“La bellezza e l’ideale” alla Pinacoteca di Brera: viaggio nel genio di Antonio Canova

“La bellezza e l’ideale” alla Pinacoteca di Brera: viaggio nel genio di Antonio Canova

Jayde Browne

Da maggio 2025 a maggio 2026, la Pinacoteca di Brera accoglie uno degli appuntamenti espositivi più attesi dell’anno: “La bellezza e l’ideale. La collezione Canova di Banca Ifis e la Pinacoteca Viaggiante”. Questa mostra-restituzione, che resterà aperta fino a maggio 2026 nella riallestita Sala 1, è molto più di una semplice esposizione di capolavori: rappresenta un viaggio immersivo nel genio di Antonio Canova, nella storia delle sue opere e nella vocazione stessa di Brera come spazio di formazione, ricerca e innovazione culturale. L’iniziativa, curata da Chiara Rostagno e Valentina Ferrari, colloca dodici busti in gesso, restaurati e messi a disposizione da Banca Ifis, al centro di un racconto che intreccia arte, memoria e mecenatismo.

Le opere di Canova, caposaldo assoluto del Neoclassicismo europeo, trovano nella Sala 1 la loro soglia naturale. Il riallestimento, il primo dal lontano 2018, trasforma il percorso museale di Brera in una narrazione che rispetta la tradizione ma si proietta nel futuro. Tra i dodici busti, realizzati tra il 1807 e il 1818 e provenienti dalla villa di famiglia a Gherla, spiccano calchi tratti da celebri marmi come la Venere Italica, Clio, Erato, Tersicore e Pace. Non mancano opere emblematiche come Paride e Beatrice, che restano ancora dotate delle “repères”, borchie metalliche usate per il trasporto delle misure sul marmo, dettagli che restituiscono la precisione tecnica e la profondità della pratica scultorea di Canova.

L’intervento di Banca Ifis non si limita al restauro, ma si allarga alla promozione e all’accessibilità attraverso il progetto Ifis Art: le opere arrivano a Milano dopo le tappe di Lucca e Roma, collocandosi idealmente come ponte fra la memoria storica e l’innovazione culturale. Intorno ai busti delle sorelle Bonaparte – Paolina, Carolina Murat, Elisa Baciocchi – e della madre Letizia Ramolino si sviluppa un racconto che coinvolge classicità, mitologie familiari e evocazioni di potere. Il percorso iconografico è completato dal ritorno dopo oltre un secolo della Vestale, il prezioso busto marmoreo (datato 1818-1819) che torna finalmente ad essere protagonista a Brera. Accanto a questi capolavori, la mostra offre anche una selezione di miniature in smalto provenienti dalla celebre collezione di Giovanni Battista Sommariva, mecenate e collezionista neoclassico, grazie alle donazioni di Emilia Sommariva Seillière.

Il valore innovativo della mostra sta proprio nella capacità di proporre la scultura come parte integrante dell’esperienza museale, superando l’idea di Brera come semplice pinacoteca. Il progetto della Pinacoteca Viaggiante diventa l’occasione per riflettere sul ruolo dei mecenati, sulla circolazione delle idee e dei linguaggi artistici, e sull’importanza della relazione fra pubblico e patrimonio culturale. La scelta di presentare busti in gesso, alcune delle quali ritrovate e restaurate dopo anni di oblìo, offre un punto di vista nuovo sulla prassi canoviana e sulla funzione pedagogica che le collezioni museali hanno sempre rivestito per gli allievi dell’Accademia.

Gli studiosi sottolineano la centralità della collaborazione tra Brera e Banca Ifis: questa sinergia non solo consente il recupero fisico delle opere ma rafforza il ruolo delle istituzioni nell’educazione estetica della comunità. Il catalogo edito da Contemplazioni accompagna la mostra con saggi approfonditi che valorizzano la ricchezza tematica e tecnica dei busti, contribuendo a saldare passato e presente nel racconto della grandezza canoviana. Il percorso espositivo, ideato come un vero e proprio viaggio tra la bellezza ideale e le tensioni storiche e sociali di un’epoca, offre agli spettatori la possibilità di leggere l’eredità di Canova come strumento vivo di dialogo, riflessione e crescita.

La mostra è anche occasione di restituzione pubblica del legame tra artisti, mecenati e istituzioni. Le riproduzioni in smalto della collezione Sommariva gettano nuova luce sulla fortuna collezionistica di Canova, celebrato sin dal XIX secolo come artefice di un nuovo linguaggio universale della bellezza. La scelta della Pinacoteca di Brera di accogliere queste opere nella Sala 1 si rivela non solo una scommessa museografica, ma una dichiarazione di fiducia nel valore educativo e sociale dell’arte. Il visitatore viene accolto, fin dall’ingresso, da una sequenza di busti che invita all’esplorazione, al confronto e allo stupore.

La mostra “La bellezza e l’ideale” si afferma così come punto di snodo tra storia e contemporaneità, offrendo una chiave di accesso privilegiata al genio di Canova e alla sua influenza sulla formazione artistica delle generazioni successive. La capacità di una banca privata di sostenere la conservazione e la promozione della cultura, in collaborazione con le maggiori istituzioni museali italiane, trova qui la sua espressione più alta e innovativa. La valorazione dell’arte come bene comune passa attraverso il restauro, la ricerca, la diffusione e la condivisione, elementi che rendono questo progetto un modello virtuoso e replicabile per il futuro.

Il riallestimento della Sala 1 diventa un manifesto di intenti: la visita è pensata come avvio simbolico, un invito ad attraversare la storia e la cultura di Brera con occhi sempre nuovi. Il dialogo tra le teste in gesso e i dipinti, tra la Vestale e le miniature smaltate, tra il gesto dell’artista e la visione del pubblico, è il vero motore della mostra e il cuore della narrazione che si dipana tra le sale. Capezzali di eleganza, testimonianze di devozione e frammenti di classicità convivono in uno spazio pensato per risvegliare domande, suggestioni e desideri di futuro.

“La bellezza e l’ideale” segna un anno di scoperte, appuntamenti e approfondimenti che coinvolgeranno studiosi, pubblico e operatori culturali. Brera si afferma come laboratorio, luogo di incontro e palcoscenico della memoria, in sintonia con la vocazione originaria dell’illuminismo milanese e con la sfida contemporanea di formare nuove generazioni all’arte, all’etica e alla cittadinanza culturale. Il dialogo tra Canova, i mecenati e la città è destinato a plasmarci ancora, in un percorso che restituisce centralità alla bellezza come orizzonte di vita e di pensiero.

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