"Il bambino e i suoi giocattoli": un capolavoro finora sconosciuto di Renoir venduto all'asta a Parigi per 1,8 milioni di euro

"Il bambino e i suoi giocattoli": un capolavoro finora sconosciuto di Renoir venduto all'asta a Parigi per 1,8 milioni di euro

Eleonora Antonini

Un dipinto di Renoir riscoperto è stato appena venduto per 2 milioni di dollari in un asta a Parigi: il quadro familiare del figlio dell'artista e della sua tata non si vedeva da 100 anni.

Il ritratto di Jean, che gioca con la sua bambinaia Gabrielle, è rimasto nella stessa collezione privata per oltre un secolo.
"È una scoperta fantastica", ha dichiarato il banditore Christophe Joron-Derem, sottolineando che l'opera non è mai stata pubblicata o esposta prima.

Pascal Perrin, storico dell'arte ed esperto di Renoir, ha infatti elogiato le "condizioni eccezionali dell'opera, che non ha subito alcun restauro" durante la presentazione della tela.
"Il tempo si è davvero fermato: si vede che Jean si sta davvero divertendo e il pittore si sta a sua volta divertendo a dipingerlo", ha affermato, "Renoir usava la luce in un modo molto speciale".


È stato offerto all'asta "
Tableaux Modernes" all'Hôtel Drouot di Parigi il 25 novembre ed è stato aggiudicato da un acquirente internazionale per un prezzo di 1,45 milioni di euro che era in linea con la stima pre-asta del dipinto compresa tra 1 e 1,5 milioni di euro, anche se considerando le commissioni di acquisto, questa cifra è salita ad oltre 1,8 milioni di euro.

Il record d'asta di Renoir è di 78,1 milioni di dollari, stabilito da Au Moulin de la Galette (1876) da Sotheby's a New York nel 1990: un'altra versione di questa eccezionale scena di festa all'aperto è conservata al Musée d'Orsay di Parigi mentre più recentemente, Berthe Morisot et sa fille, Julie Manet (1894) è stato venduto per la ragguardevole cifra di 24,5 milioni di dollari, superando una stima elevata di 15 milioni di dollari, da Christie's a New York nel 2022.


Finora, il dipinto è rimasto lontano dall'attenzione del pubblico perché donato dall'artista alla collega Jeanne Baudot
, sua unica allieva e amica intima, tanto da essere nominata madrina di Jean nel 1895.

Baudot conservò il dipinto, per poi passarlo al figlio adottivo ed erede Jean Griot, membro della Resistenza, del gabinetto del generale de Gaulle durante la Seconda guerra mondiale e direttore di Le Figaro negli anni '70.
Tenne appeso per tutta la vita "L'enfant et ses jouets" nella sua camera da letto.

Uno studio sorprendentemente simile di Gabrielle e Jean, risalente al 1895-94 circa, si trova al Musée de l'Orangerie di Parigi, mentre un'altra versione anch'essa appartenuta a Griot, è conservata alla National Gallery of Art di Washington dal 1985. 


Pierre-Auguste Renoir
fu uno dei protagonisti dell’Impressionismo ed una delle figure centrali nella pittura francese dell’Ottocento.
Nato a Limoges il 25 febbraio 1841, crebbe in una famiglia modesta e si formò inizialmente come decoratore di porcellane, attività che affinò la sua sensibilità per il colore e la luce. Trasferitosi a Parigi, studiò all’École des Beaux-Arts e frequentò lo studio di Charles Gleyre, dove conobbe Monet, Sisley e Bazille, con i quali sviluppò un linguaggio pittorico nuovo fondato sull’osservazione diretta e delle vibrazioni luminose.

Negli anni Settanta dell’800 partecipò alle prime mostre impressioniste, realizzando opere che divennero emblematiche, come “Le Moulin de la Galette” e “La colazione dei canottieri”.

Renoir si distinse sempre per l’attenzione alle figure umane, alla sensualità dei corpi ed alla dimensione gioiosa della vita quotidiana: elementi che resero il suo stile immediatamente riconoscibile.
Dagli anni Ottanta in avanti cercò una pittura più solida e classica pur mantenendo la freschezza coloristica che lo aveva reso famoso. 


Colpito da artrite reumatoide, continuò a lavorare con determinazione fino agli ultimi anni aiutato da assistenti e da supporti meccanici, continuando a dipingere circondato dalla famiglia che lo assistette con dedizione.
Questo ambiente protettivo non solo gli consentì di proseguire il lavoro, ma alimentò una visione dell’arte come celebrazione della vita, della bellezza dei legami e della continuità affettiva.

Renoir mantenne infatti per tutta la vita un legame profondo con la famiglia, elemento che influenzò in modo significativo sia il suo percorso personale sia la sua produzione artistica.
Cresciuto in un ambiente modesto ma unito, trovò nei rapporti familiari un equilibrio stabile, una fonte di conforto ed un terreno di ispirazione continua.
La presenza costante dei suoi cari non fu solo un sostegno emotivo, ma anche una componente fondamentale del suo immaginario pittorico.

Il matrimonio con Aline Charigot, celebrato nel 1890, rappresentò l’inizio di una fase particolarmente feconda della sua arte.
Aline era nata a Essoyes, un piccolo villaggio della Champagne, e proveniva come l’artista da una famiglia semplice: crebbe in un ambiente rurale che le trasmise equilibrio, praticità ed una dolcezza naturale che molti avrebbero riconosciuto nei ritratti realizzati da Renoir.

La sua fisionomia, morbida e serena, divenne un tratto distintivo di molte figure femminili del pittore, contribuendo alla definizione della sua cosiddetta “pittura della felicità”.
I tre figli della coppia, Pierre, Jean e Claude, influenzarono ulteriormente la sua sensibilità artistica: Renoir li ritrasse in momenti spontanei, dando vita ad immagini che celebrano l’infanzia come territorio di innocenza, vitalità e armonia.

La familiarità con i soggetti gli permise quindi di cogliere sfumature espressive sottili, traducendo sulla tela un senso di immediatezza e naturalezza che divenne una cifra distintiva della sua maturità stilistica.
La famiglia divenne ben presto un tema ricorrente per l’artista oltre che un luogo di osservazione privilegiato del quotidiano e dell’affettività.


Gabrielle Renard
fu anch’essa una figura centrale nella vita familiare ed artistica di Pierre-Auguste Renoir.

Nata a Essoyes, in Champagne, era cugina di Aline.
Nel 1894 si trasferì nella casa dei Renoir per lavorare come bambinaia, assumendo subito un ruolo affettivo e pratico importantissimo nella crescita di Jean Renoir, che in seguito le avrebbe dedicato memorie intense e riconoscenti.

Gabrielle divenne presto anche una delle modelle più amate dal pittore e difatti la sua presenza ricorre in numerose opere, spesso ritratta in momenti di vita quotidiana o immersa in scene domestiche che testimoniano la serenità dell’ambiente familiare.
La sua figura, caratterizzata da una naturale grazia, contribuì ad ispirare il linguaggio pittorico di Renoir soprattutto nelle rappresentazioni di intimità domestica, maternità e infanzia.

Dotata di grande sensibilità e pazienza, Gabrielle fu un sostegno costante durante i periodi di malattia del pittore e quando l’artrite ne limitava i movimenti.
Dopo la morte di Aline e con la progressiva autonomia dei figli, lasciò la famiglia Renoir per sposarsi e trasferirsi negli Stati Uniti, pur mantenendo un legame affettivo duraturo con Jean.

La sua eredità è visibile non solo nei capolavori in cui appare, ma soprattutto nel ruolo determinante che ebbe nella vita quotidiana e nell’immaginario del grande artista.


Jean Renoir
, che in seguito sarebbe diventato un regista premio Oscar, avrebbe ricordato con affetto l'esperienza di essere dipinto da suo padre: "Quando ero molto piccolo, a tre, quattro o cinque anni, non sceglieva lui la posa, ma sfruttava qualche attività che sembrava tenermi tranquillo".
Tra le sue opere figura un classico del cinema degli anni '30 "La Grande Illusion", che racconta la storia di due prigionieri di guerra francesi che cercano di fuggire dalla prigionia tedesca durante la Prima Guerra Mondiale.
Morì nel 1979.

La recente vendita all’asta de L’enfant et ses jouets – Gabrielle et le fils de l’artiste conferma quanto la dimensione familiare di Renoir continui a parlare al presente, mantenendo intatto il suo potere evocativo.

Il dipinto è riemerso come una testimonianza preziosa della vita quotidiana del pittore, dei suoi affetti e del ruolo centrale di figure come Gabrielle Renard e del piccolo Jean: l’opera ha suscitato l’entusiasmo degli esperti non solo per il risultato economico, pienamente in linea con le stime, ma soprattutto per le sue eccezionali condizioni di conservazione, che restituiscono intatta la luminosità della tavolozza renoiriana.

La tela offre uno sguardo autentico sull’intimità della casa Renoir: il gioco del bambino, la presenza vigile e affettuosa di Gabrielle, la morbidezza della luce che avvolge la scena.
Tutti elementi che, oggi come ieri, rivelano la capacità dell’artista di trasformare semplici momenti domestici in immagini di valore universale.

La riscoperta di quest’opera, custodita per decenni dalla famiglia di Jeanne Baudot, aggiunge un tassello importante nella ricostruzione del legame tra vita privata e produzione artistica.


In un mercato sempre più attento alla qualità e alla storia dietro le opere
, il successo di questo dipinto dimostra come la forza narrativa dell’Impressionismo continui a esercitare un fascino profondo.

E ricorda allo stesso tempo che l’eredità di Renoir risiede nella capacità delle sue immagini di preservare, intatti, i sentimenti che le hanno generate.

 

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