Antonacci Lapiccirella porta l’eccellenza dell’Ottocento e Novecento a Palazzo Barberini

Antonacci Lapiccirella porta l’eccellenza dell’Ottocento e Novecento a Palazzo Barberini

Jayde Browne

Alla seconda edizione di “Arte e Collezionismo”, la fiera nazionale degli antiquari che dal 18 al 23 settembre anima le sale suggestive di Palazzo Barberini a Roma, la Galleria Antonacci Lapiccirella Fine Art si presenta con una selezione preziosa di capolavori che abbracciano le trasformazioni dell’arte tra Ottocento e Novecento. Confermando la sua vocazione internazionale e il gusto per le rarità, lo stand della galleria – il numero cinque dell’esposizione – propone una mini-mostra che racconta tutta la ricchezza della produzione artistica europea e italiana attraverso opere di grandi maestri, scelti per dare spessore storico e visivo all’evento romano.

Il percorso ideato da Antonacci Lapiccirella ruota attorno a quattro dipinti di grande interesse, tra i quali risaltano due ritratti e due paesaggi. Questi lavori sono emblematici di un secolo e mezzo di ricerca, in cui si alternano il rigore classico e la libertà delle avanguardie. La galleria celebra la tradizione e la modernità, mostrando come il passaggio tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento abbia rappresentato uno dei momenti più fecondi della pittura europea, soprattutto per la ricchezza delle influenze e la tensione verso il nuovo.

Il primo protagonista è Philip de László, artista ungherese che tra la fine del diciannovesimo secolo e la prima metà del ventesimo ha saputo immortalare l’élite europea con ritratti di grande eleganza. L’opera portata in fiera, il Ritratto di Germaine Gien, segna una svolta rispetto ai tradizionali ritratti solenni: qui la giovane donna francese, ventiseienne all’epoca, viene rappresentata con piglio emancipato, capelli tirati all’indietro e labbra carminio, vestita con uno stile garçonne che riflette la rivoluzione del costume femminile degli anni Venti. La spontaneità dell’esecuzione e il dinamismo delle pennellate rivelano un lato meno ufficiale e più intimo dell’artista, in sintonia con il fermento di modernità che attraversa la società del tempo.

Di statura monumentale è il Ritratto di August Grahl di Vincenzo Camuccini, il più importante neoclassico italiano del primo Ottocento. In questa tela, Camuccini riprende i modelli severi dei francesi, in particolare di Jacques-Louis David; lo sguardo però è lontano dalla retorica celebrativa con cui l’artista immortalava imperatori e dignitari, e si fa invece psicologico, introspettivo. Il volto di Grahl è immerso nei pensieri, lo spazio attorno annullato, come a esaltare la concentrazione e la tensione intellettuale del ritratto romantico. Questa rilettura del genere ritrattistico mostra la capacità di Camuccini di attraversare le mode e di restare legato al sentimento profondo dell’uomo.

Sul fronte del paesaggio, Antonacci Lapiccirella presenta una veduta romana di straordinaria poesia, realizzata da Jean-Achille Benouville. Il soggetto è Villa Medici, circondata dai pini marittimi sotto la cupola di San Pietro. Benouville, maestro del paesaggio francese, unisce precisione accademica e lirismo, giocando magistralmente con la luce mediterranea. Il dipinto si offre non soltanto come rappresentazione realistica, ma come canto visivo, memoria viva della grandezza culturale di Roma. Il paesaggio diviene quindi metafora dell’anima sospesa tra storia e natura, e la tela esalta il senso della permanenza e della trasformazione.

Chiude la selezione il paesaggio Autunno di Alessandro Poma, artista piemontese noto per la sua pittura dal vero, rapida e vibrante. La veduta di Villa Borghese cattura “l’attimo fuggente” del paesaggio romano in trasformazione; le pennellate veloci restituiscono la vivacità dell’atmosfera, come il soffio di un vento creativo che attraversa la scena. Poma traduce il senso della natura in movimento e la mutevolezza delle stagioni, con colori intensi e una freschezza che invita a riflettere sulla relazione tra pittura e realtà.

La partecipazione della galleria alla kermesse romana si inserisce in una tradizione consolidata che la vede protagonista delle più prestigiose fiere internazionali: dal Salon du Dessin di Parigi al Masterpiece di Londra, dalla Biennale des Antiquaires di Parigi a TEFAF Maastricht e TEFAF New York, fino alla Biennale di Palazzo Corsini a Firenze. Fondata nel duemiladodici dalla fusione di due storiche gallerie di famiglia, Antonacci Lapiccirella Fine Art ha costruito un’identità forte nel panorama dell’arte moderna, con una collezione che spazia tra il neoclassicismo, il realismo magico, il simbolismo, il paesaggio en plein air e la grande scuola italiana e nordica.

La qualità delle opere esposte e il loro valore storico sono confermati dalle acquisizioni di numerosi musei internazionali, tra cui la National Gallery di Washington, il Getty Museum di Los Angeles, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, Museo di Capodimonte, Museo di Praga, Hamburger Kunsthalle, Musée d’Orsay, la Galleria degli Uffizi, Toledo Museum of Art e tanti altri. Il repertorio proposto da Antonacci Lapiccirella influenza il collezionismo e la museografia internazionale, stabilendo un ponte culturale tra le istituzioni italiane e il mercato europeo e americano.

A Roma, il pubblico di Palazzo Barberini potrà ammirare da vicino lavori che incarnano la storia della pittura europea tra Ottocento e Novecento, immergendosi nel dialogo tra scuole, stili e personalità. La scelta accurata degli autori e la profondità delle opere testimoniano il desiderio della galleria di stimolare la curiosità del visitatore e di offrire spunti di analisi critica e storica. Il valore della collezione si confronta con la vocazione divulgativa e pedagogica dell’evento, rendendo ogni opera non solo un oggetto da ammirare, ma anche uno strumento per comprendere le dinamiche dell’arte nelle diverse epoche.

Antonacci Lapiccirella si presenta così come un punto di riferimento imprescindibile per antiquari e collezionisti, custode di una memoria ricca e vibrante, sempre proiettata verso nuove ricerche e nuove acquisizioni. La sua presenza ad “Arte e Collezionismo” non è soltanto la celebrazione di una storia, ma anche la promessa di futuri incontri con il grande pubblico e con le nuove generazioni di amanti dell’arte.

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