Adorazione dei pastori di Jacopo Bassano. Analisi

Adorazione dei pastori di Jacopo Bassano. Analisi

Stefania Rinaldi

Il dipinto raffigurante l'Adorazione dei pastori, attribuito a Jacopo Bassano, rappresenta una delle opere più notevoli della pittura veneta del XVI secolo. Questo quadro, originariamente parte della collezione del cardinale Girolamo Bernerio, fu donato nel 1611 a Scipione Borghese e inserito nella ricca quadreria del cardinale nel casino di Porta Pinciana.

Nel 1650, fu descritto da Iacomo Manilli, insieme ad altre sei opere dello stesso autore, confermando l'importanza della scuola bassanesca nelle collezioni d'arte dell'epoca.

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Il dipinto ricrea un'atmosfera rurale e familiare, tipica dello stile di Jacopo Bassano e della sua bottega, con una composizione che si sviluppa lungo una diagonale. La Sacra Famiglia, posta a sinistra, è accompagnata dai pastori e dagli animali a destra, in una scena che evoca un senso di umanità semplice e contadina.

La Natività, descritta in questo quadro, prende ispirazione dal racconto evangelico di Luca, in cui i pastori, avvertiti dall'angelo, accorrono ad adorare il neonato Gesù.

L'attribuzione a Jacopo Bassano è stata oggetto di discussione nel corso dei secoli. Sebbene tutti gli inventari della collezione Borghese confermassero la paternità del maestro veneto, alcuni storici dell'arte come Giovanni Piancastelli e Adolfo Venturi avevano inizialmente messo in dubbio l'autenticità dell'opera, attribuendola a un anonimo seguace della scuola bassanesca.

Solo nel XX secolo, grazie agli studi di Aldo de Rinaldis e alla conferma di critici come Paola della Pergola e Roberto Longhi, l'opera è stata definitivamente riaffermata come autentica produzione di Jacopo Bassano.

La datazione del dipinto è stata stimata intorno al 1550, in un periodo di piena maturità artistica per Bassano. Pietro Zampetti e Alessandro Ballarin hanno collocato l'opera nel sesto decennio del XVI secolo, sottolineando le somiglianze con altre opere coeve come il Riposo nella fuga in Egitto e il Banchetto del ricco Epulone.

La vivace resa cromatica, con l'uso del bianco e dell'azzurro, insieme a una tecnica precisa e quasi metallica, suggerisce una datazione intorno ai primi anni Cinquanta del Cinquecento.

Il dipinto presenta elementi tipici della produzione bassanesca, come il pastore sdraiato in primo piano, che ricorre anche in altre opere dell'artista, e una composizione dinamica accentuata da un gioco di luci e ombre.

Le influenze del Parmigianino sono visibili nella posa sinuosa della Vergine, che conferisce un’eleganza particolare all'intera scena. Questo insieme di caratteristiche rende l'Adorazione dei pastori non solo una delle opere più apprezzate della collezione Borghese, ma anche un esempio emblematico della pittura veneta del Cinquecento.

Jacopo dal Ponte, conosciuto più comunemente come Jacopo Bassano (Bassano del Grappa, 1510 circa – Bassano del Grappa, 14 febbraio 1592), è stato un celebre pittore italiano del Rinascimento, noto soprattutto per le sue rappresentazioni paesaggistiche e religiose. Il soprannome "Bassano" deriva dalla sua città natale, Bassano del Grappa, dove trascorse gran parte della sua vita e dove sviluppò la sua carriera artistica.

 Formazione e Influenze

Jacopo dal Ponte nacque in una famiglia di artisti; il padre Francesco il Vecchio, anch'egli pittore, fu il suo primo maestro e gli trasmise i fondamenti dell'arte. Successivamente, Jacopo si trasferì a Venezia per perfezionare la sua formazione, dove fu influenzato dalla scuola veneziana, in particolare dai lavori di Tiziano e Tintoretto, due dei più grandi maestri dell'epoca.

Tuttavia, Jacopo Bassano rimase sempre legato alle sue radici provinciali, mantenendo uno stile unico e personale che univa l'arte veneziana a elementi della vita rurale.

Stile e Innovazioni

Bassano si distinse soprattutto per la sua capacità di combinare scene di vita quotidiana con temi religiosi, utilizzando paesaggi dettagliati e atmosfere luminose e naturali.

Una delle sue caratteristiche più distintive era l'uso della luce e del colore, tecniche che apprese dalla scuola veneziana, ma che reinterpretò in modo del tutto personale. La sua abilità nel rappresentare animali, nature morte e scene rurali lo rese un innovatore nel campo della pittura religiosa.

I suoi dipinti spesso presentavano composizioni dinamiche e una grande attenzione ai dettagli. A differenza di molti suoi contemporanei che idealizzavano le figure umane, Bassano mostrava un realismo più crudo e diretto, specialmente nelle scene di contadini e pastori.

Tematiche e opere principali

Molte delle opere di Jacopo Bassano trattano temi biblici, ma con una forte enfasi su ambientazioni rustiche e contadine, a testimonianza del suo legame con la vita rurale.

Questo elemento si distingue soprattutto nei cicli pittorici dedicati alla vita di Cristo e alle parabole evangeliche, dove le figure sacre si fondono armoniosamente con paesaggi pastorali.

Tra le sue opere più celebri ricordiamo:

- "L'Adorazione dei pastori" (ca. 1545), dove i personaggi sacri sono rappresentati in un contesto semplice e umile, con una forte componente naturalistica.
- "Cristo in casa di Marta e Maria" (1560), un'altra opera che esemplifica la capacità di Bassano di fondere elementi religiosi con scene di vita quotidiana.
- "La Fuga in Egitto", dove l'uso del paesaggio diventa centrale nella narrazione della scena biblica.
- "La cena di Emmaus", che esprime la sua maestria nella rappresentazione degli oggetti di uso comune e degli interni rustici.

Il legame con Bassano del Grappa

Nonostante la possibilità di affermarsi a Venezia o in altre grandi città, Jacopo scelse di tornare e stabilirsi definitivamente a Bassano del Grappa, dove aprì una bottega che divenne famosa e prospera. L'attività fu continuata dai suoi figli, in particolare Francesco Bassano il Giovane e Leandro Bassano, che ereditarono lo stile del padre e lo diffusero in tutta Italia.

Eredità artistica

L'opera di Jacopo Bassano influenzò non solo i suoi contemporanei, ma anche le generazioni successive. I suoi figli continuarono la tradizione artistica della famiglia, e alcuni studiosi sostengono che Bassano abbia avuto un ruolo nel precorrere lo stile barocco grazie alla sua attenzione per il movimento, la luce e l'espressione emotiva delle sue figure.

Bassano è riconosciuto come un artista che seppe fondere la grande tradizione veneziana con una sensibilità più vicina alla terra e alla vita quotidiana, creando un ponte tra il sofisticato mondo artistico cittadino e la semplice bellezza della vita rurale.

 

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