Descrizione
L’opera
Secondo Vasari, questo quadro è un ritratto di Mona o Monna (abbreviazione di Madonna) Lisa, che nacque a Firenze nel 1479 e nel 1495 sposò il marchese del Giocondo, un fiorentino di un certo rango – da qui l’altro nome del dipinto, “La Gioconda’.
Questa identificazione, tuttavia, è stata talvolta messa in discussione. Leonardo portò con sé il quadro da Firenze a Milano e successivamente in Francia. Doveva essere questo ritratto che fu visto a Cloux, presso Amboise, il 10 ottobre 1517 dal cardinale d’Aragona e dal suo segretario Antonio de Beatis. C’è però qui una leggera difficoltà, perché Beatis dice che il ritratto era stato dipinto per volere di Giuliano de Medici. Gli storici hanno tentato di risolvere questo problema suggerendo che Monna del Giocondo fosse stata l’amante di Giuliano. Il dipinto fu probabilmente acquisito da Francesco I dallo stesso Leonardo, o dopo la sua morte dal suo esecutore testamentario Melzi.
È documentata a Fontainebleau da Vasari (1550), Lomazzo (1590), Peiresc e Cassiano del Pozzo (1625). Quest’ultimo racconta che quando il duca di Buckingham venne alla corte francese per chiedere la mano di Enrichetta di Francia per Carlo I, fece sapere che il re era molto ansioso di possedere questo dipinto; ma i cortigiani di Luigi XIII gli impedirono di separarsi dal quadro. Fu esposto al Musée Napoléon nel 1804; prima ancora, nel 1800, Bonaparte lo aveva nella sua camera alle Tuileries. Fin dall’inizio fu molto ammirato e molto copiato, tanto da essere considerato il prototipo del ritratto rinascimentale. Divenne ancora più famoso nel 1911, quando fu rubato dalla Salle Carrée il 21 agosto 1911 da Vincenzo Perrugia, un operaio italiano. Nel 1913 fu ritrovato a Firenze, esposto agli Uffizi, poi a Roma e Milano, e riportato a Parigi il 31 dicembre dello stesso anno.
Questa figura di donna, vestita alla moda fiorentina del suo tempo e seduta in un visionario paesaggio montuoso, è un notevole esempio della tecnica dello sfumato di Leonardo di modellazione morbida e fortemente ombreggiata. L’espressione enigmatica della Gioconda, che sembra sia seducente che distaccata, ha conferito al ritratto fama universale. Su questo piccolo capolavoro di Leonardo sono state scritte risme e la gentile donna che ne è il soggetto è stata a sua volta adattata a simbolo estetico, filosofico e pubblicitario, entrando infine nelle irriverenti parodie degli artisti dada e surrealisti. Il Vasari racconta che Leonardo vi lavorò per quattro anni senza poterlo terminare; eppure l’immagine dà l’impressione di essere completamente realizzata. Le date suggerite variano tra il 1503 e il 1513, la più ampiamente accettata è il 1503-05.
Prendendo come punto di partenza un modello vivente, Leonardo ha espresso in forma ideale il concetto di umanità equilibrata e integrata. Il sorriso rappresenta il movimento della vita e il mistero dell’anima. Le nebbiose montagne blu, che sovrastano la pianura e il suo fiume, simboleggiano l’universo.
Come vengono fatte le riproduzioni
Gli artigiani di Trizio Editore eseguono una riproduzione di questo soggetto con un meccanismo unico. L’immagine viene infatti stampata più volte per prova, fino a trovare la corretta combinazione dei toni di colore. Infine, una stampante professionale a 12 colori a getto d’inchiostro, realizza una copia perfetta, che viene ricontrollata a mano e lasciata asciugare in ambienti protetti. Gli artigiani utilizzano un fissativo naturale per preservare la lucentezza e la nitidezza dell’immagine e provvedono a confezionare il prodotto interamente a mano.
Apprezzata ed utilizzata oggi dai veri intenditori della qualità, le carte pregiate, le finissime carte fotografiche o le tele pittoriche hanno una tradizione antichissima. Simbolo del Made in Italy riconosciuto in tutto il mondo, queste raffinatissime stampe ripropongono soggetti inestimabili che rivivono di nuova luce.
Quando la stampa viene eseguita passa alla asciugatura che in ambienti protetti e con temperatura e umidità precise aiutano i colori a rimanere vividi e corposi. La seguente fissatura serve a mantenere i colori così come appena eseguiti per sempre. Il fissatore infatti entra direttamente in contatto con la superficie e crea una vera e propria barriera fisica tra i colori e la polvere o le intemperie.
La scelta delle cornici e dei vetri brillanti è poi un passo delicato e preciso di design. I colori hanno ognuno la propria peculiarità. Con elementi naturali, abbiamo delle cornici speciali con brillantezza e leggerezza incredibili.
L’abbinamento delle cornici viene fatto chiaramente a seconda del soggetto. Per aiutarci nella scelta esperti d’arte e maestri di pittura eseguono dei test e ci indicano quale scelta effettuare.
Tutte le riproduzioni sono scelte e seguite da nostri artigiani italiani.