Biennale del Mosaico a Ravenna: la città diventa laboratorio d’arte tra memoria e visione

Biennale del Mosaico a Ravenna: la città diventa laboratorio d’arte tra memoria e visione

Jayde Browne

A Ravenna, la Biennale di Mosaico Contemporaneo riporta al centro dell’attenzione una tecnica millenaria, affiancando la grande tradizione bizantina e paleocristiana della città a uno sguardo rivolto alle sperimentazioni più attuali e alle contaminazioni dell’arte globale. Per tre mesi intensi, la nuova edizione della biennale farà vibrare musei, chiese, chiostri, monumenti e spazi pubblici con mostre, installazioni, eventi e performance, presentando Ravenna come capitale contemporanea del mosaico sotto la direzione artistica di Daniele Torcellini.

Il titolo scelto, “Luogo condiviso”, pone una riflessione profonda sull’arte musiva come linguaggio del dialogo e della relazione, capace di tessere insieme non solo le tessere colorate delle opere ma anche le persone, le esperienze, gli universi culturali diversi che si incontrano nei luoghi reali, nel cuore della città. L’idea di condivisione assume oggi un valore quanto mai urgente, in un’epoca segnata da conflitti politici, guerre, tensioni sociali ed economiche. La Biennale di Mosaico Contemporaneo vuole essere una risposta concreta alla frammentazione e all’individualismo, suggerendo nell’arte una risorsa per superare solitudini e ricostruire comunità.

Uno degli appuntamenti più attesi è la mostra organizzata al MAR – Museo d’Arte della città di Ravenna, dedicata a Marc Chagall e al mosaico. Il percorso espositivo, inaugurale della Biennale, parte dalla presenza di un capolavoro come Le Coq bleu e si amplia documentando la carriera artistica di Chagall attraverso mosaici, disegni, progetti e una ricca raccolta di collaborazioni che l’artista, simbolo del Novecento, instaurò con i mosaicisti ravennati. Questa narrazione dimostra a pieno quanto la pratica del mosaico non sia relegata al passato, ma costituisca ancora oggi terreno di sperimentazione poetica, spirituale e visiva.

L’esperienza si ramifica in tutta la città: Palazzo Rasponi dalle Teste ospita, tra le altre, la personale di Shahzia Sikander, artista pakistana che vive a New York e che interpreta le tradizioni miniature dell’Asia centrale e meridionale sovvertendole in chiave contemporanea, e la mostra di Omar Mismar, libanese che attinge ai mosaici antichi per riflettere su identità, memoria, tensioni politiche e questioni di genere. Entrambe le mostre, curate da Serena Simoni e Daniele Torcellini, sono frutto di collaborazioni con l’Accademia Statale di Belle Arti e includono opere sperimentali nate dal lavoro con studenti e giovani mosaicisti: si rafforza così quell’idea di Ravenna come laboratorio diffuso, legata indissolubilmente al mosaico ma aperta alla multidisciplinarietà dell’arte attuale. La Biennale estende la rete anche al di fuori di Ravenna, con progetti in collaborazione con musei e istituzioni di altre città dell’Emilia-Romagna, confermando il carattere aperto e diffuso dell’iniziativa.

Un punto di forza di questa edizione è il coinvolgimento capillare della città: monumenti UNESCO, musei, spazi pubblici e privati si trasformano in gallerie a cielo aperto. Il pubblico potrà attraversare la storia del mosaico da San Vitale e Sant'Apollinare Nuovo alle installazioni contemporanee, e partecipare a laboratori, visite guidate, incontri, performance, workshop che fanno di Ravenna un’esperienza immersiva, didattica e inclusiva per tutte le età. Non è solo arte da contemplare, ma arte da vivere, capace di generare partecipazione, scambio e cittadinanza attiva.

I grandi artisti coinvolti, la varietà dei progetti e il costante dialogo con la scuola musiva cittadina permettono di valorizzare ancora una volta Ravenna come città-museo e città laboratorio, animata dalla presenza di artisti internazionali e dall’energia dei giovani mosaicisti. Chagall, Sikander, Mismar e molti altri restituiscono la polifonia di un’arte che parla a tutti, accogliendo le tensioni del presente e catalizzando l’attenzione sul futuro del mosaico come disciplina in evoluzione.

La Biennale si impone così come un appuntamento fondamentale per riflettere sui valori della condivisione, del rispetto e della contaminazione delle pratiche artistiche. Nel mosaico contemporaneo, la tessera è tanto elemento materico quanto metafora di pluralità identitaria: ciascun tassello racconta una storia unica, ma insieme agli altri compone un’immagine corale che dà senso alla comunità e al tempo in cui viviamo. Ravenna, con i suoi spazi antichi e modernissimi, si offre come teatro ideale per questa narrazione, rinnovando una vocazione millenaria al dialogo tra le arti, tra passato e presente.

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