Piri Reis. La mappa misteriosa che descrive l'Antartide 3 secoli prima della sua scoperta

Piri Reis. La mappa misteriosa che descrive l'Antartide 3 secoli prima della sua scoperta

Jayde Browne

La mappa di Piri Reis del 1513 emerge dalle profondità della storia come una delle testimonianze più straordinarie della genialità cartografica ottomana. L’ammiraglio turco Piri Reis ha saputo catturare l'immensità dell'oceano, trasformando le onde in linee, i continenti in colori, le rotte commerciali in poesia visiva. Il fragile frammento che ci è pervenuto, appena un terzo o forse metà dell'opera originale, è custode di misteri senza risposta, che continuano a stupire e a creare interrogativi fra studiosi e appassionati. Uno in particolare.

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Origine dell’opera: l'utilizzo dei portolani portoghesi e della mappa di Colombo

Questo documento cartografico fu realizzato dal capitano turco Hagji Ahmed Muhiddin Piri, conosciuto come Piri Reis. Nato tra il 1465 e il 1470 a Gallipoli, città della costa egea della Turchia, entrò nella marina ottomana nel 1481, seguendo suo zio Kemal Reis un corsaro molto noto all'epoca.

Partecipò a diverse battaglie contro le flotte spagnola, genovese e veneta, inclusa la prima battaglia di Lepanto del 1499 e la seconda battaglia di Lepanto del 1500.
Con la morte dello zio, nel 1511, Piri ritornò alla sua città natale, cominciando nel 1513 la stesura della sua incredibile mappa. La terminò probabilmente nel 1513, e nel 1517 la presentò al sultano Solimano il Magnifico, che lo ricompensò per la sua incredibile opera con la promozione ad ammiraglio.

Essa fu redatta in base a diverse informazioni, ricavate da carte nautiche precedenti. Oltre a quattro portolani portoghesi, ossia manuali per la navigazione costiera basati sull'esperienza e l'osservazione, Piri Reis si avvalse anche della cosiddetta "mappa di Colombo".  La sua opera si ispira chiaramente (anche se in maniera imprecisa e distorta) ad altre mappe di quell’epoca, come quella di Martin Waldseemüller, e, più probabilmente, a mappe portoghesi. In particolare, l'ammiraglio potrebbe essere riuscito a utilizzare le mappe realizzate nella spedizione del capitano portoghese Pedro Álvares Cabral, che nel 1500 raggiunse il Sudamerica partendo dalla Guinea; oppure quelle realizzate tra il 1501 e il 1504 da Vespucci, quando, al servizio del capitano portoghese Gonzalo Coelho, discese di molto le coste sudamericane, arrivando in Patagonia. 

Analisi dell'opera: la magistrale rappresentazione dell'Oceano Atlantico e delle coste continentali

La mappa è un portolano, ovvero una carta che descrive porti, fondali e rotte di navigazione, specificatamente pensata per l'uso in mare. Questa porzione è parte di un documento più ampio, di cui rappresenta la metà o forse un terzo dell'estensione originaria. Rappresenta una parte dell' Oceano Atlantico, le coste dell'Europa, dell'Africa, il versante orientale dell'America meridionale e la costa dell'Antartico. 

É disegnata su pelle di gazzella, ed è tracciata con grande cura e precisione. Le linee che delimitano le coste, i fiumi e le montagne sono delicate ma chiare. Le annotazioni, scritte in turco ottomano con caratteri derivati dall'arabo, non sono semplicemente didascalie, ma si integrano armoniosamente con il disegno. La loro disposizione sul foglio contribuisce all'equilibrio visivo complessivo della mappa. Queste note, oltre a fornire informazioni geografiche e storiche, aggiungono anche un elemento narrativo e personale al lavoro di Piri Reis. Nonostante la frammentazione della mappa, si percepisce un senso di equilibrio nella disposizione degli elementi; la distribuzione delle coste, delle isole e delle annotazioni è pensata per guidare l'occhio dell'osservatore e rendere la mappa funzionale e al tempo stesso visivamente gradevole.

Significato dell’opera nella storia dell’arte: il mistero dell'Antartide

Arriviamo al punto chiave di quest’opera. La sua analisi è stata oggetto di accalorati dibattiti tra gli studiosi: l'incredibile mistero di questa mappa riguarda la raffigurazione della costa settentrionale dell’Antartico, che però sarebbe stata scoperta solo nel 1820 dalla spedizione russa di Lazarev e Bellingshausen. Non solo: nella mappa di Piri Reis l’Antartide è raffigurata priva di ghiacci, situazione che, secondo gli esperti, risale a oltre 6000 anni fa. 

Come detto in precedenza, Piri Reis per disegnare la sua mappa dovette utilizzarne altre, oramai andate perdute. Ma come facevano gli antichi a conoscere la linea costiera dell’Antartico? Dove sono finite le carte originali disegnate da questi? Chi erano questi antichi marinai che già migliaia di anni fa riuscirono a disegnare una carta del genere? La mappa, infatti, è realizzata con grande perizia, con pochissimo scarto d’errore, e questo sarebbe potuto essere possibile solo avendo una visione dei luoghi da alta quota, ad esempio da un satellite.

Secondo alcune teorie, invece, Piri Reis non avrebbe rappresentato le coste americane e l’Antartide come lo conosciamo, ma più semplicemente avrebbe riportato sulla mappa un’idea delle terre emerse che si supponeva esistessero al di là dell’oceano. Nella carta, infatti, si nota l’estrema precisione delle coste africane ed europee e l’approssimazione di quelle americane. 

Lo stesso Antartide risulta attaccato all’estremità del Sudamerica, quando in realtà le terre sono separate da un canale largo circa 1000 chilometri. Più specificamente, nella mappa l’Antartide risulta unito al sud America all’altezza dell’attuale Uruguay, e l’Argentina sembra non esistere: questo rafforza l’ipotesi secondo cui il capitano avrebbe disegnato queste porzioni usando solamente la sua immaginazione. 

Questa mappa contiene un altro dato molto importante. In un passaggio in cui si parla del continente americano si può leggere: «Queste coste si chiamano litorale di Antilya. Sono state scoperte nell'anno 896 dell'era araba. Ma si racconta che un infedele di Genova di nome Colombo abbia scoperto questi posti.» Questo sembrerebbe confermare che le origini di Cristoforo Colombo fossero genovesi e non spagnole, chiudendo un dibattito che è ancora aperto tra gli studiosi.

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Possedere questa incredibile mappa significa custodire un documento di inestimabile valore storico: un'opera d'arte che testimonia non solo le capacità tecniche e le conoscenze geografiche del suo creatore, ma anche la sua visione del mondo, ricca di curiosità e meraviglia, avvolta da un profondo senso di mistero.

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