trentesima edizione della celebre Biennale del Muro Dipinto. Quest’anno il tema “Save the Wall” pone l’accento sulla conservazione delle opere murarie che hanno reso Dozza una capitale nazionale dell’arte pubblica. Le strade del borgo, i vicoli e la frazione di Toscanella diventano palcoscenico di restauri d’autore e di creazioni nuove, in un dialogo continuo tra memoria e innovazione che coinvolge tutta la comunità. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Dozza Città d’Arte e dal Comune di Dozza, rappresenta una delle tappe più attese del panorama artistico italiano, celebrando sessant’anni di interventi e di murales che hanno cambiato per sempre il volto del paese.
L’edizione 2025 si presenta come un doppio laboratorio: da un lato l’azione di restauro, con venti interventi su opere storiche minacciate dal tempo e dai fenomeni climatici; dall’altro, la creazione di quattro nuove installazioni che stimolano il dibattito sull’arte pubblica e sul suo ruolo nel contesto sociale contemporaneo. Il titolo scelto quest’anno, “Save the Wall”, è un invito esplicito a prendersi cura di un patrimonio che racconta non solo l’evoluzione dell’estetica murale, ma anche la storia collettiva di Dozza e delle generazioni che vi hanno vissuto. Opere come “L’uomo e la macchina” di Nevio Bedeschi del 1963 e “Muratore” di Remo Pasetto del 1967 tornano a splendere grazie all’impegno di restauratori esperti. Allo stesso modo, murali più recenti come quelli di Eron, Tano Pisano e Gino Pellegrini vengono protetti per restare testimonianza viva della creatività contemporanea.
La Biennale 2025 non si limita alla tutela del passato: tra i protagonisti troviamo Augusto Giuffredi, artista e restauratore che realizzerà “Portale” in via De Amicis, e Lara Ilaria Braconi, pittrice milanese nota per le sue ricerche introspettive che in via De Amicis 26 darà vita all’opera “Illuminata”. Questi lavori dialogano con il territorio, coinvolgendo attivamente studenti e famiglie, e riflettono sul rapporto tra natura, ambiente urbano e condizione umana. Anche Toscanella è parte integrante dell’evento, con interventi di Marco Lazzarato, docente all’Accademia di Belle Arti di Bologna, e Andrea Gualandri, educatore e artista, che firma un emozionante murale dedicato alla memoria di una giovane atleta.
Il calendario della manifestazione mette in risalto la Notte del Muro Dipinto, in programma giovedì 18 settembre, che propone incontri, performance e visite guidate ai nuovi lavori. La Rocca di Dozza diventa catalizzatore di attività culturali, ospitando le mostre “Muri perduti. Conservare per non smarrire”, curata da Agnese Tonelli e dedicata alla memoria dei muri scomparsi, e “Ritorno a Dozza. Germano Sartelli, carte e sculture”, che esplora la storia locale attraverso documenti e opere inedite. Fino al 9 novembre, queste esposizioni offrono una panoramica preziosa sulla stratificazione artistica del borgo.
Dozza, con oltre 100 murales realizzati dal 1960 ad oggi, si conferma un vero custode di bellezza dove passato e presente dialogano senza soluzione di continuità. La partecipazione attiva della cittadinanza e delle scuole arricchisce il valore sociale della Biennale, trasmettendo non solo abilità tecniche e artistiche, ma soprattutto idee di inclusione, memoria e cura condivisa degli spazi. Grazie a gemellaggi culturali con Vieste e Oliveto Citra, la manifestazione rafforza la propria rete di relazioni e si apre a linguaggi e sensibilità differenti, dimostrando come l’arte sappia tessere legami tra realtà distanti.
L’intervento più discusso dell’edizione 2025 riguarda “Il respiro del drago” di Paolo Barbieri, danneggiato gravemente e ora al centro di un delicatissimo strappo conservativo. La scelta di salvare quanto rimane dell’opera diventa metafora di una battaglia costante contro l’oblio e la distruzione. Ciò che accade tra le mura di Dozza è quindi il racconto di un territorio che, da piccolo centro collinare, si è fatto laboratorio vitale, luogo d’incontro e sperimentazione. Gli artisti al lavoro sono il volto visibile di una comunità che cura il bello non solo come eredità materiale, ma come punto di partenza per immaginare nuovi orizzonti urbani e sociali.
Il percorso Biennale continua il suo viaggio con iniziative “off” come l’evento a Grizzana Morandi e con la promozione dell’arte pubblica nel circuito Bologna Estate 2025. L’ingresso al borgo durante la manifestazione è gratuito, una scelta che favorisce la partecipazione di famiglie, turisti, esperti e curiosi. L’esperienza immersiva dei murales si arricchisce anche tramite audio-guide e itinerari personalizzati, offrendo la possibilità di scoprire il borgo dipinto e respirare l’atmosfera magica che si crea durante la settimana dell’evento.
La XXX Biennale del Muro Dipinto di Dozza si afferma come appuntamento di riferimento per la cultura della conservazione, per la valorizzazione del territorio e per la produzione artistica dal vivo. La sinergia tra restauratori, artisti e cittadini trasforma ogni muro in una storia, pronta a essere condivisa e vissuta da chi passeggia tra le strade strette del borgo. L’incanto dei colori, la memoria delle creazioni storiche, le nuove visioni legate all’ambiente e alla comunità portano Dozza a riconfermare il proprio ruolo di avamposto culturale in Italia e in Europa.
Sessant’anni di storia e trent’anni di Biennale testimoniano una vocazione ben precisa: quella di credere nel potere rigenerante dell’arte vissuta dal pubblico e in dialogo con l’ambiente. Le opere restaurate e create nella trentesima edizione riscrivono la mappa emotiva del borgo, proteggendo il patrimonio e gettando un ponte verso il futuro. Per tutti Dozza diventa il simbolo di una tradizione che resiste, si rinnova e ispira, lasciando traccia sulle pietre e nell’immaginario di chi vi passa.