
Avanzini: satira, pittura e carnevale, cento anni di genio viareggino
Jayde BrowneShare
Viareggio celebra il centenario della nascita di Silvano Avanzini, figura centrale del Carnevale e dell’arte satirica italiana, con una mostra che si preannuncia come uno degli eventi culturali più rilevanti dell’anno. Inaugurata negli spazi prestigiosi del Palazzo delle Esposizioni di Lucca, “Silvano Avanzini. Satira e pittura”, curata da Antonella Serafini, ripercorre due anime apparentemente contrapposte ma profondamente complementari dell’artista: la satira carnevalesca e la pittura intimista.
Avanzini, nato a Viareggio nel 1925, è stato non solo l’interprete più acuto della satira politica sui carri allegorici in cartapesta, diventando il padre della satira del Carnevale di Viareggio, ma anche un pittore raffinato, legato a un universo poetico di calma e introspezione. Il suo nome è indissolubilmente legato al Carnevale viareggino, simbolo di quella fusione tra creatività popolare e analisi sociale che rende unica la manifestazione toscana. Tra il dopoguerra e la soglia del nuovo millennio, Avanzini ha realizzato oltre cinquanta carri di prima categoria, vincendo più volte i premi più ambiti e ridefinendo i linguaggi della satira coraggiosa. Il suo carro “Carnevale al vertice”, datato primi anni Sessanta, viene considerato dagli storici il primo carro interamente dedicato alla denuncia satirica del potere politico.
Ma sarebbe riduttivo pensare ad Avanzini solo come geniale carrista. La sua pittura rivela un’anima profondamente diversa, fatta di atmosfere languide, paesaggi silenziosi, interni rari e magici in cui la luce e il colore sono strumenti per raccontare lo stato d’animo e la memoria. Il contrasto tra le sue grandi costruzioni carnevalesche mobili capaci di scandagliare il presente sociale e politico, e la delicata figurazione dei suoi quadri mostra l’unicità di un autore capace di far dialogare ragione e sentimento, satira e poesia, come sottolineato dalla curatrice Serafini.
L’esposizione, sostenuta dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca e da altre istituzioni locali, gode del patrocinio della Fondazione Carnevale di Viareggio e interpreta la figura di Avanzini come quella di un vero intellettuale versato nell’arte della satira e del dialogo visivo. La mostra non racconta solo un artista, ma un capitolo chiave dell’identità toscana ed italiana: la satira di Viareggio, tradizione popolare che nasce come esercizio di libertà, si fa qui racconto del nostro tempo. Avanzini si è distaccato dalla semplice parodia per creare pungenti allegorie, vere e proprie cronache in movimento che hanno raggiunto il pubblico di tutta Italia, diventando simbolo dell’acuta capacità di lettura e commento sociale della città.
Nella sua lunga carriera Silvano Avanzini si è distinto anche sul piano civile: durante la Seconda guerra mondiale fu partigiano nelle fila della Resistenza toscana, impegno che gli valse in seguito un riconoscimento istituzionale dal Presidente della Repubblica. Dopo il conflitto, tornò a Viareggio inaugurando una stagione di fervore artistico che avrebbe coinvolto anche la famiglia: uno dei figli, Alessandro, ha seguito le orme paterne come costruttore di carri. La dinastia Avanzini rappresenta oggi un’eccellenza nella tradizione artistica viareggina, capace di rinnovare il racconto della città attraverso le generazioni.
La mostra di Lucca alterna grandi bozzetti, fotografie, documenti storici, modelli di carri e soprattutto dipinti: opere che rivelano una predilezione per la natura, la campagna toscana, gli angoli del padule, ma anche interni densi di silenzio ed energia. Se la satira dei carri allegorici esplode di colori e ironia, la pittura di Avanzini si fa spoglia, essenziale, rarefatta. Ogni tela è un invito alla riflessione, all’ascolto delle emozioni più sottili.
Non mancano i riconoscimenti per l’attività artistica: nel corso degli anni Avanzini ha partecipato a numerose mostre in Italia e all’estero, distinguendosi come scultore e pittore, vincendo premi come quello presieduto da Carlo Carrà e ottenendo attenzione della critica anche fuori dal contesto carnevalesco. Memorabili alcune delle sue opere in cartapesta esposte a Parigi, testimonianza di una versatilità e una capacità plastica che vanno oltre i confini italiani.
Il Carnevale di Avanzini non è solo festa, ma strumento di coscienza collettiva. La sua satira, spesso graffiante, resta nella memoria non solo come critica politica ma come atto di speranza civile. La pittura, invece, è la sua pausa, il luogo dell’intimità, un diario in cui si stratificano luce, malinconia e desiderio di comprensione profonda.
La mostra, corredata da un catalogo e arricchita da laboratori e incontri per famiglie, propone diverse chiavi di lettura: l’avventura del carnevalesco e la poesia visiva della pittura sono le due anime dell’artista e, al tempo stesso, due volti della Toscana contemporanea. La memoria di Avanzini continua a vivere nel racconto della sua città, ben oltre i carri che per decenni hanno percorso il lungomare.
Viareggio, con questa retrospettiva, restituisce al pubblico la complessità e l’umanità di un protagonista che ha saputo coniugare ironia e sentimento, impegno civile e bellezza, facendo della satira uno strumento di partecipazione, della pittura un atto di resistenza estetica. Il viaggio nel suo universo è un invito a scoprire la forza della creatività come modo di comprendere e amare il proprio tempo.