Con i suoi oltre 131 metri di lunghezza e 65 di larghezza, la basilica di San Paolo fuori le mura è la seconda per grandezza delle quattro basiliche papali di Roma. Preziosa testimonianza dell’arte paleocristiana, la basilica è entrata nel 1980 nella lista dei siti patrimonio dell’umanità dell’Unesco.
L’imponente complesso architettonico, che sorge lungo la via Ostiense, nell’omonimo quartiere romano, deve il suo nome alla posizione situata al di fuori delle mura aureliane che cingono Roma. La basilica fu eretta sui resti della tomba di San Paolo apostolo, morto decapitato sotto Nerone fra il 65 e il 67. Dopo la fine delle persecuzioni e la promulgazione degli editti di tolleranza nei confronti dei Cristiani, fu l’imperatore Costantino, all’inizio del IV secolo, a voler monumentalizzare il luogo sacro, già meta di pellegrinaggio dei fedeli, attraverso la costruzione della chiesa in memoria del Santo.
San Paolo fuori le mura. Storia e bellezza d’arte paleocristiana
Consacrata da papa Silvestro nel 324, la basilica è la seconda in ordine di tempo, dopo quella di San Giovanni in Laterano, ad essere eretta sotto Costantino. Ben presto, però, il gran numero di pellegrini che si recavano per visitare la basilica rese necessario un ampliamento dell’edificio per accogliere i fedeli. E fu così che San Paolo fuori le mura fu quasi completamente ricostruita sotto il regno dei tre imperatori Teodosio I, Graziano e Valentiniano II tra il 384 e il 395. Il piano di ristrutturazione, affidato a Ciriade, era imponente. Venne, dunque, eretto un edificio a cinque navate, con 80 colonne e un quadriportico. La consacrazione della nuova basilica avvenne nel 390 sotto papa Siricio e ultimata sotto l’imperatore Onorio nel 395.

L’abside della basilica di San Paolo fuori le mura
La basilica nel tempo fu oggetto di continui abbellimenti e aggiunte da parte dei papi. L’arco trionfale retto da colonne monumentali con il mosaico si devono alla committente dei successivi restauri, Galla Placidia. E ancora, i medaglioni con i ritratti papali furono aggiunti per il volere di papa Leone I. Anche il campanile e la porta bizantina del XI secolo fanno parte dei numerosi interventi di restauro che ha subìto la chiesa.
Il terribile incendio
Nella notte del 15 luglio 1823, un disastroso incendio danneggiò irreparabilmente gran parte della basilica. Dopo circa cinque ore, il rogo fu domato quando ormai una buona parte della chiesa era andata distrutta. A provocare l’incendio probabilmente la negligenza di uno stagnaio, che, dopo aver aggiustato le grondaie del tetto della navata centrale, dimenticò acceso il fuoco. Ad accorgersi del rogo e a lanciare l’allarme fu un buttero che passava da quelle parti.
Solo poche strutture riuscirono a resistere alle fiamme. Il transetto, l’abside e l’arco trionfale rimasero intatti, preservando il ciborio di Arnolfo di Cambio e alcuni mosaici. Due anni dopo la ricostruzione fu avviata da Leone XII che, con l’enciclica “ Ad plurimas”, invitava i vescovi ad una raccolta di offerte. Il mondo cristiano non rimase indifferente a quell’appello. Blocchi di malachite per i due altari laterali del transetto e colonne d’alabastro vennero inviati rispettivamente dallo zar Nicola I e dal vicerè d’Egitto. Offerte arrivarono anche dal Re di Sardegna, della Francia, delle Due Sicilie e dei Paesi Bassi.
I lavori terminarono molti anni dopo. La basilica fu consacrata da Pio IX nel 1854, ma i lavori continuarono fino al 1928 quando fu aggiunto il quadriportico esterno con quasi 150 colonne, disegnato da Guglielmo Calderini. L’attuale aspetto della basilica si deve all’architetto Luigi Poletti.

L’esterno della basilica di San Paolo fuori le mura con a statua del Santo
L’esterno della basilica
L’esterno dell’edificio sacro è preceduto da un cortile quadriporticato di più recente costruzione e terminato nel 1929. Il portico che, invece, costeggia la facciata della basilica ha una sola fila di colonne. Al centro del cortile si trova l’imponente statua di San Paolo, realizzata in marmo di Carrara da Giuseppe Obici. Mentre al periodo che va da 1854 al 1874 risalgono i mosaici eseguiti sulla facciata sopra il colonnato. Filippo Agricola e Nicola Consoni, gli autori, si ispirarono a quello originale del X secolo. Tre le fasce in cui si suddivide il mosaico. A partire dal basso sono raffigurati i profeti Isaia, Daniele, Geremia e Ezechiele. A salire troviamo l’Agnus Dei sul monte del paradiso e infine Cristo benedicente in mezzo ai Santi Pietro e Paolo.
L’interno della chiesa
Con pianta a croce latina, la basilica di San Paolo fuori le mura presenta cinque navate separate da quattro file di venti colonne. Nessuna cappella laterale orna la chiesa. Nella fascia posta sopra gli archi che dividono le navate, troviamo la serie di medaglioni con i ritratti di tutti i Pontefici, che si susseguono da San Pietro fino a papa Francesco. I tondi furono aggiunti nel 1847, sotto Pio IX. Sopra i medaglioni, nella parte alta della navata centrale e del transetto, ci sono trentasei affreschi raffiguranti gli episodi della vita di San Paolo.

La tomba di San Paolo conservata sotto l’altare
L’arco trionfale di Galla Placidia, dal nome di colei che commissionò l’opera, separa il transetto dalla navata centrale e rappresenta Cristo Pantocratore iscritto dentro una circonferenza da cui fuoriescono dei raggi. Ai suoi lati, i quattro simboli degli Evangelisti e in basso, ventiquattro anziani disposti in gruppi da sei. Nella parte inferiore, le figure di San Paolo e di San Pietro.
Il ciborio, l’abside e la tomba di San Paolo
Al centro della basilica si trova il Ciborio, realizzato da Arnolfo di Cambio in stile gotico e miracolosamente rimasto intatto dopo il terribile incendio del 1823. Realizzato in marmo, è costituito da un’edicola gotica sorretta da quattro colonne. Anche l’abside si è conservato nonostante l’incendio. La struttura è semicircolare. Al centro, l’imponente cattedra sulla quale siede il papa quando celebra nella basilica. Il mosaico raffigura il Redentore assiso in trono con il libro dei Vangeli aperto nella mano sinistra ed in atto di benedire. Ai lati, i santi Pietro e Paolo. Ai piedi del trono, troviamo Onorio III che rende omaggio a Cristo.
Sotto l’altare papale è custodita la tomba di San Paolo, meta di pellegrinaggi a partire dal 1300. Il luogo sacro fa parte dell’itinerario giubilare per ottenere l’indulgenza.
La basilica di San Paolo fuori le mura gode del beneficio dell’extraterritorialità della Santa Sede ed è amministrato da un Arciprete. Dal 1980 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco per la sua eccezionale testimonianza di architettura paleocristiana.