Bellotto a Vienna: la Lobkowitzplatz tra rococò e realismo
Jayde BrowneCondividi
L'opera "Vienna, la Lobkowitzplatz" di Bernardo Bellotto raffigura uno degli spazi urbani più eleganti della capitale asburgica durante il periodo di massimo splendore dell'Impero. La piazza si presenta come un palcoscenico architettonico dove si mescolano la vita quotidiana viennese e la grandiosità barocca della città.
Al centro della composizione domina la facciata del palazzo Lobkowitz, esempio raffinato dell'architettura aristocratica del Settecento, mentre attorno si dipana un intreccio di figure umane che animano lo spazio con le loro attività commerciali e sociali. La scena si svolge durante le ore diurne, come evidenziato dalla luminosità diffusa che avvolge l'intera composizione, creando un'atmosfera di vivace operosità urbana tipica della Vienna di Maria Teresa d'Austria. Le carrozze, i mercanti, i passanti aristocratici e i popolani si muovono in un equilibrio perfetto che trasforma la veduta topografica in un affresco della società settecentesca.
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Stile
L'opera appartiene al periodo rococò e manifesta la piena maturità artistica di Bellotto durante il suo soggiorno viennese. Lo stile di Bellotto si caratterizzava per l'elaborata rappresentazione di vedute architettoniche e naturali, oltre che per la qualità specifica dell'illuminazione di ogni luogo. Durante questo periodo, l'artista aveva ormai sviluppato una personalità indipendente rispetto al magistero dello zio Canaletto, pur mantenendo quella precisione documentaria che caratterizza la scuola vedutistica veneziana.
Bellotto era un pittore di vedute della scuola veneziana conosciuto per i suoi dipinti topografici accuratamente disegnati di città dell'Italia centrale e dell'Europa orientale. La rappresentazione della Lobkowitzplatz mostra come l'artista abbia saputo adattare la tradizione veneziana alle specificità dell'ambiente mitteleuropeo, creando una sintesi originale tra l'osservazione naturalistica italiana e il gusto decorativo del Rococò viennese. L'influenza dell'arte nordica si percepisce nella resa atmosferica e nella particolare attenzione agli effetti di luce tipici del clima continentale.
Colore e illuminazione
La palette cromatica dell'opera rivela una sensibilità particolare per le tonalità fredde e grigie caratteristiche dell'atmosfera viennese, in contrasto con i toni più caldi e dorati delle opere veneziane. I colori dominanti spaziano dai grigi azzurrini del cielo alle ocre chiare delle facciate palaziali, creando un'armonia tonale che enfatizza l'eleganza aristocratica dell'ambiente urbano. La luce assume un ruolo strutturale nella definizione dello spazio architettonico, distribuendosi uniformemente sulla superficie degli edifici e creando quel senso di chiarezza e ordine tipico dell'urbanistica barocca.
Come suo zio e molti altri maestri veneziani della veduta, utilizzava la camera oscura per ottenere una precisione superiore delle sue vedute urbane. Le ombre proiettate dalle architetture scandiscono ritmicamente la composizione, mentre i riflessi sui selciati umidi aggiungono una dimensione di realismo che trascende la mera documentazione topografica. L'artista dimostra particolare maestria nel rendere la qualità dell'aria viennese, più densa e velata rispetto a quella mediterranea, attraverso sottili modulazioni chiaroscurali che avvolgono le forme in un'atmosfera ovattata.
Gestione degli spazi
La costruzione spaziale dell'opera si basa su un sapiente uso della prospettiva centrale che organizza l'intera composizione attorno all'asse principale della piazza. Bellotto articola la profondità attraverso una scansione planare che guida lo sguardo dal primo piano popolato di figure verso il fondale architettonico del palazzo principale. La distribuzione degli elementi nello spazio rivela una sensibilità matura per l'equilibrio tra vuoti e pieni, dove ogni elemento architettonico contribuisce alla creazione di un ritmo visivo armonioso.
Le quinte laterali della piazza fungono da cornice naturale che concentra l'attenzione verso il centro della composizione, mentre la pavimentazione prospettica crea quella griglia geometrica che ordina e unifica l'intera veduta. L'artista dimostra particolare abilità nel gestire i passaggi di scala tra l'architettura monumentale e le figure umane, creando un senso di proporzione che esalta tanto la grandiosità dell'ambiente quanto la vivacità della dimensione sociale.
Composizione e inquadratura
Il punto di vista scelto da Bellotto permette di abbracciare l'intera vastità della piazza senza perdere la leggibilità dei dettagli architettonici e umani. L'inquadratura orizzontale enfatizza l'estensione spaziale dell'ambiente urbano, mentre la distribuzione degli elementi segue un ordine compositivo che bilancia simmetrie e asimmetrie con sapiente equilibrio. Il palazzo Lobkowitz, posizionato al centro ma leggermente spostato verso destra, evita la rigidità di una composizione perfettamente centrata, mentre le diagonali create dalle quinte architettoniche laterali introducono elementi dinamici che vivacizzano la scena.
I punti focali si distribuiscono strategicamente sulla superficie pittorica, creando un percorso di lettura che invita l'osservatore a esplorare progressivamente ogni angolo della rappresentazione. L'orchestrazione delle figure umane segue una logica teatrale che trasforma la piazza in un palcoscenico dove si rappresenta il grande spettacolo della vita urbana settecentesca.
Tecnica e materiali
L'opera è realizzata con la tecnica dell'olio su tela, supporto che consente quella precisione descrittiva e quella ricchezza cromatica necessarie per rendere la complessità del paesaggio urbano mitteleuropeo. La modalità esecutiva rivela l'influenza della tradizione veneziana, ma mostra anche l'adattamento dell'artista alle specificità dell'ambiente viennese.
La stesura pittorica procede per velature successive che costruiscono la forma attraverso la modulazione luminosa, secondo la tradizione coloristica veneziana, ma con una maggiore attenzione agli effetti atmosferici tipici del clima continentale. Gli strumenti utilizzati comprendono pennelli di diverse dimensioni che permettono di alternare stesure ampie per le campiture architettoniche principali a tocchi più minuti per la definizione delle figure e dei dettagli decorativi. La preparazione della tela e la scelta dei pigmenti riflettono l'evoluzione tecnica dell'artista durante il periodo viennese, quando aveva ormai raggiunto quella padronanza tecnica che caratterizzerà tutte le sue opere della maturità.