Cristiana Collu è una dei quattordici esperti in storia dell’arte, nominati dal ministro Dario Franceschini come nuovi direttori dei principali musei italiani. Fra i venti nomi scelti dal ministro, la metà è rappresentato dalle donne, fra cui la quarantaseienne sarda Cristiana Collu che guiderà la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Cristiana Collu, chi è il direttore dello GNAM di Roma
Classe 1969, Cristiana Collu è nata e cresciuta a Cagliari. Nel capoluogo sardo ha conseguito la laurea in Storia dell’Arte Medievale nel 1993. In seguito, ha completato i suoi studi in Spagna. Nel 1996 ha conseguito il dottorato in Museum studies all’Università Complutense di Madrid.
Nello stesso anno arriva il primo incarico importante. È direttore del MAN, il Museo d’arte della Provincia di Nuoro. Dirigerà il polo museale per sedici anni, fino al 2012. Durante la direzione del MAN, Cristiana Collu raccoglie ottimi risultati dal punto di vista professionale. Il centro nuorese, infatti, sotto la sua egida, diventa una realtà di eccellenza nel panorama artistico contemporaneo nazionale.
A testimonianza di ciò, arriva, nel 2006, il premio come luogo di eccellenza nel panorama museale italiano. Due anni prima, nel 2004, arriva anche un prestigioso riconoscimento a livello personale. Cristiana Collu vince il premio Abo d’argento, riconoscimento assegnato al miglior giovane direttore di museo italiano.
L’era dopo il MAN
Dopo le soddisfazioni raccolte in terra sarda, Collu si sposta al Nord, dove dirige dal 2012 al 2015 il MART, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. Allo scorso anno risale, poi, un altro riconoscimento personale, quando vince il premio Art Tribune come miglior direttore di museo. Dal 2009 è curatrice del Premio Terna e dallo scorso 20 aprile è stata scelta come direttrice dell’Isre, l’Istituto Regionale Etnografico Sardo.
Cristiana Collu è il nuovo direttore della GNAM
Parallela alla dirigenza museale è la carriera di docente universitaria. È stata docente di Storia dell’Arte Contemporanea alla Sapienza di Roma. Dal 2007 è professore a contratto di Progettazione Museografica, presso l’Università di Sassari, presso la Facoltà di Architettura di Alghero. Insegna anche all’interno del corso di laurea in Architettura e di Museologia presso l’Università di Cagliari. Numerose sono le pubblicazioni in materia di arte contemporanea.
Lo scorso 18 agosto il nuovo incarico. Cristiana Collu è il nuovo direttore della Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea. La nomina è arrivata dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che insieme al Direttore Generale dei Musei del Mibact, Ugo Soragni, ha scelto «in terne di assoluto valore» i venti nuovi direttori.
Un posto per l’arte italiana contemporanea
La Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea è la più grande collezione di arte contemporanea italiana. Situata a Roma, in via delle Belle Arti 131, a ridosso di Villa Borghese, la Galleria possiede oltre 4mila opere di pittura e scultura e circa 13mila disegni e stampe di artisti dell’Ottocento e del Novecento. Non solo italiani sono presenti nella collezione esposta e suddivisa nelle 55 sale. Si tratta dell’unico museo nazionale dedicato interamente all’arte moderna.
Nata nel 1883, a pochi anni di distanza dalla costituzione del nuovo stato italiano e a soli 13 anni di distanza dall’istituzione di Roma a capitale di Italia, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea non è sempre stata nell’edificio che conosciamo oggi. La prima sede fu, infatti, lo spazio del Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale. Istituita da ministro Guido Baccelli, la GNAM nacque dall’esigenza di avere un museo dedicato agli artisti contemporanei viventi o scomparsi da poco. Pochi anni dopo, la sede della Galleria fu spostata a causa dell’insufficienza di spazio e perché a ogni mostra temporanea, le opere esposte in maniera permanente dovevano essere rimosse.
L’edificio attuale fu realizzato nel 1911, in occasione dell’Esposizione internazionale di Roma. Il palazzo fu progettato dall’architetto e ingegnere romano Cesare Bazzani. Vent’anni più tardi, nel 1933, anche questo edificio si rivelò insufficiente ad accogliere tutte le opere che erano arrivate in galleria.
Sempre Cesare Bazzani, dunque, si occupò della progettazione dell’ampliamento della Galleria. Nello stesso 1933 furono inaugurati i nuovi spazi che raddoppiarono la capienza della superficie destinata all’esposizione delle opere. Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, la Galleria venne chiusa per essere riaperta dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944. Da allora e tutt’oggi gli spazi della Galleria sono oggetto di grandi mostre che permisero agli italiani di conoscere artisti che il regime aveva cercato di non far emergere.