
Quando Amalfi dominava i mari: la nascita della carta bambagina
Alessandro TrizioShare
Il Mediterraneo del XII secolo. Le acque cristalline sono solcate da veloci galee che portano la bandiera della gloriosa Repubblica di Amalfi: la croce bianca su campo azzurro sventola orgogliosa sui mari che collegano l'Occidente cristiano all'Oriente misterioso.
I nostri avi erano veri pionieri del commercio internazionale! Mentre l'Europa viveva ancora nell'economia feudale, i mercanti amalfitani avevano già creato una rete commerciale che si estendeva da Costantinopoli alla Spagna, dal Nord Africa alla Sicilia. Trasportavano spezie, seta, oro... ma soprattutto trasportavano conoscenza.
Fu proprio durante questi viaggi che accadde qualcosa di straordinario. Nei porti del Mediterraneo orientale e nelle città della Sicilia araba, i nostri mercanti entrarono in contatto con una tecnologia rivoluzionaria che gli Arabi avevano appreso dai lontani Cinesi: l'arte di fabbricare la carta.
Pensate alla genialità di quei momenti! Mentre in Europa si scriveva ancora sulla costosa pergamena ricavata dalle pelli animali, gli Arabi avevano scoperto come trasformare semplici stracci di lino e cotone in fogli perfetti per la scrittura. I mercanti amalfitani, con il loro fiuto per gli affari e la loro curiosità innata, capirono immediatamente le potenzialità di questa innovazione.
La Valle dei Mulini, con il suo torrente Canneto che scorreva impetuoso verso il mare, si rivelò il luogo perfetto. L'acqua pura per lavare e diluire, la forza idraulica per azionare i macchinari, la posizione protetta dalle intemperie... tutto sembrava predestinato.
Nascevano così, tra il XII e il XIII secolo, le prime cartiere d'Europa! Gli Amalfitani non si limitarono a copiare: innovarono, perfezionarono, crearono quella che sarebbe stata conosciuta in tutto il mondo come "Charta Bambagina" o "Carta Bambagina". Un nome che riecheggia ancora oggi la sua origine orientale, ma con l'inconfondibile marchio della genialità italiana.
Il successo fu tale che nel 1231 l'imperatore Federico II si sentì in dovere di intervenire! Emanò un decreto che proibiva l'uso della carta amalfitana per gli atti ufficiali, preferendo la tradizionale pergamena. Ma questo divieto, lungi dall'essere una punizione, era in realtà il riconoscimento di un successo straordinario: la carta di Amalfi era diventata così diffusa e apprezzata da rappresentare una "minaccia" per le pratiche burocratiche consolidate!
Così, in quegli anni gloriosi della Repubblica Marinara, mentre le galee amalfitane continuavano a solcare i mari e a portare ricchezza alla città, nella tranquilla Valle dei Mulini nasceva un'altra forma di ricchezza: quella della conoscenza conservata su fogli preziosi che avrebbero attraversato i secoli.
Questa è solo la prima puntata della straordinaria storia della Carta di Amalfi!
Nelle prossime settimane scopriremo insieme:
🔸 Come funzionavano davvero le antiche cartiere medievali
🔸 I segreti dei maestri cartari e le loro tecniche segrete
🔸 L'età d'oro delle 16 cartiere nella Valle dei Mulini
🔸 La sopravvivenza di questa arte fino ai giorni nostri