Sarà Paola D’Agostino a guidare il museo nazionale del Bargello a Firenze. La 43enne napoletana è fra le nominate dal ministro Dario Franceschini ai vertici delle più prestigiose istituzioni museali d’Italia.
Paola D’Agostino al museo del Bargello. Ecco la biografia
Classe 1972, Paola D’Agostino è nata a Napoli, dove è cresciuta e ha studiato. Si è laureata nel capoluogo campano e sempre all’università Federico II di Napoli ha conseguito nel 2003 il dottorato in Storia dell’arte moderna. La carriera universitaria è stata arricchita da alcune esperienze all’estero. Durante gli anni accademici, infatti, Paola D’Agostino ha frequentato il Courtauld Institute of Arts di Londra e lo University College London nella capitale inglese.
Dal 2009 al 2013 ha iniziato la sua carriera professionale ricoprendo l’incarico di Senior Research Associate nel Dipartimento di sculture e arti decorative europee del Metropolitan Museum of Art di New York. Dal 2013 è “Nina and Lee Griggs Assistant Curator” di arte europea nella Yale University Art Gallery.

Il nuovo direttore del Museo Nazionale del Bargello Paola D’Agostino
Dal 2014 ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale come professore di II fascia di storia dell’arte moderna. Ha insegnato in numerose università italiane e straniere. Paola D’Agostino ha, inoltre, organizzato e co-curato alcune mostre nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Numerose sono le pubblicazioni scientifiche che portano la sua firma.
Il ritorno dei “cervelli in fuga”
Quello di Paola D’Agostino è, dunque, un ritorno in patria dopo anni passati a lavorare oltreoceano. La quarantatreenne storica dell’arte è l’unico neo direttore che rientra in Italia dopo le nomine dello scorso agosto. Sono, infatti, in tutto quattro gli italiani che torneranno a lavorare sul suolo nazionale.
D’Agostino rientra dagli Stati Uniti insieme a Bagnoli e Gennari Santori, adesso rispettivamente alla guida della Galleria Estense e delle Gallerie Nazionali di Arte Antica. Anche Degl’Innocenti fa rientro in Italia, al museo archeologico nazionale di Taranto, dopo l’esperienza in Francia. In tutto, su venti nomine, sono tredici gli italiani che dirigeranno alcuni fra i musei più importanti di Italia. Gli altri sette sono stranieri, tutti cittadini comunitari.
Di 50 anni è l’età media dei nuovi direttori. «Con queste venti nomine di così grande levatura scientifica internazionale il sistema museale italiano volta pagina e recupera un ritardo di decenni» – ha dichiarato il ministro dei Beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, all’indomani dalle nomine.
Michelangelo e Donatello fra i gioielli del Museo
Paola D’Agostino sarà il nuovo direttore del Museo nazionale del Bargello, il più rilevante museo italiano di scultura, e il più importante al mondo per la scultura rinascimentale. Il nome deriva dal palazzo del Bargello, detto anche palazzo del Popolo. Il museo, che ha sede a Firenze in via del Proconsolo, è stato, nel 2013 il trentesimo sito italiano più visitato. Oltre 200mila i visitatori in un anno per un introito di quasi 500mila euro.

Il cortile interno del museo nazionale del Bargello a Firenze
Il museo nazionale del Bargello conserva una grande raccolta di arti applicate. Michelangelo, Donatello, Ghiberti, Cellini, Giambologna, Ammannati alcuni degli autori delle opere conservate.
Da carcere a istituzione museale
Con la costituzione di Firenze a libero comune e la creazione della figura del capitano del popolo, venne costruito il palazzo poi denominato del Bargello. Nel 1255 venne iniziato già il primo nucleo del palazzo, affacciato su via del Proconsolo. Secondo Giorgio Vasari, l’edificio fu realizzato da Lapo Tedesco, inglobando il vecchio Palagio, la torre dei Boscoli e alcune case e torri della Badia Fiorentina. Tra il 1340 e il 1345 l’edificio venne rialzato da Neri di Fioravante.
La costruzione venne poi successivamente ampliata, fra il 1260 e il 1280, con un nuovo edificio su via dell’Acqua. Nel 1295 venne realizzato il cortile porticato e, tra il 1316 e il 1320, l’edificio venne rialzato sui lati di via Ghibellina e via dell’Acqua. Alla metà del Trecento divenne sede anche del Podestà. Con l’instaurarsi dell’egemonia medicea nella seconda metà del Quattrocento, il Palazzo del Bargello divenne la sede del Consiglio di Giustizia e dei Giudici di Ruota.
Ma è a partire dal 1574, sotto il duca Cosimo I de’ Medici, che l’intera costruzione divenne sede del bargello, ovvero il capo delle Guardie o di Piazza, che provvedeva agli arresti, interrogatori e provvedeva anche ad eseguire le condanne capitali.
Dopo quasi tre secoli, in cui venne adibito a carcere, nel 1859 fu deciso il restauro del complesso, che durò fino al 1865, anno in cui venne inaugurato il Museo nazionale. Dagli Uffizi, giunsero man mano le sculture in bronzo e marmo, le collezioni di arti applicate: maioliche, cere, ambre, avori, oreficerie, smalti e bronzetti. Altri materiali affluirono sia da donazioni e prestiti di privati che da pubbliche istituzioni.